Muro di omertà impedisie di sapere perfino il nome del ragazzo mutilato

Muro di omertà impedisie di sapere perfino il nome del ragazzo mutilato Sempre più fitto il mistero sullo scoppio nella fabbrica Muro di omertà impedisie di sapere perfino il nome del ragazzo mutilato Sembra impossibile che una contravvenzione alle leggi sul lavoro giustifichi una simile reticenza - Nemmeno dopo l'arresto per favoreggiamento uno dei protagonisti ha voluto parlare La vicenda del giovane mutilato dallo scoppio di un compressore sta diventando un vero rompicapo per gli Inquirenti. A quattro gior. ni di distanza dall'Infortunio nella fabbrica di Grugliasco, 1 carabinieri di Collegno non sono ancora riusciti nemmeno a sapere il nome del ragazzo. Il maresciallo Chillemi continua a lottare contro un muro di omertà contro cui l'inchiesta si è scontrata fin dal momento della disgrazia. Anche il pretore, dottor Fioretta Rollerl, ha lo stesso problema e neppure con l'arresto per reticenza e falsa testimonianza di Giovanni Franzé, cognato di Giuseppe Andreacchio, è riuscito ad aprire una breccia. Stefano (così ha detto di chiamarsi sotto lo choc della mutilazione, ma nemmeno allora ha rivelato 11 suo cognome) è sempre al Nuovo Martini dove nel giorni scorsi gli hanno amputato il piede destro. Nessuno fino a ieri 6 andato a trovarlo, neppure 1 genitori che dopo la disgrazia hanno abbandonato Grugliasco, facendo perdere le loro tracce. Il magistrato l'ha di nuovo interrogato ma non è riuscito a sapere nulla di interessante. Sulle domande importanti ha sempre risposto in modo evasivo e quando gli hanno chiesto 11 nome ha detto di non ricordarlo. Naturalmente nessuno crede all'improvvisa amnesia e il suo atteggiamento ha due sole spiegazioni: tenta di coprire qualcuno a lui molto vicino oppure teme veramente, come ha detto a un vicino di letto, di essere ucciso se apre bocca. L'unica cosa che i carabinieri sono riusciti finora ad accertare è che la «Falmec» è un'Impresa a conduzione familiare. Alcuni operai sono legati da vincoli di parentela col proprietario, Giuseppe Andreacchio, che a sua volta, come abbiamo già detto, è cognato di Giovanni Franzé. Fra i parenti stretti c'è anche Pasquale Gailace, uno dei dipendenti, che abita con la famiglia nella villa di Caprie. Le attenzioni degli investigatori sono adesso rivolte verso Franzé un ex autista di 33 anni, sposato cor una piemontese e padre di due bambine. Nonostante sia stato arrestato sabato sera non ha mutato atteggiamento e continua a fornire una versione dei fatti poco attendibile. L'ex autista, per gli inquirenti, potrebbe essere il vero padrone della ditta e Giusep. pe Andreacchio solo un prestanome, la cosiddetta «testa di legno». L'ipotesi non è Inverosimile poiché non è facile spiegare come un ex pastore con la seconda elementare possa Improvvisamente diventare industriale. «Ho venduto l'ovile —- ha detto Giuseppe Andreacchio — e sono venuto In Piemonte con sei milioni. Dopo alcuni mesi ho aperto la fabbrica». Questa non è l'unica cosa inspiegabile. C'è anche la questione del genitori di Stefano: «Chi sono — si chiedono i carabinieri — e quale ruolo avevano nell'impresa?». Per ora è una domanda senza risposta. Le ricerche non hanno dato esito e Nunzio Pronziano (u- no dei nomi raccolti durante le Indagini) non esiste nell'anagrafe del comuni calabresi interpellati dal maresciallo Chillemi. Dell'uo. mo c'è solo una foto e niente altro. Andreacchio e suo cognato continuano a sostenere di conoscerlo solo per nome: Nunzio. Ieri pomeriggio 11 pretore, dottor Roller!, ha interrogato diverse persone fra cui Giovanni Franzé. Nulla è trapelato sull'inchiesta, si fe solo saputo che Giuseppe Andreacchio sarà ascoltato oggi e che sono previsti alcuni confronti. In pretura sono stati convocati anche gli operai della «Famec». tmimiuiiiiiimiiinimnnii'iumiimiiiim'1

Luoghi citati: Caprie, Collegno, Grugliasco, Piemonte