Altre restrizioni sono inevitabili

Altre restrizioni sono inevitabili L'accordo tra i sei partiti Altre restrizioni sono inevitabili Non credo che sia giusto affermare che l'accordo programmatico dei partiti riguardante il governo sia vacuo o vago. Certamente, si tratta di un enorme pentolone di brodo e altri ingredienti, in cui «pescare» i pezzi di carne e le verdure sostanziose non è un'operazione semplice. (Il testo è di una decina di fitte cartelle, per la sola parte economica). Ma la «pesca» porta a risultati molto considerevoli, sol che si abbia un po' di pazienza. Del resto, una volta tanto non siamo di fronte a un documento fumoso, con quelle frasi contorte e simboliche, a cui ci hanno abituato non solo i politici, ma anche gli economisti delle scuole neomarxiste, neoricardiane, neocambridgiane, eccetera. Il primo gruppo di «pezzi sostanziosi» riguarda la finanza pubblica e non sono «rose e fiori» anche se si tratta di provvedimenti necessari, dato il disavanzo finanziario. Si preannunciano gli aumenti delle tariffe dei pubblici servizi degli etiti locali, compresi quelli dei mezzi di trasporto pubblico, per i quali tuttavia, si avverte che non bisognerà esagerare, onde non scoraggiare il mezzo pubblico rispetto a quelli privati. Si fa notare giustamente che il basso prezzo dei servizi pubblici in certi comuni .porta a disavanzi ingenti (a Roma il tram è a 50 lire) di cui beneficiano abitanti di metropoli che non sempre sono fra i cittadini più bisognosi. Si preannuncia anche il cosidetto «ticket moderato» ossia il pagamento di una quota parte del prezzo (sia pure limitata) per i farmaci delle mutue onde contenerne lo spreco. Si preannuncia l'introduzione di una imposta sugli immobili, da destinarsi agli enti locali, con contemporanea abolizione dell'Imposta sugli incrementi di valore degli immobili e della parte di Ilor, ossia l'imposta locale sui redditi, riguardante i terreni e fabbricati. E' una proposta che io ho da vario tempo avanzato e che era sin qui avversala dalla de e dal pei, i quali ora invece la fanno propria per dotare i Comuni di responsabilità fiscali. Rimangono però, (come risulta dal documento) riserve del psdi e del pli su questo punto. Non è chiaro, tuttavia, che cosa questi partiti propongano, per le entrate degli enti locali, onde ridurne il disavanzo, che è fra le maggiori cause attuali dell'inflazione e della carenza di credito per le imprese e per l'edilizia e che è troppo comodo riversare sul «Pantalone» dello Stato. In materia di imposta sul reddito delle persone fisiche e di Iva il discorso è più vago: si preannunciano ritocchi di aliquote dell'imposta sul reddito, tenuto conto della svalutazione monetaria e per una più equa redistribuzione dell'onere fiscale. Non capisco, così, se si intendono ridurre le aliquote (considerando che l'inflazione ne accresce l'incidenza sostanziale poiché cinque milioni di oggi valgono il 18 per cento meno di cinque dell'anno scorso) o aumentarle, per sopperire alle esigenze di gettito. Io ritengo che sarebbe meglio lasciare le aliquote come stanno, anche per non fare impazzire uffici e contribuenti, con tanti mutamenti; mentre penso che la parte riguardante gli accertamenti (soprattutto per i redditi non di lavoro dipendente) dovrebbe essere resa più polposa, stai'", - do anche nuovi addetti agi. . sci dei centri di maggior gettilo fiscale o nuovi orari straordinari del personale fiscale attuale e non solo — come fa il documento — annunci di provvedi menti sulle procedure e la famosa anagrafe fiscale. Per l'Iva si preannunciano riduzioni di attuali agevolazioni di certi beni: ma si tratta di beni essenziali o meno? In materia di spesa pubblica è assai opportuna l'affermazione che bisogna rivedere i casi di cumulo di pensioni, le scale mobili anomale in materia di pensioni, nonché rivedere i meccanismi di erogazione delle pensioni di invalidità. Presumo che si voglia anche operare la revisione del metodo di calcolo della quota di pensione sull'ultima retribuzione, che attualmente può portare a certi gonfiamenti artificiosi dei diritti pensionistici: ma il testo qui è vago, forse perché la materia scotta. Noto la mancanza di cenni alle superliquidazioni, di certe categorie; possibile che non si possano porre «tetti» in materia? O forse certa gente non la si vuol mai «disturbare»? Si afferma poi che bisognerà aumentare i contributi previdenziali di certe categorie oggi favorite. In generale, il documento pone vari argini alla spesa pubblica, sia per la statale, che per la locale, che per la sanitaria oltreché per quella previdenziale-pcnsionistica. Non sarà facile operare in materia, ma si deve farlo ed è importante aveFrancesco Forte (Continua a pagina 2 in seconda colonna)

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