Che cosa contengono le cisterne piene di liquido "top secret,, ? di Renato Rizzo

Che cosa contengono le cisterne piene di liquido "top secret,, ? Pretore convoca il consiglio di fabbrica a Rivalta Che cosa contengono le cisterne piene di liquido "top secret,, ? Duecentomila litri di sostanze misteriose a pochi metri dal municipio - "La composizione è coperta dal segreto industriale, chi vuol saperne di più si rivolga alla Bayer di Ginevra " - Il sindaco Duriff : " Noi possiamo intervenire solo a disastro avvenuto " L'industrializzazione inconsulta ed imprevidente che ha stravolto zone sino a ieri quiete e salde nella loro piccola economia rurale, rischia di divorare se stessa con i problemi che ha originato. Rotto l'equilibrio sociale, turbato l'assetto urbanistico, «gonfiato» lo status demografico, Intaccato l'ambiente, s'è depauperata la qualità della vita in un processo di degenerazione che s'avvolge a spirale e precipita. Il problema ecologico è preoccupazione comune e viva per tutti i centri della cintura torinese punteggiati da insediamenti industriali. E' sentito con particolare intensità a Rivalta dove, in pochi decenni, 28 ditte tra piccole e grandi hanno scelto la loro sede: fumi, odori, rischio di Inquinamento per pozzi e falde, timore per la vita in fabbrica ed i raccolti «avvelenati». «Un attentato — si dice — ora subdolo ora evidente, ma sempre in atto». Nel corso di un caloroso dibattito organizzato dal «cronista per voi» nella sala del consiglio comunale e cui avevano preso parte circa 300 persone, alcuni operai, denunciando questa realtà, avevano «/affo f nomi». E cosi, 11 presidente Viglione, facendo seguito ad una decina di denunce del sindaco Duriff, aveva inviato un invito agli assessori regionali ed alla magistratura perché controllassero «nei fatti» la verità delle affermazioni. A una settimana dalla lettera del presidente della Regione, il consiglio di fabbrica della ditta Gallino («Rivalla è su una polveriera — aveva detto al «cronista» l'operaio Orione Fanti — a parte i disturbi degli operai in fabbrica, la ditta ha 10 cisterne con 200 mila litri di liquidi "top secret" a poche decine di metri dal Municì- pio. Se dovessero scoppiare sarebbe una nuova Se ve so») è stato invitato in Pretura per spiegare al magistrato la situazione. Come nasce, signor Fanti, il problema della Gallino che il consiglio di fabbrica ha messo sotto accusa per certe lavorazioni definite pericolose? Siamo nell'ufficio del sindaco di Rivalta, accanto a Fanti, l'assessore Naldini. L'operaio risponde: «Posso tracciare la mia storia di dipendente che corre parallela allo sviluppo della ditta. Ricordo che, nel 1962, appena entrato in fabbrica non riuscii a resistere neppure per le due settimane di prova nel reparto cut mi avevano assegnato perché mi sentivo mancare respirando quell'aria: si doveva stare 6-7 ore al giorno a contatto diretto con bidoni d'acetato e i medici, se ti lamentava, dicevano: "Da' retta, se trovi un altro posto, va' via di corsa». C'era, allora, come dice Fanti, la tendenza a «monetizzare il nocivo». Ed ora? «Negli ultimi anni si è arrivati a volte, a non trovare ti personale sufficiente per la rotazione in lavorazioni particolari come le mescole o il laboratorio per "carenza di adattabilità». Racconta poi la storia di un medico, il dott. Marcello Breusa, sanitario del gruppo cui la Gallino appartiene: «Era lui stesso a dire che sarebbero occorse determinate prevenzioni in certi reparti e gli operai avrebbero dovuto sottoporsi ad esami del sangue e delle orine. Ora è stato sotitulto con altri due medici incaricati di occuparsi delle condizioni sanitarie soprattutto degli addetti alla manipolazione di certe solarne chimiche». Il 4 febbraio '72 un'ingiunzione dell'Ispettorato del lavoro aveva imposto alla ditta di modificare entro un mese un vecchio impianto per l'«lniezione» del poliuretano: «E' stato smantellato poche settimane fa — prosegue Fanti — per non ricordare che a volte, gli operai sono stati costretti a lavorare tra pozze di prodotti chimici usciti dagli impianti. La composizione dei prodotti? Non si può sapere, è coperta dal segreto industriale. Giorni fa ad una delegazione che chiedeva spiegazioni è stato risposto: "Se volete saperne di più rivolgetevi alla Bayer" di Ginevra: è lei che ci fornisce il materiale». (La ditta, con una lettera al Municipio dopo una interpellanza del sindaco, ha però smentito che ci siano state perdite negli impianti sia interni sia nelle cisterne esterne). E il Comune? Duriff e Naldini si stringono nelle spalle con amarezza: «La legislazione, in materia di inquinamento, ci consente, come ente locale, di colpire soltanto "a fenomeno avvenuto". Possiamo solo, anche per quanto concerne altre fabbriche accusate dai cittadini di inquinare l'aria specie nelle ore notturne ("In frazione Gerbole — dicono alcuni abitanti — ti puzzo è talmente forte che ti sveglia") fare inviti agli organismi competenti e sollecitare controlli». Un episodio significativo, proprio in un momento in cui la polluzione industriale è trista protagonista di storie di malattia e di morte: a febbraio il Comune ha lanciato la proposta d'una tavola rotonda sul problema invitando il Comitato regionale per l'Inquinamento atmosferico, il laboratorio provinciale di Igiene e Profilassi e l'Enpi. Duriff mostra un documento che è come un segno di sconfitta: «L'adesione dell'Enpi, l'unico ente che s'è offerto di intervenire. Gli altri? Neppure una telefonata in cui spiegare di non poter partecipare "per precedenti impegni"». Una situazione grave, per molti aspetti sconvolgente. Accuse, indifferenza. E le fabbriche? «E' un discorso che merita d'essere approfondito — dicono alla direzione della Gallino — nei prossimi giorni la ditta chiarirà la sua posizione con Interventi sull'argomento». Un dibattito è aperto. Renato Rizzo Il sindaco Franco Duriff L'assess. Guglielmo Naldini Orione Fanti

Luoghi citati: Ginevra, Rivalta