La rabbia silvestre minaccia gli animali del Gran Paradiso

La rabbia silvestre minaccia gli animali del Gran Paradiso Il contagio avanza di 30-60 km l'anno La rabbia silvestre minaccia gli animali del Gran Paradiso Ha già superato i confini italiani - Ne sono portatrici le volpi, bisognerebbe decimarle, ma è pressoché impossibile La rabbia silvestre, tremendo malanno, avanza ad una velocità di 30-60 km all'anno, e c'è motivo se non di Immediato allarme, di qualche prudenziale intervento In via di prevenzione. Se giungesse nell'ambito nel Parco Nazionale Gran Paradiso, con rischio di propagazione a quello della Vanolse, potrebbe verificarsi una ecatombe spaventosa, con conseguenze drammatiche, più gravi delle morie Invernali qua! è stata quella di quest'ultimo anno, In corso di accertamento: circa un miglialo fra stambecchi e camosci. La rabbia silvestre è presente In tutti I Paesi transalpini limitrofi all'Italia, Francia, Svizzera, Austria e Germania. La situazione è stata oggetto di un attento esame compiuto poco tempo fa in una riunione svoltasi a Padova, promossa dall'Istituto Zooprofilattico alla quale hanno partecipato, con esperti stranieri e rappresentanti dal Ministero della Sanità, i professori Biocca e Balbo e il dr. Boltani, membri della commissione scientifica del Parco Nazionale Gran Paradiso. La conclusione che se ne è tratta è deludente: le misure messe in atto per circoscrivere la portata del male, per arrestarne la avanzata, non hanno dato sinora risultati apprezzabili. La presenza della rabbia silvestre è stata riscontrata, rispetto al confini italiani, In due punti non lontani; nella provincia di Bolzano, In Valle Aurina, e nei pressi di Ginevra. Senza falsi allarmismi il problema va dunque affrontato. Che cos'è la rabbia silvestre? Come si diffonde? Come la si combatte? In breve si può dire che si tratta di una malattia infettiva acuta, che da alcuni animali, specialmente cani e volpi, si propaga all'uomo e ad altri animali, con la morsicatura o comunque con la penetrazione della bava infetta nel circolo sanguigno, attraverso ad una lesione della pelle. Il virus rabbico aggredisce il sistema nervoso e la sua azione è perniciosa, addirittura mortale anche per l'uomo, se non contra- stata con tempestiva vaccinazione. Il periodo di incubazione può essere di qualche decina di giorni e a volte anche di più. Perché c'è preoccupazione di contagio per il Parco Nazionale Gran Paradiso? Perché la notevole copertura boscosa favorisce una larga presenza di volpi, che da temute insidlatrici di domestici pollai, si fanno veicoli rapidi di diffusione della rabbia. Il direttore sovrintendente ing. Framarin è molto attento al problema, oggetto di studio da parte della Commissione scientifica del Parco. E intanto occhio alla volpe. Infatti, come giustamente rileva il prof. Balbo, l'anello di maggiore importanza nella catena del contagio in tutti i Paesi europei è rappresentato dalla volpe, tanto che, rlducendo dell'80% la popolazione volpina normale di un particolare habitat (cioè fino a un massimo di 0,10 o 0,20 soggetti per kmq), è stato possibile arrestare la diffusione della malattia; ma non appena la densità della popolazione volpina ha incominciato a risalire (il che è avvenuto nello spazio di 1-2-3 anni) la diffusione della rabbia ha ripreso con la stessa intensità di prima. L'eliminazione delle volpi nel Parco, alla luce del risultati degli esperimenti altrove compiuti, appare pressoché Impossibile; né con la caccia né con l'uso di gas tossici si raggiungerebbero risultati soddisfacenti. In habitat di montagna il 60-70% delle volpi vive in anfratti naturali e sotto grosse pietre per cui non è realizzabile alcuna forma di trattamento con gas tossici; né possono usarsi esche avvelenate, oltre che vietate, assai pericolose per altri animali. E' quindi necessario mutare strategia al fine di creare un « cordone sanitario » efficiente, con mezzi diversi da quelli sin qui sperimentati: e il prof. Blocca in tal senso sta orientando lo studio della Commissione, mentre il dr. Boltani rileva che intanto un primo passo pub essere fatto eliminando quegli sconci ecologici che sono gli immondezzai, le tanto « decorative » discariche, elementi di pullulazione e di concentrazione delle volpi. La situazione è sotto controllo: alcune norme profilattiche sono intanto adottate e altre sono allo studio, per la salvaguardia dell'uomo e di quel patrimonio faunistico di inestimabile valore che fa del Parco una realtà incomparabile, insidiata — quasi non ve ne fossero in abbondanza altri —, anche da questo pericolo. Una Imprevidenza sarebbe Imperdonabile. Gianni Oberto presidente del Parco Parco del Gran Paradiso: le «volpi» sono tenute d'occhio

Persone citate: Balbo, Biocca, Boltani, Framarin, Gianni Oberto

Luoghi citati: Austria, Bolzano, Francia, Germania, Ginevra, Italia, Padova, Svizzera, Valle Aurina