Discorso di Carter di Vittorio Zucconi
Discorso di Carter Discorso di Carter (Segue della 1* pagina) dente ha offerto un importante indizio sulle ragioni che hanno portato alla formulazione della politica dei diritti umani: «Il rispetto del mondo per la giustezza della nostra politica estera era stato scosso dagli avvenimenti di un decennio», e dunque necessario era per Carter trovare un catalizzatore morale per l'opinione pubblica americana e mondiale. Ma dopo aver «chiarito» il senso e lo scopo di questa politica, rassicurando i russi sul riconoscimento della diversità e sulla «non specificità» dell'azione, Carter ha detto al Cremlino che è tempo di affrontare i problemi e i negoziati mirando ad una soluzione. Egli ha elencato le aree dove proposte americane o negoziati Usa-Urss sono in atto: i Salt, che devono proporsj intese «che non vengano immediatamente svuotate da nuove scoperte tecnologiche»; la messa al bando di tutti i tests nucleari e delle armi chimiche e biologiche; la limitazione nella vendita di armi convenzionali; l'arresto della proliferazione nucleare; la demilitarizzazione dell'Oceano Indiano; le consultazioni per la conferenza di Ginevra sul Medio Oriente; le trattative per la riduzione delle forze in Europa; la cooperazione per affrontare la guerra alla fame nel mondo. Su questi punti, in concreto, e soprattutto sui Salt, Washington misurerà la buona volontà sovietica. «Il nostro missile da crociera — ha detto il Presidente — è la risposta al massiccio riarmo strategico dei sovietici. Se questa minaccia può essere controllata, siamo pronti a limitare i nostri programmi strategici». Un'offerta dunque di ridurre l'impiego di questo missile in miniatura che il Cremlino vede come la maggior minaccia militare da parte americana. In tutto il discorso Carter ha dunque agitato l'ulivo della cooperazione della pace e il bastone del riarmo. «Se un accordo non potesse essere raggiunto — ha detto ad esempio riferendosi ai Salt — non vi deve essere dubbio che gli Stati Uniti possono e sono pronti a fare tutto quanto è necessario per proteggere la loro sicurezza e assicurare l'adeguatezza della loro posizione strategica». Ma in entrambi i Paesi e in entrambi i popoli, ha aggiunto subito il Presidente, egli vede «un'ansia di pace, di vera pace, che è dentro alle ossa di tutti noi, americani e sovietici». «Una passione inespressa che possiamo trasformare in qualcosa più di un sogno». E nella chiusura Carter, ha dato sfogo alla sua vena profetica, chiedendo che il mondo obbedisca finalmente al dettato biblico di «attendere alle cose che generano la pace» e legando l'invito ad un discorso recente di Breznev. «Breznev ha detto di recente qualcosa che ho trovato di grande interesse: "noi crediamo, crediamo fermamente", ha detto Breznev, "che il realismo politico e la volontà di distensione e progresso finiranno per trionfare e l'umanità potrà entrare nel Ventunesimo Secolo in condizioni di pace e stabilità mai viste prima". Non vedo alcun significato nascosto in queste parole — ha concluso Carter — e credo nella sua sincerità». Dunque un invito a Breznev affinché anch'egli creda alla sincerità di Carter. Vittorio Zucconi
Persone citate: Breznev
Luoghi citati: Europa, Ginevra, Medio Oriente, Stati Uniti, Washington
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