Condannati i due falsi testimoni che non vogliono dire come si chiama il quattordicenne mutilato

Condannati i due falsi testimoni che non vogliono dire come si chiama il quattordicenne mutilato Una vicenda paradossale; dopo 18 giorni non si è scoperto nulla Condannati i due falsi testimoni che non vogliono dire come si chiama il quattordicenne mutilato Un anno e 6 mesi a Iinpellizzeri, un anno e due mesi a Franzè, senza condizionale - Il p.m. aveva chiesto tre anni: Il piccolo Stefano, all'ospedale, continua a rispondere: "Non ricordo" ad ogni domanda degli inquirenti Due condanne per falsa testimonianza al processo in pretura che doveva far luce sul mistero di «Stefano», il ragazzo rimasto mutilato dallo scoppio di un compressore, avvenuto 11 30 giugno scorso in un capannone a Grugliasco. Carmelo Impellizzeri, 38 anni, nato a Stilo e residente a Giaveno dove fa l'imprenditore edile e Giovanni Franzé, 32 anni, anche lui di Stilo e residente a Giaveno, sono stati condannati dal pretore Acordon rispettivamente a un anno e sei mesi e a un anno e due mesi di carcere. D pubblico ministero Semeraro aveva chiesto il massimo della pena, tre anni, per il silenzio di chi vuole coprire l'identità di Stefano e impedire che si risalga a suo padre, «Nunzio», uno dei responsabili della tragedia che ha colpito il ragazzo, rimasto mutilato a un piede dallo scoppio, pio. Il pretore ha dimezzato la pena ma ha accolto un'altra richiesta del pm e non ha concesso né le attenuanti generiche, né 11 beneficio della condizionale. Franzé e Impellizzeri aspetteranno in carcere 11 processo d'appello. Impellizzeri, che ha tenuto durante tutto il dibattimento un comportamento combattivo, non ha saputo trattenersi dal commentare l'esito del processo: « E' una sentenza ingiusta », mentre 1 carabinieri lo portavano via dall'aula. Che 1 due non avessero detto la verità era sensazione maturata durante tutto l'arco del processo e consacrata poi nella requisitoria del pm. Semeraro che aveva cosi sintetizzato 1 troppi dubbi sulla credibilità degli imputati, emersi al dibattimento: « Non gli si pub credere perché troppe circostanze li smentiscono clamorosamente. Il fantomatico genitore del ragazzo mutilato dallo scoppio è in realtà il finanziatore dell'impresa dove lavora Franzé ed è stato a costui presentato dal coimputato Impellizzeri. E' possibile non sapere il nome del nostro socio in affari? Impellizzeri a sua volta si dà da fare per "Nunzio", gli trova casa, socio e lavoro (gli paga anche un anno di affitto anticipato), partecipa alle feste di famiglia. E' perfino il padrino della cresima che non sa il nome del proprio figlioccio. Se Franzé e Impellizzeri vogliono tacere questo nome perché hanno ricevuto gravi minacce, allora è vero che il solo nome di "Nunzio" incute rispetto. Ma la legge deve rispondere alla tracotanza dì stampo malioso con il massimo della pena previsto per questo reato: tre anni di carcere ed esclusione dei benefici di legge ». Il pretore come si e detto ha dimezzato la pena ma ha accolto l'altra richiesta del pm. Difficile il compito del difensori, che hanno cercato di restituire ai loro assistiti quella crediblità che il serrato confronto del dibattimento aveva fatto loro perdere. « L'ambiente in cui si sono conosciuti Franzé, Impellizzeri e "Nunzio" è quello del piccoli imprenditori, un ambiente dove non si fanno troppe domande — ha detto l'avvocato Piccati, difensore di Impellizzeri — "Nunzio" è un tipo che lavora duro, ha soldi da investire nella "Falmec" di Franzé e Andreacchio (l'altro socio della ditta). Franzé ha bisogno di danaro. Impellizzeri non fa altro che mettere in contatto i due. non indaga sul vero nome di "Nunzio" perché le sue credenziali sono buone. Quando propongono a "Nunzio" di mettere a posto lui e il figlio con i "libretti di lavoro", è lo stesso "Nunzio" che rifiuta: "Voi bcdate a lavorare che a questi particolari ci pensiamo dopo" ». « Se c'è qualcuno che in questa vicenda sa tutto, è proprio la vittima, Stefano. Ma il ragazzo non dirà mai niente perché cosi gli è stato ordinato — ha detto l'avvocato Altara, difensore di Franzé —. In un certo momento Franzé ha avuto bisogno di soldi per la sua azienda. Impellizzeri gli presenta "Nunzio". Lui non sta a fare tante domande e accetta, senza domandargli la carta di identità. Se invece vogliamo veramente credere che "Nunzio" sia quel grosso personaggio mafioso che tutto lascia supporre, allora bisogna anche credee ce i pandrà a rivelare la sua vera identità ad un tipo come Franzé che conta poco o niente ». Stefano, così dice di chiamarsi, è ancora al Nuovo Martini. Le sue condizioni sono stazionarie e l'altro giorno dal reparto chirurgia è stato trasferito in ortopedia. Lo spostamento non significa che sarà dimesso e secondo 1 medici la degenza sarà ancora lunga. Verso la fine della settimana sarà di nuovo operato: gli amputeranno totalmente il piede per evitare il propagarsi dell'infezione. Sono passati diciotto giorni dalla disgrazia, ma continua a tacere. Sembra essere diventato indifferente a tutto e col compagni di corsia e con gli infermieri parla molto poco Dice un Infermiere: « Ripete cose banali, della disgrazia non dice assolutamente nulla ». Sembra che Stefano obbedisca ad un ordine anche se dice: «Nessuno mi minaccia e non voglio proteggere nessuno ». Fino a ieri non ha mai ricevuto visite di parenti, vanno a trovarlo solo gli ex compagni del reparto chirurgia. Aggiungono gli infermieri: « Gli portano un dono, un giornalino o qualcosa da mangiare. Solo in questi casi sorrìde e scherza. La solitudine per lui è un problema da risolvere. Anche se dice di essere indifferente alla compagnia si capisce che ha bisogno di qualcuno vicino ». Ieri ha parlato per la prima volta coi giornalisti ma non ha detto molto. Ha ripetuto che si sente meglio ma sulle domande importanti ha sempre risposto: « Non ricordo ». Carmelo Impellizzeri e l'impresario Giovanni Franzè conda nnati per falsa testimonianza. Stefano all'ospedale non parla

Luoghi citati: Giaveno, Grugliasco, Stilo