"Si preoccupavano solo del guadagno indifferenti atta salute dei loro operai" di Francesco Bullo

"Si preoccupavano solo del guadagno indifferenti atta salute dei loro operai" Serrate accuse della parte civile contro i dirigenti dell'Ipca "Si preoccupavano solo del guadagno indifferenti atta salute dei loro operai" L'avv. Guidetti Serra: "Un'azienda che richiama il periodo vittoriano" - L'avv. Marselli: "Nel 72 si discuteva ancora l'attuazione di misure primordiali" - L'avv. Giordano: "I pericoli erano noti a tutti fin dall'inizio del secolo" « Più eloquente di qualsiasi libro bianco è quanto sto riepilogando in questo scritto che ti invio alla vigilia di recarmi per l'ennesima volta in ospedale. Quando sarà l'ultima? Ed ecco perché ti nomino mio erede morale... ». L'avv. Masselli con voce rotta dall'emozione legge una delle ultime lettere ricevute da Benito Franza, l'ex operaio Ipca morto un anno fa, che insieme al compagno Albino Stella portò in tribunale la « fabbrica del cancro ». Le parole del legale coprono il pianto della vedova, seduta alle sue spalle. « Erede morale — continua — in modo che tu, nella mia eventuale assenza, possa far risuonare nell'aula il grido di quanti sono morti ed hanno sofferto prematuramente. Fosse almeno il nostro sacrificio un atto eroico per tutti i lavoratori ». Di questo testamento spirituale Masselli e gli altri avvocati di parte civile sono stati i fedeli esecutori ieri, alla diciassettesima udienza. Hanno parlato per oltre sei ore a nome di chi non c'è più, di coloro che hanno visto morire giorno dopo giorno i loro cari tra sofferenze inumane, di chi oggi ha consuetudine con la morte « che si porta dentro, strappando a piccoli morsi uno spazio di vita sempre più sottile ». Hanno parlato a nome del sindacato, riconosciuto per la prima volta in Italia parte civile in un processo per « omicidi bianchi ». Accuse implacabili, documentate, che disegnano a fosche tinte la fabbrica di Clriè. « Nata e sviluppatasi con criteri paleocapitalistici ■- dice l'avv. Guidetti Serra — quest'azienda è l'espressione di una società che concepisce il lavoro come profitto e non tiene in alcun conto l'incolumità umana. Sembra di essere ritornati al periodo vittoriano quando al pane si aggiungeva l'arsenico per farlo diventare più bianco e venderlo meglio. Eppure questi sono imprenditori colti, quantomeno laureati, con una tradizione alle spalle, in grado di valutare rischi e pericoli. Si sfiora la consapevolezza e il dolo, ed è fuori discussione la negligenza o l'imperizia. Sono imprenditori da strapazzo — aggiunge rivolgendosi al banco degli imputati, per la prima volta deserto — incapaci o negligenti. Ma è più probabile che siano l'una e l'altra cosa. Ghisottì, Rodano e la loro compagnia si e n i e o e i o a , . e i a o preoccupavano di incentivare il profitto incuranti della salute degli operai, per molti dei quali resta l'attesa Ineluttabile della morte ». Ritornano nomi, date, fatti, testimonianze drammatiche sentiti nel corso del precesso. Una sequenza rapida e incisiva per tratteggiare le figure del dirigenti Ipca. « E' vecchio, ha dedicato la vita all'azienda, non possiamo mandarlo via », rispondeva Calorio con « retorica deteriore » a chi chiedeva la sostituzione del medico di fabbrica Mussa, «quello stesso Mussa le cui diagnosi erano scontate, "tutto bene, non bere, non fumare, prendi il bicarbonato" diceva agli operai che accusavano distvrbi ». « Va bene, chiuderemo il reparto, replicava stizzito Ghisottì dopo che erano morti otto dipendenti ». « Rodano, ambasciatore dell'Ipca, andava all'estero a vendere e comperare, ma sostiene di aver sempre ignorato i pericoli di certe produzioni ». Attraverso altri nomi, testimonianze, episodi, l'avv. Masselli ricostruisce le condizioni di lavoro in fabbrica, il sistema di produzione: « Era disastroso, si lavorava sema alcuna protezione, in maniera artigianale. Gli operai respiravano i vapori degli acidi. Quegli acidi che bruciavano loro la pelle e gli abiti ». « I pavimenti, le apparecchiature e tutta la fabbrica erano talmente intrisi che nel '72, quando si fece la prova chimica, si trovarono residui di benzidina: e la produzione era cessata da tre anni ». L'Ipca cioè, secondo l'accusa, non è mai cambiata. «Nel '72 si discute ancora sull'attuazione di misure primordiali. Si farà qualcosa solo dopo che il caso è scoppiato, quando la lista dei morti si è assestata su quelle cifre da capogiro che rendono assurdo questo dramma. Né la vicenda processuale né altri interventi di organi preposti al controllo riescono a scuotere lo staff dirigenziale che continua nella politica delle piccole concessioni ». Parla quindi dell'intervento della commissione Interna e del sindacato. « Abbiamo sentito che ogni richiesta in tema di igiene ambientale veniva elusa. O venivano tacitati con poche lire, o si rispondeva con il ricatto. I testi ci hanno detto che Rodano allargava le braccia e diceva che non restava altro che chiudere i reparti. Oppure si rispondeva che la fabbrica non l'avevano sposata ». « Eppure — ha concluso — gli imputati dovevano conoscere i pericoli ». Questa tesi è stata sviluppata dall'avv. Giordano che ha ricordato gli interventi legislativi in materia di malattie professionali e in particolare di tumore alla vescica provocato da anilina. Cita articoli di legge, rapporti, pubblicazioni scientifiche, relazioni di studiosi. « Dal confronto di questi dati — afferma — emerge chiaramente che il problema del cancro alla vescica era stato sufficientemente esaminato ed evidenziato fin dall'inizio del secolo. Ulteriori ricerche scientifiche limili t mimili munii m e interventi legislativi non fanno che confermarlo ». Termina contestando le tesi del periti della difesa: « E' inaccettabile il tentativo di dimostrare che le condizioni di lavoro all'Ipca sono migliori che in altre industrie, mediante la manipolazione di dati statistici. I tumori infatti sono stati accertati in ritardo in quanto l'indagine clstiscopica è iniziata solo nel '71 ». Il processo prosegue lunedi con gli interventi degli altri avvocati di parte civile che esamineranno le singole responsabilità degli imputati. Francesco Bullo Il folto gruppo degli avvocati di parte civile durante l'udienza di ieri in tribunale

Persone citate: Albino Stella, Benito Franza, Calorio, Guidetti, Guidetti Serra, Marselli

Luoghi citati: Italia