Black out anche a Torino?

Black out anche a Torino? Dopo la "lunga notte violenta,, di New York Black out anche a Torino? E' possibile? Il direttore dell'Aem: "I perfetti automatismi di New York sono più indifesi di fronte all'imprevisto" - L'assessore Marzano: "Chiederò più luce per la città: è un antidoto alla violenza" • Quali le conseguenze dell'interruzione d'energia New York: li « risveglio » della città, dopo 25 ore senza energia elettrica, è stato paragonato al sorgere del sole dopo 11 ciclone. La « lunga notte », li « black out» ha fermato 1 servizi, ha bloccato la vita civile. Si sono scatenate le forze della violenza, la paura ha impedito alla gente di uscire di casa. Potrebbe accadere anche a Torino? L'alta tecnologia americana è stata vinta da un Incidente naturale. I computer delle perfette centrali statunitensi sono entrati in « tilt » a causa di un fulmine. Spiega l'ing. Bonicelll, direttore dell'Aem (Azienda elettrica municipale): «Dalle notizie lette sui giornali, è difficile capire che cosa sia successo a New York. I sistemi di collegamento, le reti elettriche utilizzati per servire un'area che è oltre 10 volte più estesa di quella torinese, sono estremamente automatizzati, hanno tanti pregi, forse un solo difetto: sono "inermi" di fronte all'imprevisto grave ». Ma — insisto — un « incidente » del genere potrebbe « colpire » anche la nostra città? Bonicelll è ottimista: «A Torino siamo rimasti al buio al massimo per mezz'ora e il fenomeno, anche nei casi piti gravi, non ha mal coinvolto tutta la città. L'energia per l'illuminazione pubblica è fornita tutta dall'Aem, ma quella per i privati, gli alloggi, i bar, ristoranti, ecc., arriva quasi per il 50 per cento dall'Enel, che ha un proprio sistema di collegamenti. Dovrebbe accadere una catastrofe, un terremoto per far saltare tutto ». Altri dati consentono ancora maggiore fiducia. L'energia elettrica per l'Aem viene prodotta da 9 centrali (S nella valle di Ceresole, 2 In valle di Susa, una a S. Mauro e infine dalla centrale termica di Moncallerl) ed è incanalata su 4 punti principali che circondano Torino. L'Enel — con la sua dimensione nazionale — ha una rete ancora più complessa. « Non vi sono però — aggiunge Bonicelll — automatismi tali da rendere tutto strettamente collegato. Quindi gli interventi sono più semplici. In molti casi, anche gravi, è sufficiente isolare il guasto per far ritornare il servizio alla normalità ». Dalla periferia l'energia elettrica corre nelle nostre case attraverso un « labirinto » formato da circa 10 mila chilometri di cavi. Duemila cabine di trasformazione la rendono utilizzabile per 1 servizi, per tutte quelle piccole cose a cui ci ha abituati la civiltà moderna. Fra queste, di fondamentale Importanza, l'Illuminazione pubblica. Dice l'assessore Marzano: « Il grave incidente accaduto a New York dovrebbe farci aprire gli occhi. Mi ha fatto riflettere e lunedì in giunta chiederò ufficialmente che il servizio di illuminazione della città venga potenziato ». Ciascuno di noi, a una certa ora della sera vede la via in cui abita illuminarsi. E' un fatto improvviso, consueto. Non ci badiamo quasi: eventualmente protestiamo se le luci non si accendono. Ma anche per questo c'è un servizio « speciale ». In una sede distaccata del Comune una persona abbassa quattro leve che mettono in funzione — a distanza — una serie di cabine di trasformazione (poco più di 40); altre, fino a raggiungere 11 numero di 81, vengono fatte funzionare o da cellule fotoelettriche sensibili alla maggiore o minore intensità della luce solare, oppure a orologeria. Con questo meccanismo le serate torinesi si colorano, i lampioni e le luci al neon ci tengono compagnia. Se qualche cosa non funziona nella centrale operativa si accendono appositi indicatori e le squadre di manutenzione intervengono per individuare l'inconveniente che, nella maggior parte del casi, è da attribuirsi al mancato funzionamento dell'impulso elettronico: quindi è sufficiente l'i innesco manuale » della cabina « ribelle ». Marzano aggiunge: « La struttura funziona. Unico "neo": la scarsità di personale. Finora forse non ci si è resi conto di quanto sia essenziale il servizio "illuminazione pubblica". La luce, di notte, è come l'aria: finché non te la tolgono non sai asbazppasimrrdn apprezzare il suo reale valore ». L'assessore conclude: « Se ne sono accorti a New York: al buio è successo di tutto. Anche a Torino — ad esempio in piazza Vittorio — quando abbiamo potenziato la luminosità dei lampioni, sono diminuiti i reati, le aggressioni, gli scippi. Con questo non riusciremo a eliminare il crimine, ma i delinquenti, i malintenzionati sotto il "riflettore" sono certamente meno sicuri che nella penombra ». Giuseppe Sangiorgio A Torino finora siamo rimasti al buio al massimo per mezz'ora, mai in tutta la città

Persone citate: Giuseppe Sangiorgio, Marzano