Caccia a Bonnie con elicotteri e cani

Caccia a Bonnie con elicotteri e cani Presa dopo una tentata rapina la ragazza-bandito di Napoli Caccia a Bonnie con elicotteri e cani Anna Fersula ha 22 anni, già a sedici aveva organizzato a Napoli una banda di scippatori minorenni - Ieri con due complici assalta un'oreficeria di via Santa Giulia: c'è una drammatica sparatoria, i rapinatori fuggono, decine di " volanti " li tallonano fino a S. Mauro - Qui un intero quartiere viene posto in stato d'assedio: ma soltanto la ragazza rimane nella rete Anna Fersula, la « Bonnie del Vesuvio », è caduta nella mani della polizia dopo una drammatica caccia per le vie della città. Aveva partecipato alla rapina In una gioielleria con due complici, che sono riusciti a sfuggire all'assedio di decine di « volanti » e di « gazzelle » che si è stretto attorno a loro a S. Mauro, alla vigilanza dell'elicottero del carabinieri, al Auto dei cani poliziotti. Nella rete è rimasta lei, la bella ragazza che aveva cominciato la sua carriera criminale a Napoli e l'ha conclusa ieri, pesta e sanguinante, alle porte della città. Iti via Santa Giulia 44: sono le 15,30. La saracinesca del negozio di Paolo Dulbecco, 42 anni, già preso di mira dai rapinatori nel maggio scorso e nel gennaio di quest'anno (anche In quest'occasione furono sparati numerosi colpi di rivoltella), non è ancora completamente sollevata. L'ha lasciata a metà la moglie dell'orefice, Maria Mastrocola, per lasciare rientrare il cugino che di 11 a qualche minuto deve portare due caffè dal bar vicino. Nel varco s'infilano due rapinatori (mentre un terzo complice rimane a bordo di una Alletta metallizzata, davanti al negozio): « Uno, alto, capelli neri, giacca — ricorda 11 Dulbecco — ed una ragazza sul 20-23 anni ». Racconta l'orefice: « Prima ancora di capire cosa stava succedendo, l'uomo ha cominciato a sparare verso il soffitto, per farcì paura, mentre la ragazza cercava di trattenerlo: "Fermati, non sparare, non fare lo stupido" ». Ai primi colpi, la moglie dell'orefice si aggrappa gridando alle gambe della giovane, mentre il marito con un guizzo si rifugia nel retro per ricomparire con una automatica 7,65 nelle mani. La ragazza tenta di fermarlo puntando la pistola alla testa della moglie, ancora avvinghiata alle sue gambe: « Non sparare, se no lo uccido ». Ma ormai nessuno può più controllare la situazione. Le pistole crepitano in un selvaggio scambio di colpi, mentre la ragazza, per scrollarsi di dosso Maria Dulbecco, le tempesta sul capo col calcio della pistola. « Non ricordo guanti colpi ha sparato lui — dice l'orefice —. Certo l'intero caricatore della sua pistola a tamburo (sul pavimento del locale la polizia non ha trovato bossoli). Io ho fatto solo in tempo a sparare due colpi ». L'orefice deve la vita al vetro divisorio che lo separava dall'aggressore, che ha retto bene all'urto delle pallottole. Quando Venere Fanelli, una vicina di ne sozio, è accorsa, attratta dagli spari, ha fatto in tempo a vedere l'« Alfetta » metallizzata partire a tutta velocità. Sul pavimento del negozio, tra le braccia del marito, la Dulbecco si lamentava debolmente. Per fortuna la ferita al capo non è grave, la donna guarirà in pochi giorni. Mancano circa dieci minuti alle 16 e scatta l'allarme nella sala radio della Questura. Si comunicano a tutte le « volanti » le caratteristiche dell'AUetta blu metallizzata sulla quale si trovano 1 banditi. Pochi secondi e un equipaggio si inserisce: « Siamo in piazza Sofia, ci sono passati davanti adesso, li inseguiamo ». E si inizia la caccia all'uomo. In via Bologna c'è 11 primo momento di terrore. Dall'Alfetta si sporge una mano, stringe una pistola. Gli agenti sono a circa venti metri, non perdono tempo, sparano contro la carrozzeria alcuni colpi. I banditi perdono la testa. compiono nel