Il Santo Uffizio vuole giudicare mons. Lefebvre

Il Santo Uffizio vuole giudicare mons. Lefebvre Il Santo Uffizio vuole giudicare mons. Lefebvre (Dalla redazione romana) Città del Vaticano, 30 giugno. Nemmeno oggi vi sono state reazioni di sorta sullo «scisma Lefebvre» in Vaticano, dove la giornata era festiva perché ricorreva il quattordicesimo anniversario dell'incoronazione di Paolo VI. E' chiaro che il silenzio opposto ieri dal Papa alla sfida compiuta poche ore prima da Monsignor Lefebvre ad Econe non chiude affatto la vicenda. Il vescovo ribelle è, in pratica, considerato «autoescluso» dalla comunione con la Chiesa non solo perchè ha ordinato ancora 14 preti pur essendo «sospeso a divinis», ma anche per le incredibili accuse lanciate ieri da Econe. Secondo l'Ansa, l'ex Sant'Offizio (ora Congregazione per la dottrina della fede) verrebbe incaricato da'. Papa di giudicare Lefebvre. E' il parere formulato da teologi, ma non ancora assunto ufficialmente dalla Santa Sede. In sostanza, verrebbe sottoposto a regolare processo, anche per evitare che i suoi sostenitori accusino Paolo VI di ingiustizia quando il verdetto sarà pronunciato. In sintesi, proseguirebbe il meccanismo processuale già in moto da tre anni quando, nel '74, il Papa nominò una speciale commissione composta dai cardinali Garrone, Wright e Tabera per esaminare il «caso Lefebvre». Il giudizio fu negativo, come abbiamo riferito ieri. Il precedente più recente di un vescovo scomunicato è quello del sudvietnamita Monsignor Ngo Dihn Tue. Fu colpito nel '76 dalla scomunica perchè aveva illecitamente ordinato alcuni preti e vescovi in Spagna. Dopo essersi sottomesso al Papa e aver chiesto perdono, la scomunica venne tolta. Lefebvre, sinora, si è astenuto dall'ordinare vescovi. La cauta procedura scelta dal Vaticano si spiega anche con altre preoccupazioni. Nel seminario di Lefebvre, ad Econe, serpeggia fra gli allievi una crisi di pentimento per la disubbidienza al Papa. In Vaticano si vuole evitare che altri giovani cadano nello sconforto, dopo la recente morte di un seminarista — che si conferma dovuta a suicidio — sui fili dell'alta tensione, malgrado le smentite di ambienti vicini a mons. Lefebvre. Tuttavia Lefebvre ha continuato a ordinare preti malgrado la proibizione di esercitare il ministero sacro. L'ordinazione fatta ieri ad Econe di quattordici nuovi sacerdoti è la più grave e ha carattere di sfida aperta al Papa perché compiuta malgrado un triplice e pubblico divieto pontificio. L'ultima diffida del Papa fu fatta a Lefebvre nel Concistoro di lunedì 27 giugno, cioè due giorni prima del rito programmato ad Eco¬ nausmsdLcpdpm ne. In precedenza Paolo VI aveva scritto, il 20 giugno, una lettera autografa al vescovo ribelle. Il dossier che costituirà il materiale istruttorio è voluminoso, sìa per gli atti già noti, sia per quelli tuttora sconosciuti: gran parte della documentazione riguarda i discorsi o gli scrìtti nei quali Lefebvre ha formulato le sue "accuse" alla Chiesa post-conciliare e, infine, al Papa: in particolare di allontanarsi dalla ortodossia, di aver accettato idee modernistiche e protestanti, di aver stretto un patto con la massonerìa e il comunismo. Ieri il vescovo ribelle ha ordinato suddiaconi sedici seminaristi anziché ventidue come prevedeva: sei giovani si sarebbero ritirati all'ultimo momento, anche se il portavoce di Lefebvre ha sostenuto che erano ammalati. In segreteria di Stato è giunto un appello di un altro seminarista di Econe che chiede di lasciare Lefebvre: verrà ospitato in una casa religiosa di Roma. Il vescovo della restaurazione, Marcel Lefebvre

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Econe, Roma, Spagna