La Cisl resta ancora divisa in due correnti di Luigi MacarioGiancarlo FossiLuigi Macario

La Cisl resta ancora divisa in due correnti Macario è stato eletto segretario La Cisl resta ancora divisa in due correnti Roma, 6 luglio. Con una totale spaccatura tra maggioranza e minoranza, il nuovo Consiglio generale della Cisl scaturito dal recente congresso ha eletto oggi Luigi Macario segretario generale e Pierre Camiti segretario generale aggiunto. Su 194 membri presenti (il Consiglio è di 212) Macario ha ottenuto 123 «sì»: quattro voti sono andati a Marini, due a Camiti, uno a Spaienza, 64 le schede bianche consegnate alle urne dai delegati della minoranza. Camiti ha avuto 126 voti favorevoli su 195 votanti, 64 schede bianche, tre disperse e due nulle. Fra una votazione e l'altra si è tentato, durante una sospensione dei lavori, di superare o almeno attenuare il contrasto, ma ogni iniziativa è stata inutile. La minoranza ha respinto le ultime proposte di Macario per una gestione «unitaria» della Confederazione, con la attribuzione di sette posti in segreteria alla maggioranza e tre alla minoranza senza coinvolgere Sartori, segretario generale della federazione dei braccianti, ma con l'impegno di individuare nel responsabile di una grossa struttura il quarto candidato da far entrare nella segreteria in occasione del prossimo Consiglio generale di ottobre. In questo atteggiamento drastico la minoranza ha anche deliberato di restare all'opposizione e di non partecipare, oltre che alla segreteria confederale, all'esecutivo e al direttivo unitario. «E' la conseguenza naturale — ha precisato lo stesso Sartori, uno degli esponenti del gruppo minoritario — di un congresso che si è voluto impostare sullo scontro. Purtroppo l'estrema sinistra della Cisl è riuscita nel suo obiettivo contrario all'unità per impedire verifiche sorprendenti sui risultati. Noi abbiamo fatto ogni sforzo, ma la linea di prevaricazione della maggioranza (che voleva designare i nostri rappresentanti) ha impedito un'operazione unitaria. Quindi, resteremo fuori, anche se è una decisione grave: la responsabilità della rottura è, però, certamente della maggioranza». Sartori ha aggiunto: «Nella Cisl si può sempre discutere, ma le nostre condizioni minime sono irrinunciabili». Il segretario generale ha cercato di sminuire la portata e le conseguenze della frattura. «Quello che non è stato possibile realizzare oggi — ha detto Macario — potrò essere conseguito al prossimo Consiglio generale». Più tardi, dopo la nomina dei cinque segretari confederali della maggioranza (Ciancaglini, Crea, Marcone, Romei e Spandonaro) e la conclusione dei lavori, Macario ha gettato altra acqua sul fuoco. Il chiarimento interno all'organizzazione — ha osservato con tono pacato — richiede ulteriori momenti di riflessione per tutti. Le divergenze, tutto sommato, hanno una portata limitata, in guanto riguardano prevalentemente i criteri di gestione dell'organizzazione. Alla luce dei recenti risultati congressuali ci si trova di fronte à due ipotesi di lavoro: quella tradizionale, per cui, definiti i rapporti numerici, la maggioranza e la minoranza scelgono ì propri rappresentanti; quella invece innovativa che punta ad una gestione politica unitaria, al servizio delle scelte congressuali, per avviare un reale rimescolamento delle carte». Macario si è pronunciato a favore di questa seconda ipotesi. Per evitare il pericolo di prevaricazioni reciproche ha proposto criteri che «sono del resto largamente consolidati nella selezione della classe dirigente della Cisl: sperimentazione in responsabilità politiche reali, grado di rappresentatività, rapporto con le scelte operative e politiche dell'organizzazione per attuare la sintesi più efficace tra verticalità (categorie) e orizzontalità (strutture territoriali)». Ha concluso: «Se non vanno bene questi criteri, se ne indichino altri. L'importante è che si operi per costruire l'unità interna ricercando un comune consenso». Meno conciliante, più aspro, Camiti si è limitato a dichiarare: «Allo stato, la minoranza non è disponibile ad entrare in segreteria. Il tempo, comunque, è sempre stato una grande medicina. Non vedo alternative, né cosa possa fare la minoranza che dovrà trovare in ogni caso un punto di incontro con noi e un accordo al suo interno». Molte e contrastanti le reazioni a tutti i livelli dell'organizzazione. Luca Borgomeo, segretario generale dell'Unione provinciale Cisl di Roma, «stortiano» ma contrario a Camiti, ha rilevato che le conclusioni del Consiglio generale additano nuovamente all'opinione pubblica e agli iscritti della Cisl chi si è battuto per l'unità interna prima, durante e dopo il congresso e chi invece l'ha contrastata. «La divisione della Cisl voluta dalla maggioranza — ha insistito Borgomeo — è un gravissimo colpo inflitto all'organizzazione in un momento in cui le esigenze di tutela dei lavoratori e la situazione del Paese richiedono una Cisl più forte, più autorevole e più unita». I risultati del Consiglio generale saranno valutati domani dalla nuova segreteria confederale. Anche i dirigenti del gruppo di minoranza terranno una riunione. La battaglia è aperta, si sussurra, senza esclusione di colpi. Giancarlo Fossi Luigi Macario

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