No alle auto in 96 vie

No alle auto in 96 vie Problemi del traffico, incontro a "La Stampa,, No alle auto in 96 vie L'assessore Rolando annuncia l'inizio graduale del piano - Le macchine in sosta vietata saranno rimosse - I tram trasferiti da via Garibaldi all'asse di via Pietro Micca - Occorre sistemare la rete interna della Ciriè-Lanzo e della Canavesana Il plano dei trasporti entra nella fase operativa. Il Comune — ha annunciato Ieri l'assessore Rolando — creerà una commissione tecnica consultiva e permanente per avviare un confronto sulle realizzazioni a breve termine con le categorie Interessate. In questa sede dovranno venire al pettine I «nodi» che, le pur tante consultazioni preventive, non hanno sciolto. Entro la fine del mese, ad esemplo. In 96 vie cittadine si Inlzlerà la «rimozione forzata» delle auto In divieto di sosta (costo lire 20 mila compresa la multa). Ora 11 provvedimento «punitivo» viene adottato di rado, solo In alcuni punti nevralgici del cento storico. Inoltre, sempre prima delle ferie, incominceranno 1 lavori per 11 trasferimento della sede tranviaria da via Garibaldi alle vie Pietro Micca e Cernala. Una rivoluzione del traffico che fa discutere: le categorie Interessate (Automobile Club, Camera dì Commercio, Unione Industriale e Associazione Commercianti) hanno dimostrato preoccupazione su alcuni aspetti del documento approvato In Consiglio comunale. Ecco il motivo di un confronto, avvenuto ieri a La Stampa. Interlocutori: da un lato, la giunta rappresentata dall'assessore ai Trasporti Rolando, con i tecnici ing. Scamardella ed arch. Porta, dall'altra i] presidente dell'Auto Club ing. Christiilin, il direttore dott. Sorrentino, ring. Vitolo; pei la Camera di commercio 11 presidente Enrico Salza ed il dottoi Ricotta; il dott. Tema dell'ufficio studi economici ed urbanistici dell'Unione industriale; infine l'architetto Bare ed 11 dott. Ponchia dell'Iscom (Ufficio studi dell'Associazione commercianti). I problemi. Viabilità. Domanda l'ing. Christiilin (Aci): « Perché, prima di partire con nuove misure non si applicane quelle già esistenti? ». Aggiunge: « Chiudere al traffico privato via Pietro Micca non ha senso. Vorrebbe solo dire maggiore caos in via Santa Teresa e via Alfieri. Perché non si studiano alternative in grado di snellire il traffico? Ad esempio con un "sensc unico" da piazza Castello a piazza Solferino con ritorno da via Santa Teresa? Infine perché l'amministrazione vuole eliminare i tram da via Garibaldi? ». L'assessore Rolando: « Non vogliamo punire nessuno. Però ci troviamo di fronte alla necessità di contenere un deficit dell'Atm che avanza ogni anno in progressione geometrica: attualmente siamo ad 80 miliardi. La prima parte del piano prevede soltanto una razionalizzazione della rete per renderla "equlpotenzìale", cioè diffusa su tutto il tessuto urbano. E' un momento sperimentale. Gli errori saranno corretti ». Interruzione: « Non vorremmo che eventuali ripensamenti fossero come quello mai avvenuto in via Madama Cristina. Non vi siete resi conto che le misure adottate lungo la direttrice che va da San Salvarlo alla Dora non sono servite a nulla? ». Rolando: « Non è vero. L'Atm ha risparmiato 600 milioni ». Vitolo (Aci): «In concreto un tram al giorno in meno su tutta la linea. Ci pare poco, rispetto ai quattrini spesi comunque dagli utenti del mezzo privato ». Da questa prima « scaramuccia », il discorso si allarga. Rolando: « Le interruzioni al traffico privato in via Madama Cristina o Accademia Albertina, sono un aspetto di una filosofia che privilegiando il mezzo pubblico farà risparmiare all'Atm e quindi alla città, 20 miliardi all'anno. Se consideriamo la spesa globale per il decennio della "variante del trasporti" sui 250 miliardi, ecco la convenienza di interventi sulla viabilità anche nel centro storico. Inoltre la maggior parte di questi fondi sarà utilizzata all'ammodernamento del materiale rotabile ». Ma le misure di viabilità "giocheranno" subito un grosso ruolo nel contesto urbano. Lo rileva per l'Associazione commercianti, l'arch. Bare: « Perché la giunta vuole penalizzare l grossisti con divieti di sosta a fascia orarla in centro? ». E a livello generale: « La struttura a rete, per il trasporto pubblico, sarà una conquista realizzabile a breve termine: verrà però calata in una realtà urbanistica ancora ferma al plano regolatore del '56, oppure — nella migliore delle ipotesi — alla cosiddetta "Variante 17" ». Il rischio che si corre — secondo Barò — è quello « di arrivare a punti di sofferenza per la città, proprio per il mancato coordinamento fra piano dei Trasporti e disegno urbanistico ». Conclude: « Constatiamo una eccessiva limitazione del traffico dinamico e statico, anche se ci troviamo d'accordo sulla costituzione di corsie privilegiate e protette per il mezzo pubblico ». Il rappresentante dell'Unione miiuimunumi uiiimmuuimuiiim industriale, dott. Tema non concorda con l'assessore soprattutto su un dato di fondo: « C'è stata troppa attenzione per la realtà di Torino e si è lasciato in secondo piano il problema del Comprensorio metropolitano. In tal modo il piano ci pare incompleto. Non sfrutta appieno le possibilità offerte dagli assi ferroviari accessori, non soddisfa le esigenze di una corretta ricollocazione dell'industria. Come Untone industriale stiamo mettendo la lente di ingrandimento su una " fetta " di territorio a Nord della città, fra le linee ferrate di Ceres e di Castellamonte. Siamo pronti a confrontare i risultati ». Il presidente della Camera di Commercio, Salza ha posto l'accento su alcuni problemi di attualità. Sul finanziamento statale previsto dalle leggi 1042 e 403, per un metrò che non verrà più realizzato: « Non credo si tratti di " rapinare " 180 miliardi alla comunità nazionale, ma di sapere dove indirizzare quei fondi. Non dimentichiamo i veri " nodi ": Torino è paralizzata perché manca una politica precisa sulla ricollocazione industriale, sul terziario superiore (insediamenti universttari, ecc.) sui centri direzionali. Ecco dove dovrebbe passare II rilancio di Torino: non certo spendendo 250 miliardi per costruire muretti che dividerebbero il centro della città ». Rolando interrompe: « I muretti — che poi sono alti al massimo 20 centimetri — non verranno realizzati in via Arsenale o XX Settembre, cioè in centro ma in periferia. Comunque anche questo problema sarà risolto o da un concorso di idee o da un ampio appalto-concorso ». Salza: « Ricorda assessore, quando le ho disegnato alcune piantine della città? In esse vi erano quelle che noi consideriamo le direttrici naturali per Torino: le linee ferroviarie per Rivarolo, Chterl, valli di Lonzo e Plnerolo. Su di esse potrebbero trovare posto tante industrie che consentirebbero di liberare aree in città. Non mi spiccerebbe, per la metropoli del 2000, un assetto urbanistico che tenesse conto del cosiddetto " piano Attua " che prevede il trasferimento dell'asse ferroviario all'esterno, lungo le tangenziali ». Giuseppe Sangiorgio Carlo Novara Tram, autobus e veicoli privati in città: il problema è stato discusso in una tavola rotonda a « La Stampa »

Luoghi citati: Castellamonte, Ceres, Ciriè, Novara, Rivarolo, Torino