Psi: un congresso anticipato Nenni: evitare le polemiche

Psi: un congresso anticipato Nenni: evitare le polemiche La proposta di Craxi approvata in direzione Psi: un congresso anticipato Nenni: evitare le polemiche Roma, 21 luglio. Il congresso anticipato del psi ci sarà tra febbraio e marzo '78 per definire «una precisa identità e strategia del partito». La proposta, fatta stamane da Craxi alla direzione, è stata approvata a maggioranza anche se spetterà per statuto al Comitato Centrale l'indizione delle assise socialiste. Il Comitato Centrale è stato convocato per settembre: quasi certamente si riunirà nella seconda metà. Nella votazione di oggi si sono già delineati gli schieramenti: due manciniani, Balzamo e Cassola, si sono astenuti; altri due manciniani Caidoro e Landolfi hanno votato contro; De Martino ha detto sì, ma con «distinguo» che approfondirà nel Comitato Centrale. Nenni, favorevole, ha esortato tutti ancora una volta, nella sua qualità di padre storico e di presidente del psi, a evitare toni polemici: «Il partito — ha detto con monito — non è in condizione di sopportare nuove lotte di tendenze, di gruppi, di fazioni». Le polemiche, nella riunione di oggi, sono state contenute. Craxi, in una breve relazione, ha motivato la richiesta di congresso anticipato così: «Gli sviluppi della situazione politica dopo l'ultimo congresso del partito pongono al psi la necessità di una riflessione più approfondita sulle prospettive, sul suo ruolo, sulla stessa strategia politica. Dobbiamo a noi stessi, ai nostri elettori, alle forze politiche uno sforzo di precisazione della nostra identità, sul piano politico e programmatico. Tutto il partito deve impegnarsi in questo sforzo». Per questa ricerca di una netta identità, ha aggiunto Craxi, è utile anticipare il Congresso che deve costituire «il punto terminale del nostro lavoro». Ha precisato: «Non si tratta, perciò, di fare un congresso straordinario per prendere decisioni straordinarie. Si tratta di avviare, secondo un metodo che coinvolga tutto il partito, la preparazione seria e approfondita di un congresso politico e programmatico che possa diventare occasione di rafforzamento di tutto il partito atteso nel 1978 da difficili prove politiche ed elettorali». E' evidente che Craxi si riferiva alle elezioni amministrative della primavera 78 (maggio o giugno), alle probabili elezioni europee, all'elezione del nuovo presidente della Repubblica a fine dicembre '78. Il congresso, secondo il segretario, sarà preparato non dai vertici dirigenti, ma dalla base attraverso i congressi regionali e con l'apporto della «cultura socialista». «La discussione sul nostro programma — ha aggiunto — de¬ ve svolgersi in modo aperto e sollecitare il dialogo con le forze sociali, divenire un punto di confronto nel dibattito tra le forze della sinistra». Il segretario socialista ha concluso confermando il giudizio positivo sull'accordo a sei, ma anche le riserve politiche e sul programma, in particolare sulla permanenza del governo monocolore ad attuare l'intesa. Subito dopo ha parlato Nenni, fra la tesa attenzione dei dirigenti del psi. «E' necessario anticipare il congresso, ma senza drammatizzare la situazione che è dominata dalla de e dal pei. Anche per questi partiti presenta difficoltà. Non sono sorpreso se si formeranno nella de schieramenti diversi e se si formano posizioni diverse, anche se non si vedono, nel pei. Eppure dai giornali il partito che appare in crisi è il psi. E' enorme, paradossale, un prodotto artificiale di fatti e di persone più che di cose politiche — ha lamentato Nenni — il terreno può diventare fragilissimo sotto i nostri piedi. Perché presentare l'anticipo di un congresso in termini polemici? Dobbiamo dare al gruppo dirigente un'autorità nuova, più salda, che solo un congresso gli può dare. Non si deve chiedere congressi straordinari — ha ammonito — ma bisogna prendere in cosiderazione l'ipotesi di un congresso anticipato. Non coltiviamo nel partito una tentazione suicida che ci presenti sempre in crisi». Manca si è schierato con Craxi, annunciando che il centro studi del psi elabora un progetto che «sarà l'asse portante» del congresso. De Martino, d'accordo con Nenni sui rischi di un congresso polemico, ha proposto che prima di decidere sul congresso si faccia un « dibattito sincero ». A suo parere, nel psi ci sono due linee (di cui parlammo l'altro ieri): esse intrecciandosi creano ambiguità e confusione. « Una linea mira ad un accordo che comprenda de e pei, oltre i minori; l'altra è rivolta a porre la de in minoranza e ad escluderla dal governo ». Per De Martino, invece, non è attuabile altra linea che quella attuale, cioè (se interpretiamo bene) l'intesa a sei. Fermo restando il monocolore sorretto dalle astensioni attuali. E' indubbio che, al di là delle vicende socialiste dal Comitato Centrale di un anno fa che detronizzò De Martino, l'intesa sul programma dominata dalla de e dal pei ha posto i socialisti, come i socialdemocratici, in una strettoia dalla quale possono uscire solo trovando uno spazio politico di «terza forza», ben caratterizzata e distinta. Il congresso anticipato del psi, pur se previsto, è il fatto nuovo che introduce elementi d'incertezza nel quadro politico generale: la fase precongressuale di qualsiasi partito, e ancora più di un partito determinante come il psi, comporta inevitabili contraccolpi esterni delle polemiche interne, che si giocano sulle singole scelte e sull'orientamento generale. Nel caso specifico, si tratta dell'impegno più o meno deciso a sostegno del programma concordato, del governo che lo gestisce, dei rapporti con la de e con il pei. La controprova di queste difficoltà dell'«area sociali¬ sta» si è avuta nella direzione del psdi. Il segretario Romita ha criticato soprattutto il pei, ma anche la de. «Il pei — ha detto Romita — porta nell'accordo a sei tutta la sua visione totalitaria. A noi sta bene la caduta della pregiudiziale anticomunista, ma non accettiamo che la presenza dei comunisti debba essere ormai un dato permanente di qualunque governo e di qualunque maggioranza, anche dopo aver superato l'emergenza, ciò sarebbe a scapito dell'autentico pluralismo del nostro sistema». Romita ha parlato del «rischio» che la de cerchi «contropartite di gestione ancora più chiusa e clientelare del potere favorita dai cedimenti interessati dei comunisti». Perciò il psdi terrà in settembre una nuova direzione e un comitato centrale per dare concretezza alla strategia di «terzo e decisivo interlocutore» fra de e pei. Lamberto Fumo

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