Due dirigenti Fiat feriti a rivoltellate dalle "Br,,

Due dirigenti Fiat feriti a rivoltellate dalle "Br,, A Torino e Milano ancora agguati a cittadini inermi Due dirigenti Fiat feriti a rivoltellate dalle "Br,, Il funzionario della Fiat-Presse, colpito al rene, è grave - Le Brigate rosse: siamo noi - Il capo dei servizi tecnici della Om, colpito alle gambe, già dimesso dall'ospedale Alla lunga catena di attentati a dirigenti e «capi» dei grossi complessi industriali s'è aggiunto ieri a Torino un altro anello. Bersaglio di turno un funzionario della Fiat Presse, il geometra Franco Visca, 39 anni, dirigente del Servizio assistenza manutenzione. Un « commando » di tre giovani gli ha sparato 4 colpi di rivoltella davanti al portone di casa, in via Prinotti 9, mentre il dirigente usciva per tornare al lavoro. Le sue condizioni sono apparse subito gravi; tre proiettili gli hanno trapassato le gambe, un altro l'ha colpito ail torace. I medici delle Molinette l'hanno sottoposto ad un lungo intervento chirurgico, si è resa necessaria anche l'asportazione di un rene. Con due telefonate all'Ansa, le Brigate rosse ne hanno rivendicato la paternità. Sono le 14,10 quando il geometra Visca, terminato il pranzo, lascia il suo appartamento al quarto piano di via Prinotti 9 e sta per uscire dal portone del condominio. In strada alcuni bambini giocano. Quando il dirigente apre il portone di casa si trova davanti tre giovani, età 25-30 anni, due con il volto semicoperto da sciarpe. Non dicono una parola, uno estrae una pistola a tamburo e fa fuoco, tre proiettili alle gambe. Il Visca s'accascia, fa appena a tempo a gridare: «Disgraziati» ed un quarto colpo lo colpisce al torace, il proiettile penetra nello stomaco e nel fegato, gli spappola il rene destro. I tre attentatori fuggono precipitosamente su una «128» color azzurrino. Benché ferito e sanguinante il dirigente trova la forza per trascinarsi lungo l'androne, s'infila nell'ascensore e arriva davanti alla porta dell'alloggio. Alla moglie. Maria Pia Cresta che terrorizzata si trova il marito tra le braccia, dice: «Sto male, mi hanno sparato». La signora invoca aiuto, accorrono i vicini, qualcuno telefona all'ospedale e alla polizìa. Quando arriva l'autoambulanza, il Visca ha già perso molto sangue, le sue condizioni appaiono preoccupanti. Non riesce a parlare, solo lunghi gemiti. La moglie s'infila nell'autoambulanza che va alle Molinette. Viene subito sottoposto ad intervento chirurgico che dura quattro ore. Le sue condizioni, dopo l'operazione sono soddisfacenti, la prognosi è di quaranta giorni. Mentre il geometra Visca veniva trasferito all'ospedale, arriva alle 14,28 una telefonata all'Ansa. Una voce di uomo avverte: «Qui le Brigate ros¬ se, abbiamo ferito noi Franco Visca, responsabile del Som (Servizio assistenza manutenzione) alla Fiat. Emaneremo un comunicato al più presto». Lo sconosciuto ha interrotto la comunicazione. Alle 16,50, seconda telefonata anonima, sempre all'ufficio torinese dell'agenzia Ansa, sempre delle Brigate rosse. Rivendicano «l'azzoppicamento» del Visca. Al redattore che riceve la telefonata e che avverte il sedicente brigatista che il dirigente Fiat non era soltanto «azzoppicato» ma che si trovava in gravi condizioni, l'ignoto interlocutore risponde: «Al terzo o quarto colpo è scivolato. Capita a tutti di scivolare». Chi è il dirigente ferito? Ex allievo Fiat, prima impiegato e poi dirigente, moglie e un figlio di sette anni, pare che non abbia mai avuto minacce e che fosse benvisto dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali. Certamente il commando degli attentatori doveva conoscere a perfezione le sue abitudini, i suoi orari. La «128» azzurrina con la quale i terroristi sono fuggiti dopo l'agguato aveva una targa denunciata come smarrita nel maggio del '76. La notizia dell'ennesimo attentato (il trentunesimo ferimento alle gambe in Italia dall'inizio del '76, l'undicesimo di questo mese) è rimbalzata all'Unione Industriale dove erano in corso le trattative per l'integrativo Fiat, suscitando sdegno e indignazione. La Fiat, la Firn, la Regione, il Comune e la Provincia, i partiti hanno emesso comunicati di dura condanna: «Se lo scopo degli attentatori è quello di creare un clima di paura all'interno delle aziende — si legge nel comunicato Fiat — la risposta delle maestranze della Fiat deve essere anche questa volta di responsabile fermezza, nella convinzione che questi gesti criminali non troveranno terreno per sovvertire le istituzioni democratiche del Paese». Guido J. Paglia (Altre notizie a pag. 4)

Persone citate: Franco Visca, Visca

Luoghi citati: Italia, Milano, Torino