traffico alcune manovre pazzesche, sfiorano alcune auto, rischiano di saltare sui marciapiedi e sui passanti. L'inseguimento si protrae ancora. Dalla centrale, via radio, le notizie giungono frammentarie, ma tutto è pronto per circondare i banditi. L'Alfetta si dirige verso la periferia, percorre a folle velocità strada San Mauro. All'incrocio con via Matteo Bandello di colpo sterza, si butta in una stradina tra vecchie case, basse, assiepate, fitte. La polizia è subito dietro, non c'è scampo. Ma la fortuna aiuta 1 banditi: un camion taglia la strada alla « volante », basta quell'attimo per far perdere i contatti. Dopo gli agenti vedono l'Alfetta frenare, tre persone fuggono a schiena bassa, si nascondono nel portone 56. «Sono qui, sono in trappola, fate in fretta», è la comunicazione che arriva in Questura. Passano pochi minuti e l'aria è lacerata dalle sirene, carabinieri e polizia, armi in pugno, sono preparati a stanare i rapinatori. Due agenti scendono nelle cantine, scorgono uria figura, le sono addosso. E* una donna, cerca di fuggire ancora, urla, si divincola, cade ferendosi al volto. Poi la trascinano fuori. Bastano pochi minuti alia cen- trale per sapere chi è. Anna Fersula, 22 anni, conosciuta come la « Bonnie ». Mentre tutta la zona della Barca è isolata, il traffico bloccato, le case perquisite una a una, si ricostruisce il personaggio. Il suo nome è venuto alla ribalta nel 1971: aveva organizzato a Napoli una banda di scippatori minorenni. I giudici l'hanno condannata a oltre due anni. Circa tre anni fa è arrivata a Torino, dove già abitava la madre. Dopo pochi giorni ha già trovato il suo posto nel mondo della gioventù sbandata, forse prende l'abitudine alla droga. Nel settembre dello scorso anno 11 suo nome viene collegato al tentato omicidio di Lionello Falciola, raggiunto da una scarica di lupara in una zona semideserta di Venarla. E' ricercata ma riesce a sfuggire agli agenti. Nel febbraio '77 è ucciso il barista Guido Brambilla nella pellicceria Marchisio di via Di Nanni: la polizia arresta Franco Raimondo, che confessa: «C'era anche Anna». Ora è nella « volante », 1 polsi ammanettati dietro la schiena, il volto ferito. « Che hai fatto? », le domandiamo. Sgrana gli occhi, sembra drogata, getta la testa all'indietro e risponde in fretta, quasi mangiando le parole: « Niente, niente, sto male ». Una passante, Luigina Nevi, 43 anni, crede di scorgere 1 banditi in fuga. Subito dieci, venti uomini, chi in borghese, chi con il giubbotto antiproiettile, accorrono. Anche l'elicottero dei carabinieri volteggia a bassa quota. Alle 17,30 giunge la voce ohe i rapinatori sono barricati con due ostaggi vicino ad una scuola, dietro al magazzino Sacs, a circa duecento metri. Un'altra rapida incursione delle forze dell'ordine: nulla. Si continua cosi per altre due ore. Solo verso le 19 appare evidente che 1 banditi sono riusciti ad allontanarsi. In Questura il dott. Fersinl, capo della Mobile, fa il punto della situazione con i funzionari Vinci, Sassi e Nlnetti. Anna Fersula è nel corridoio, tra gli agenti. Per un caso incrocia la proprietaria di un colorinolo ohe venerdì scorso è stata rapinata. « E' lei, sei tu — grida — sei tu che hai sparato ». Anche una commessa del supermercato Pam di via Salbertrand 67 è sicura: « C'era anche lei sabato ». Si Inizia cosi una paziente ricostruzione delle rapine compiute dalla banda. Nel prossimi giorni le varie tessere del mosaico forse troveranno una collocazione. «JVcm ne so niente, scrivilo, non ne so niente » grida Anna quando capisce d'essere stata riconosciuta. Servizi di: Adriano Provera, Massimo Boccaletti, Ezio Mascarino Maria Dulbecco viene portata in ospedale. Il marito Paolo; i due orefici che hanno reagito ai banditi. Anna Ferula capeggiava il gruppo: arrestata

Luoghi citati: Napoli, Torino