Il rifiuto dei professori

Il rifiuto dei professori Su oltre mille commissari, sostituiti 418 Il rifiuto dei professori I docenti contestano gli esami per i rimborsi irrisori e la sfiducia nella scuola "Quale diritto ho di bocciare o promovere uno studente che non conosco?" Su mille commissari della maturità chiamati a svolgere la loro attività nella provincia di Torino, 11 provveditorato ne ha sostituiti 418. Talvolta i funzionari, con vere e proprie acrobazie, hanno dovuto trovare un sostituto del sostituto. Le motivazioni sono sempre nel pieno rispetto delle norme: malattia, ragioni di famiglia. La verità, tuttavia, è diversa ed ha due fondamentali spiegazioni. Prima: le indennità « assolutamente non proporzionali alle spese ». Seconda: 11 desiderio di non farsi complici di giudizi che condannano la scuola più degli allievi. Vediamo rapidamente la questione economica ed analizziamo quella morale, attraverso le voci di coloro che hanno rinunciato. I rimborsi si possono calcolare, per un commissario che lavori in sede, in centomila lire lorde, per un presidente di commissione in 120 mila lire lorde. Ohi Invece arriva da un'altra città, oltre questi rimborsi, riceve una indennità di missione che, per Torino, si può calcolare intorno alle 11 mila lire lorde. « E chi ci vive — dicono unanimi gli Interessati — con questi soldi? Forse può jarcela chi va ospite di parenti. Tenuto conto poi che i rimborsi arrivano con oltre un anno di ritardo, è facile capire perché restiamo sulle spese ». La questione morale è, ovviamente, più complessa. Afferma un professore che ha rifiutato l'incarico nella commissione per il classico: « Sono in pensione da due anni, proprio perché questa scuola non la capisco più. Intendiamoci, non vorrei si pensasse, soltanto perché sono anziano, che guardo al vecchio nozionismo come ad un toccasana. Io credo nel dibattito, nel lavoro comune fra docenti e studenti. Credo nello studio critico, ma sono convinto che per criticare e dibattere, bisogna conoscere. Sono favorevole alla sperimentazione seria. « Ebbene, in una scuola che dà programmi antiquati, professori non sempre capaci, troppe libertà in nome della demagogia, che cosa possono imparare i giovani? Ed io, perché dovrei dichiarare immaturi tanti ragazzi non colpevoli delle proprie lacune? Ma, al contrario, come potrei truffarli, dicendo che sono pronti a proseguire negli studi? Ho preferito lasciare questo compito ad altri ». Il problema si fa più profondo per coloro che, professionisti, nei mesi scorsi si sono dichiarati disponibili per le commissioni. Afferma un architetto in commissione per la maturità geometri: « E' tutta una buffonata. Un minimo di preparazione ci vuole. Eppure io sento dire dai miei colleghi professori che il livello è quello che è. Quindi, siccome non si possono bocciare in massa, è necessario promuovere in massa. Ma con quale animo io dò un lasciapassare per il lavoro a questi ragazzi? Ho pensato a lungo, poi ho chiesto di essere sostituito ». La stessa decisione l'ha presa un medico odontoiatra. « Mi sono trovato di fronte a persone ingannate da istituti privati senza scrupoli, disinformate non soltanto sulle materie di studio, ma su qualsiasi possibilità futura di lavoro. Ho dato i voti che si meritavano. Mi hanno sollecitato a trasformare ì mìei quattro in sei. Non me la sentivo di truffare me stesso ed i candidati. Ho preferito abbandonare ». C'è chi ha fatto l'esperienza negli anni scorsi e non vuole ripeterla. Una giovane insegnante di latino spiega: « Ho tentato di ac- cettare questo esame per tre volte consecutive. Quest'anno non ho più resistito. Con quale diritto faccio ripetere l'anno a candidati che giudico solo in base ad uno scritto e ad uno pseudo-colloquio? Penso che, proprio adesso, qualcuno sta verificando la preparazione del miei allievi. Mi hanno detto i ragazzi stessi, che, qualcuno molto bravo, ha sbagliato negli scritti e si è emozionato agli orali. Se il verdetto sarà di bocciatura, non rispecchierà certamente la preparazione reale del candidato. Ma i commissari come potranno giudicare maturo chi è caduto all'esame? Per non trovarmi in questa situazione, ho rinunciato ». Ancora una volta emerge l'assurdità di questi esami. Non soltanto per gli studenti, ma anche per 1 docenti, cui si chiede di assolvere ad un compito delicato senza fornire loro gli strumenti necessari per farlo con serenità e serietà. Ed in questa situazione tutti si sentono vittime: gli studenti che comunque vada, soffrono incertezze e dubbi; i professori, posti nella condizione di promuovere o respingere spesso contro coscienza. Maria Valabrega

Persone citate: Maria Valabrega

Luoghi citati: Torino