Un vertice, anzi molti vertici (tra i sei partiti, da domani) di Luca Giurato

Un vertice, anzi molti vertici (tra i sei partiti, da domani) Complicazioni nelle trattative per l'accordo Un vertice, anzi molti vertici (tra i sei partiti, da domani) Dopo la riunione (con tutte le delegazioni al completo), ci sarà forse un incontro ristretto ai segretari dei sei partiti - Malumore di socialisti, repubblicani e Cgil Roma, 22 giugno. Una serie di vertici, e non più un vertice solo; una nuova iniziativa di Craxi con la de e i partiti della non sfiducia; un accentuato malumore dei socialisti per il « quadro politico » che non cambia; un ancor piti accentuato malumore dei repubblicani per il nuovo programma di governo che non contiene molti dei punti economici che stanno loro a cuore; un interminabile incontro partiti-sindacati, durante il quale Luciano Lama ha espresso il suo vivo disappunto per la bozza del nuovo programma, a suo giudizio troppo generico e troppo poco incisivo. Sono questi i fatti più importanti di una giornata politica che ieri sembrava destinata a passare agli archivi nella routine, e che invece ha riservato una serie intensa e sconcertante di sorprese. Vediamo, in rapida sintesi, di registrarle una per una. Vertice. Si farà venerdì, com'era previsto. Ma non sarà l'unico e decisivo frutto di una trattativa durata oltre quattro mesi. Craxi, al termine di un incontro con Zaccagnini, ha spiegato con molta chiarezza come andranno (o come dovrebbero andare) le cose. Dopodomani alle 17, dopo l'incontro partiti - Conflndustria, ci sarà un primo summit, presenti le delegazioni dei sei partiti al gran completo. Una bell'ammucchiata, durante la quale la de dovrebbe leggere il testo definitivo del nuovo programma di governo. Dovrebbe quindi aprirsi un dibattito a cento voci sui punti di non accordo. Sono ancora parecchi, dal sindacato di polizia alle intercettazioni, dal costo del lavoro alla « Montedison ». Alla fine i sei segretari politici dovranno decidere se rivedersi, loro soli, il giorno dopo, sabato mattina, oppure augurarsi buon week-end e rincontrarsi la prossima settimana. Perché questa alternativa? La risposta è la seguente: se ai segretari sembrerà di poter sciogliere per conto loro alcuni dei problemi che resteranno ancora aperti dopo il summit delle delegazioni, allora il vertice del sabato si farà senz'altro; altrimenti, dovrà essere rinviato. Craxi. Al segretario del psi non sono assolutamente piaciute le voci, assai diffuse nelle ultime 48 ore, che tutti i giochi erano fatti e che ormai il vertice di venerdì sarebbe solo servito a siglare il documento programmatico. Tra l'altro, sostiene Craxi, la de non ha ancora fatto conoscere a nessuno l'ultima delle tante bozze di programma. Il segretario del psi ha protestato con Piazza del Gesù e oggi ha avuto un lungo incontro con Zaccagnini, con questi risultati: 1) la de invierà la bozza prima del vertice di venerdì, probabilmente già domani; 2) la de non dà l'accordo per scontato, come qualcuno continua ad affermare; 3) la de (e questa per Craxi non è una buona notizia) conferma di non voler cambiare niente del quadro politico: non vuole la crisi e non vuole il rimpasto. Al rimpasto è favorevole, come ormai è arcinoto, Giulio Andreotti. Ma il partito dice di no. Voci maligne, ma molto autorevoli, sostengono che la de dice di no perché, dopo, Andreotti sarebbe troppo forte. Chiuso lo scambio di opinioni con Zac « in modo abbastanza convergente », Craxi s'è incontrato con La Malfa e Biasini. Domani vedrà Berlinguer, Romita, Zanone. Quindi convocherà il « comitato centrale ». Malumore psi e pri. I socialisti non protestano solo per la « procedura », a loro giudizio non proprio corretta, che la de intendeva portare avanti; protestano perché la lunga trattativa non sembra destinata a dare risultati politici soddisfacenti. Lo dirà Manca domattina sull'Avanti!. « Ho l'impressione che alcuni socialisti non abbiano le idee chiare — ha dichiarato oggi il vicepresidente del gruppo de della Camera, Gerardo Bianco — passano costantemente dai temi programmatici al quadro polìtico e viceversa, determinando una sorta di atmosfera schizofrenica nelle trattative ». Se a Craxi sta a cuore il problema politico, al « duo » La Malfa-Biasini preme esclusivamente il programma, ed in particolare la parte economica. Questa parte, a giudizio dei repubblicani, è assolutamente insoddisfacente. Incontro partiti - sindacati. Si è concluso molto tardi e non è andato né bene né male, al di là delle solite dichiarazioni di circostanza. Comunque, è stato utile. I leaders della triplice riferiranno domani ai loro « gregari ». Con molto fair-play. Napolitano (pei) ha così sintetizzato le critiche di Lama: « Particolarmente valido ci è sembrato il richiamo dei sindacati alla gravità della situazione di crisi aperta in diversi settori industriali, con conseguenze e rischi estremamente preoccupanti per l'occupazione, soprattutto per il Mezzogiorno ». Luca Giurato

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