Entro l'11 agosto fanno domanda i giovani in cerca di occupazione di Giancarlo Fossi

Entro l'11 agosto fanno domanda i giovani in cerca di occupazione Si applica la legge da poco approvata in Parlamento Entro l'11 agosto fanno domanda i giovani in cerca di occupazione I documenti necessari : libretto di lavoro, stato di famiglia, certificato di residenza, titolo di studio - Si prevede (con 1060 miliardi) di occupare circa 400 mila persone Roma, 13 giugno. E' entrata in vigore la legge, recentemente approvata dal Parlamento, che offre ai giovani la possibilità di trovare un'occupazione in particolari settori. Il provvedimento costituisce un primo atto concreto del governo per affrontare il problema della disoccupazione giovanile, che ha assunto proporzioni allarmanti: oltre un milione e mezzo di giovani (c'è chi dice molti di più) premono, senza risposta, alle porte delle fabbriche, degli uffici pubblici, delle imprese, preoccupati della crescente frattura tra la preparazione scolastica e il mercato del lavoro. Si propone di incentivare l'impiego straordinario nelle attività agricole, commerciali, industriali e di servizio, e di realizzare piani di formazione professionale. Fino al 1980 sono stanziati 1.060 miliardi di lire, così suddivisi: 90 miliardi per il 1977, 380 miliardi per il 1978, 320 miliardi per il 1979, 270 miliardi per il 1980 I giovani che intendano avvalersi delle nuove disposizioni dovrano presentare, entro il termine massimo dell'I 1 agosto, la domanda di iscrizione nella «lista speciale» per l'avviamento al lavoro alla sezione di collocamento del comune di residenza. Potranno farlo tutti i giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni. II ministero del Lavoro ha già diramato precise istruzio ni agli uffici provinciali, alle sezioni comunali e frazionali, invitandoli ad adottare ogni utile accorgimento per la migliore e tempestiva applicazione della legge. Al fine di evitare ai giovani lunghe code e agli uffici aggravio di lavoro, il ministero ha disposto che l'iscrizione possa avvenire solo dietro presentazione del libretto di lavoro, dello stato di famiglia e del certificato di residenza. Questi documenti, che dovranno essere richiesti al Comune di resi- denza, dovranno essere consegnati — insieme con eventuali attestati professionali e con il titolo di studio — al momento in cui il giovane si recherà all'ufficio di collocamento. Nella domanda gli interessati dovranno dichiarare i titoli di studio, le qualifiche professionali, la disponibilità ad essere avviati al lavoro per attività anche non corrispondenti al loro titolo di studio. Dovranno anche precisare la loro propensione ad essere assunti: 1) con contratto a tempo indeterminato, con la qualifica posseduta, presso le aziende private ed enti pubblici economici; 2) con contratto a tempo determinato presso amministrazioni ed enti pubblici (solo per i giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni); 3) con contratto di formazione, a tempo determinato, per conseguire una qualifica professionale attraverso il lavoro e la frequenza ad un corso di formazione (solo per i giovani dai 15 ai 22 anni, elevati a 24 per le donne e i diplomati, e a 29 per i laureati), manifestando la propria disponibilità per qualsiasi tipo di contratto o, in alternativa, per uno o più specifici tipi. Per facilitare l'afflusso delle domande verrà stabilito un calendario, scaglionando i giovani per lettere alfabetiche. Tale calendario sarà affisso davanti agli uffici interessati e reso noto, attraverso ogni possibile mezzo di comunicazione a cura degli uffici provinciali del lavoro. Si prevede che possano trovare occupazione a tempo determinato o indeterminato circa 400.000 giovani. Una cifra molto bassa, sostengono i sindacati, di fronte alla dimensione reale della disoccupazione giovanile, tanto più se si considera che solo una parte, non certo prevalente, riguarderà una sistemazione definitiva. «Nessuna delle misure adottate — si osserva negli ambienti della Federazione Cgil-Cisl-TJil — mira a rimuovere quelle che sono le cause profonde del fenomeno: la struttura produttiva del paese e il modo in cui è concepita in Italia l'istruzione e il preavviamento al lavoro». Giancarlo Fossi

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