Il Vaticano tace ma la scomunica forse è già pronta

Il Vaticano tace ma la scomunica forse è già pronta Dopo la sfida di Lefebvre Il Vaticano tace ma la scomunica forse è già pronta (Dalla redazione romana) Roma, 26 giugno. Mons. Marcel Lefebvre, capo dei tradizionalisti francesi, continua a sfidare il Vaticano e se mercoledì prossimo, festa dei Santi Pietro e Paolo, non rinuncerà ad ordinare 14 nuovi preti e 22 suddiaconi incorrerà automaticamente nella scomunica del Papa. I segnali ripetutamente inviati da Roma al vescovo ribelle perché receda dal suo atteggiamento non hanno sortito alcun effetto e già da oggi Lefebvre potrebbe essere scomunicato. Stamane, infatti, contravvenendo nuovamente agli ordini del Papa, ha ordinato un nuovo sacerdote nel monastero benedettino di Flavigny-sur-Ozerain, nella regione di Digione, dove si trovano in attesa gli altri 36 chierici di Econe. Ciò non solo lascia intendere che il vescovo, sospeso a divinis l'anno scorso, non ha alcuna intenzione di piegarsi alla volontà del Papa ma potrebbe essere sufficiente a scatenare i fulmini della Santa Sede. Sei giorni fa, il por tavoce del Vaticano, padre Panciroli, disse chiaramente che nuove ordinazioni avrebbero significato la trasgres sione di un «formale divieto del Papa» e sarebbero state considerate come un passo «sulla strada verso una Chiesa separata». L'ordinazione di stamane potrebbe dunque bastare per la scomunica. Finora però non si registrano in Vaticano particolari reazioni. Sperando in una estrema possibilità di resipiscenza, si attende forse mercoledì allorché mons. Lefebvre, qualora non desista dalle 36 nuove ordinazioni, renderà, come gli scrisse Paolo VI, «irrimediabile la rottura con l'unità e carità della Comunione cattolica». Questa mattina Paolo VI, parlando ai fedeli raccolti in piazza San Pietro, è sembrato riferirsi, pur senza nominarlo, a mons. Lefebvre. Ricordando l'imminente festa dei Santi Pietro e Paolo, il Papa ha infatti raccomandato ai romani e a tutti i cattolici del mondo di «avere cara» Roma come sede di Pietro « primo vescovo » della Chiesa ma anche di Paolo «apostolo che alla Chie¬ sa romana scrisse la sua grande lettera teologica ». Rilevato che entrambi subirono a Roma il martirio e definitili «gli umili ma i massimi eredi dell'urbe immortale che a Roma tengono fisso il centro dell'unità spirituale del mondo e sempre vi predicano la civiltà dell'amore». Paolo VI ha invitato i fedeli a pregare «per questo cuore della Chiesa affinché nella fermezza della fede cattolica e nella ampiezza della sua cristiana carità sappia svolgere la sua missione di fratellanza, di civiltà e di introduzione alla vita eterna di Cristo».

Persone citate: Lefebvre, Marcel Lefebvre, Panciroli, Paolo Vi

Luoghi citati: Roma, Santi Pietro