Rinviati a giudizio 3 industriali di Bruino per truffa allo Stato di oltre 1200 milioni

Rinviati a giudizio 3 industriali di Bruino per truffa allo Stato di oltre 1200 milioni Commerciavano benzina destinata all'industria plastica Rinviati a giudizio 3 industriali di Bruino per truffa allo Stato di oltre 1200 milioni Nel '71 erano amministratore e direttore della Sipca, e amministratore della Plastochemical Sei anni d'inchiesta - Vendute 8000 tonnellate di carburante senza pagare le tasse d'obbligo? Si è conclusa dopo sei anni l'inchiesta su una colossale truffa allo Stato che in poco tempo ha fatto intascare un miliardo e 200 milioni ad industriali senza scrupoli, frodando il fisco. Sono stati rinviati a giudizio Mario Mottola, 53 anni, abitante a Milano In via degli Ottoboni 11; Franco Filippa, 34 anni da Orbassano, via San Rocco 3; Claudio Biondi, 29 armi, da Bruino, via Leonardo da Vinci 5 che erano rispettivamente amministratore delegato, direttore e tecnico della Sipca di Bruino, un'azienda che trasformava 1 derivati del petrolio in cloroparafflne, ossia in prodotti destinati all'industria della plastica. Con loro finiranno sul banco degli imputati Pietro Sicurella, 39 anni, da Bruino, via Vincenzo Monti 2, amministratore delegato della Plastochemical e il consulente fiscale Pier Giorgio Pellegrin, 38 anni, abitante a Torino in corso Moncallerl 71. Sono accusati, oltre che di truffa, anche di numerosi falsi commessi per mascherare la loro illecita attività al funzionari del «Laboratorio chimico centrale delle dogane e Imposte dirette». Il raggiro viene scoperto nel '71 dalla Guardia di finanza di Torino che segnala alla Procura della Repubblica «notevoli evasioni all'imposta di fabbricazione» da parte della Sipca mediante ma. nlpolazione e sostituzione dei campioni di prodotto, e falsificazione delle firme di funzionari dell'Ufi!. In sostanza la società aveva ottenuto dal ministero competente una regolare licenza per trasformare i derivati del petrolio: poteva cosi acquistare dalle compagnie petrolifere ingenti quantitativi di carburante senza pagare l'Imposta di 154,82 lire al chilo. La Sipca però non era altro che uno specchietto per le allodole: si riforniva di benzina a |immiiiimm iiniiit ili in m 90 ottani (esente da imposta) ma | ne «clorurava» soltanto una piccola parte. Il resto, che manteneva tutte le caratteristiche del carburante da trazione, era venduto alia «Plastochematll» di Bruino, un'azienda di comodo, priva delle apparecchiature adatte a trasformare o lavorare 1 «prodotti cloroparaffinlcl». Quest'ultima società non era altro che una copertura, un serbatolo nel quale far convergere 11 carburante proveniente dall'azienda «madre» per poi venderlo come benzina senza aver pagato imposte. L'inchiesta ha accertato che in pochi mesi sarebbero state comperate e vendute circa ottomila tonnellate di carburante senza pagare le tasse d'obbligo, frodando allo Stato un miliardo 234 milioni. La truffa sarebbe cessata dopo sei mesi quando le indagini della Finanza misero in allarme i responsabili. Resta da chiedersi perché ci sia voluto tanto tempo per mettere 1 colpevoli con le spalle al muro procrastinando la fine dell'Inchiesta con 11 rischio, sottolineato dal giudice istruttore Gosso, di una «non improbabile prescrizione». Dopo il rapporto della Finanza inviato alla procura della Repubblica nel dicembre '71, l'allora sostituto dott. Tonlnelll formamin limili um luminili lizzò l'inchiesta che venne affidata al dott. Barbaro, a quel tempo giudice istruttore. Seguì un altro rapporto in cui 1 sospetti sarebbero stati inconsistenti e un altro sostituto procuratore chiese la chiusura del fascicolo, ma il dott. Barbaro fu di diverso avviso e approfondi l'inchiesta ottenendo risultati Importanti. Nel frattempo il magistrato, chiamato alla presidenza della Corte d'assise, lasciò l'ufficio istruzione e la pratica passò al dott. Gosso che dopo un'Indagine fatta a tamburo battente raccòlse gli ultimi elementi determinanti e nel dicembre dell'anno scorso spiccò 1 primi mandati di cattura. Fini cosi in carcere, oltre agli imputati, Carlo Alfredo Olivero, 37 anni, abitante a Torino In via Cassini 34, mentre restarono latitanti Pier Giorgio Pellegrin e Matteo Caiazzo, abitante a Torino in corso Siracusa 126. Solo cinque però sono stati rinviati a giudizio. Per Caiazzo e Olivero, il giudice infatti ha emesso sentenza di non doversi procedere rispettivamente «per non aver commesso il fatto» e per «insufficienza di prove». Se l'Inchiesta è terminata, restano comunque molti interrogativi. Come sono stati smarriti 96 cartellini e 62 piombini seque- strati dalla Guardia di finanza presso 11 «Laboratorio chimico centrale» di Roma? Che fine hanno fatto dodici campioni di prodotto, del quali non resta che l'Involucro? Qualcuno ha facilitato la truffa chiudendo un occhio e intascando la «bustarella» in premio? Come è stato possibile eludere 1 controlli di un ufficio severo come quello del- rota? Francesco Bullo Mario Mortola Pietro Sicurella Franco Filippa