La banda dei ristoranti condannata a sette anni

La banda dei ristoranti condannata a sette anni Durante la cena spuntavano le pistole La banda dei ristoranti condannata a sette anni Terrorizzò i locali pubblici a maggio, facendo man bassa di portafogli, catenine, anelli, orologi e incassi della serata - Solo un quinto assolto La gang dei ristoranti, che nel maggio di quest'anno terrorizzò i locali pubblici torinesi portando a segno numerosi colpi, è stata condannata Ieri dalla seconda sezione del tribunale (pres. Lacquaniti, p.m. Giordano). Il capobanda Antonio Scoditti, 19 anni, via del Martinetto 6; l'autista Pietro Pistorino, 20 anni, c. Regina Margherita 127; i due gregari Luciano Porcella, 24 anni, c. Umbria 20 e Antonio Venditti, 20 anni, via Bari 22 (difesi dagli avvocati Andrea Deigrosso, Mlttone e Feria) dovranno scontare sette anni di reclusione e pagare la multa di un milione a testa. Il quinto Imputato, Domenico Ierardl, 17 anni (avv. Nisi), è stato assolto per insufficienza di prove. I giovani banditi, tutti pregiudicati, in una settimana avevano rapinato il ristorante « Da Pietro » di corso Vigevano, il « Vittoriano » di corso Grosseto, il « Duchesse » in via Duchessa Iolanda, « La Saletta » di corso Moncalierl e 11 « Marinella » di via Giuseppe Verdi. Mentre il Pistorino faceva da palo aspettando in auto, gli altri entravano nel locali con le armi in pugno facendo man bassa di portafogli, catenine, anelli, orologi, orecchini. Uscendo, naturalmente, portavano via anche l'incasso della serata. Il totale del bottino è stato di decine di milioni. L'ultimo colpo, andato a vuoto, è stato loro fatale. Il 27 maggio la banda, su una « 124 » rubata, attese che il geometra Carlo Barin! uscisse da una banca do¬ ve aveva ritirato due milioni In contanti e salisse In auto. Lo seguirono cercando poi di buttarlo fuori strada; il Barin! riuscì a sfuggire all'agguato e 1 malviventi furono costretti a desistere. Un testimone, che 11 aveva visti cambiare auto, forni utili indicazioni alla polizia. Poche ore dopo gli agenti fermarono lo Scoditti che vuotò 11 sacco facendo i nomi del complici e confessando le numerose rapine. « I piani dei nostri raid — ha ripetuto in aula 11 capobanda — li facevamo in un bar di via Bari all'angolo con via Don Bosco, dove eravamo soliti trovarci. Abbiamo sempre usato le stesse armi, due semi-automatiche calibro 7,65 e calibro 9, che poi nascondevo in camera mia, alla pensione Serena dove alloggio ». Degli imputati, l'unico a professarsi innocente è stato Domenico Ierardl. « Una mattina incontrai al bar Scoditti e Porcel la e, non avendo nulla da fare, \ andai con loro a prendese Pisto' rino e Venditti — ha detto il giovane —. Salirono su una " 124 " ma non andai con loro. Solo più tardi seppi che cosa avevano fatto ». Per lui 11 p.m. aveva chiesto il perdono giudiziale e 8 anni per gli altri. Il tribunale Invece l'ha assolto per insufficienza di prove, condannando 1 quattro — come si è detto — a sette anni di reclusione e un milione di multa.

Luoghi citati: Umbria