Riaccese vent'anni dopo il primo amore per concluderlo con un crudele omicidio
Riaccese vent'anni dopo il primo amore per concluderlo con un crudele omicidio Rinviato a giudizio il pittore astrattista Antonio Feola Riaccese vent'anni dopo il primo amore per concluderlo con un crudele omicidio L'aggravante della premeditazione proietta sul processo la minaccia dell'ergastolo - La vittima, una bella donna che lo aveva amato in gioventù, si era sposata e aveva due bambini Antonio Feola, 46 anni, « Tony » per gli estimatori della sua pittura astrattista, dovrà rispondere dell'omicidio premeditato di Concetta Polacchini, 38 anni, madre di due figli, sposata ad un Imprenditore di Settimo. Il giudice istruttore Caselli ha rinviato a giudizio 11 pittore che 11 17 gennaio scorso fece irruzione nella villetta a due plani dei coniugi Polacchini, In via Leonardo da Vinci 5, e uccise la donna sparandole contro l'Intero tamburo di una» 38 special ». Si concluse cosi una turbolenta passione che aveva condizionato tutta la loro vita. Antonio Feola e Concetta si conoscono a Torino nel 1956. Entrambi immigrati con le famiglie dal Sud, lei da Frignano di Caserta, lui da Teano. Il giovane è simpatico, brillante, disinvolto e 'nonostante l'incerta situazione fi¬ nanziarla (non ha lavoro, né mezzi) la ragazza accetta di sposarlo. Ma proprio durante i preparativi per le nozze la vera personalità di Antonio viene alla luce: è un violento, dal carattere chiuso e possessivo. In uno scatto d'ira si avventa contro la fidanzata con una lametta, la sfregia superficialmente. Viene perdonato, la crisi nel loro ì apporto sembra superata. Si fissa la data delle nozze e 1 due giovani firmano il contratto d'affitto per un alloggio in corso San Maurizio. Ma Antonio Feola è colto da un nuovo eccesso di gelosia. Accusa apertamente la donna di tradirlo, la aggredisce a coltellate e la ferisce tre volte, al ventre e al torace. Concetta Carbone è salvata con un delicato intervento chirurgico. Decide di abbandonare per sempre Feola. La storia, una delle tante storie d'amore e di gelosia, potrebbe finire qui. I due si rifanno una vita, entrambi si sposano e hanno figli. Ma Antonio Feola e un tipo che non dimentica: diciotto anni dopo si ripresenta a casa della donna. Concetta ora è madre di due figli, ha sposato un piccolo Imprenditore di Settimo. Nunzio Polacchini, contitolare della « Tecnocromo ». Feola esibisce cataloghi di mostre di pittura, articoli di giornali, recensioni di critici. Vuol far capire alla donna che adesso è arrivato. Un modo come un altro per far capire che « bisognava dargli più credito allora », diciotto anni prima. Non è stato facile sfondare. Feola è passato dal realismo al nudo, per approdare Infine al surrealismo. Ha conservato la foga giovanile, è sempre entusiasta e la sua presenza turba la tranquilla vita di casalinga di Concetta Polacchini: la donna non sa resistere al ricordo dell'antica passione, accetta la corte del suo primo innamorato. Perde addirittura la testa. Lascia casa, marito e figli e va a vivere con II pittore. Ma li lega soltanto una morbosa passione e la donna non è felice. Torna spesso a casa, è sempre indecisa se troncare o continuare la relazione. Finalmente dopo un lungo viaggio in Sicilia da parenti si convince a ritornare dai figli e a dimenticare per sempre il pittore. Antonio Feola non si rassegna e comincia a perseguitare la donna minacciandola apertamente di morte. E' In questo momento che la sua personalità distorta si ri| vela con tutta la violenza e la oru- _ deità possibili. Il giudice istrutto-1 cstpnbtrmmpnci12phpptopddndre non ha dubbi in proposito « Feoia non uccise in un impeto d'ira ma si preparò al delitto, giorno dopo giorno, covando dentro di sé un rancore sempre più feroce contro la donna, colpevole di resistere alla sua volontà. Le ripetute minacce rivolte al parenti di Concetta, quando la donna manifestò l'intenzione di troncare la relazione, la presenza del pittore nei giorni precedenti il delitto presso l'abitazione dei Polacchini, che egli stringeva letteralmente d'assedio; la telefonata della mattina del delitto con la quale egli cercò di attirare con un pretesto la donna fuori dalia villetta », dice 11 giudice istruttore, « sono tutti elementi sufficienti ad affermare che il Feola agì con premeditazione ». Con questa imputazione da ergastolo 11 giudice lo ha rinviato a giudizio della corte d'assise. In carcere Feola continua a dipingere. Un critico ha sintetizzato la sua pittura con l'espressione « lame taglienti di pugnali che penetrano nelle carni straziandole ». « Una frase che voleva forse essere laudativa — commenta il magistrato — ma nella quale è fin troppo facile cogliere un sentore vagamente profetico ». seGsoMamcg li pittore Antonio Feola - La sua vittima Concetta Polacchini e il marito
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