Sostituisce Benelli il nunzio espulso da Mao nel 1951 di Filippo Pucci

Sostituisce Benelli il nunzio espulso da Mao nel 1951 E' monsignor Caprio Sostituisce Benelli il nunzio espulso da Mao nel 1951 Città del Vaticano, 14 giù. Giuseppe Caprio, 63 anni, nativo di Lapio, presso Avellino, è il successore di Giovanni Benelli (che va a Firenze cerne cardinale arcivescovo) nella carica di sostituto della segreteria di Stato di Paolo VI (in qualche modo equivalente all'ufficio di ministro degli Interni nei governi civili). Arcivescovo titolare di Apollonia, e dal 1969 segretario dell'amministrazione del patrimonio della sede apostolica, monsignor Caprio viene definito dagli osservatori un «benelliano», perché stretto da grande amicizia con il nuovo arcivescovo di Firenze, o un «montiniano», che è la stessa cosa. Affilato nel volto, giovanile di aspetto con i suo capelli ancora neri, sarà un Benelli nuova maniera, ma con poteri meno ampi. Le malelingue di curia dicono oggi che dal cambiamento ai vertici della direzione della Chiesa ne guadagnerà certamente il segretario di Stato, cardinale Jean Villot, francese, che privato della presenza super-energetica di monsignor Benelli, potrà probabilmente avere d'ora in poi più larga sfera decisionale. Monsignor Caprio peraltro viene dipinto anche lui come «efficiente» (monsignor Benelli era «Sua efficienza» per antonomasia), cordiale, provvisto di un certo senso dell'humor, ma fermo e deciso. Di lui, fino ad oggi confinato in un ufficio amministrativo, si sa poco. Non si era mai messo in vista e per questo la sua assunzione al posto di sostituto della segreteria di Stato è stata subito salutata da un bello spirito come quella di «un anonimo di curia». Ma Caprio, chiamato al difficile compito mentre il pontificato montiniano si trova ad affrontare problemi estremamente spinosi sopratutto in Italia, ha un passato diplomatico, in massima parte svoltosi in Paesi dell'Asia, che non si può sottovalutare. Nel 1947 fu inviato nella nunziatura apostolica di Nanchino, alle dipendenze del nunzio monsignor Riberi, e con lui visse l'avvento del maoismo nel 1949 e la dura fase della espulsione della rappresentanza papale dalla Cina comunista. Riberi ed i suoi due segretari, Unden e Caprio, nel giugno 1951 vennero imprigionati nella sede della nunziatura a Nanchino, e questa isolata da ogni comunicazione esterna, anche postale e telegrafica, e messa sotto la sorveglianza di due guardie armate. Poi sulla mezzanotte del 4 settembre fu a loro notificato l'ordine di espulsione immediata, sotto l'accusa di «spionaggio ed incitamento alla ribellione». Perquisiti ripetutamente, Riberi, Caprio e Unden alle 2,30 del mattino successivo, 5 settembre, presero la strada di Sciangai e poi di Hong Kong. Le successive tappe della vita diplomatica di Caprio furono alla nunziatura apostolica di Bruxelles, alla delegazione apostolica di Saigon, fino alla nomina a nunzio nella Cina nazionalista di Taipei, ove restò quasi otto anni, accreditato presso il governo del generale Ciang Kai Scek, e poi a prò nunzio a Nuova Delhi, in India. Filippo Pucci