L'omicida tenta di svenarsi, poi chiama il giudice e racconta incredibili fandonie

L'omicida tenta di svenarsi, poi chiama il giudice e racconta incredibili fandonie L'inchiesta sull'assassinio della ragazza di 14 anni L'omicida tenta di svenarsi, poi chiama il giudice e racconta incredibili fandonie "Sono sceso in cantina e ho trovato due sconosciuti accanto al corpo senza vita di Maria Pia. Mi hanno ordinato di far sparire il cadavere" - Il magistrato: "Non si è fatto un passo avanti" Due fatti nuovi nell'Inchiesta sulla morte di Maria Pia Alparone, la quattordicenne assassinata in una cantina di corso Dante 75. Il primo: Alessandro Valle, il meccanico ventottenne che ha confessato di averla uccisa e di essersi poi sbarazzato del cadavere gettandolo giù da una scarpata in strada Maddalena, nella collina di Revigliasco, ha tentato di suicidarsi. E' accaduto il 29 maggio scorso, il giorno dopo che il meccanico era stato trasferito dalla camera di sicurezza dei carabinieri alle « Nuove ». I compagni di cella lo hanno trovato privo di sensi sul pagliericcio, con due tagli sulle vene all'interno del gomiti. Aveva perso molto sangue e si temeva per la sua vita. E' stato Immediata- | mente trasportato all'infermeria del carcere. Le ferite sono state tamponate e dopo poche ore è stato dichiarato fuori pericolo. La forte fibra gli ha consentito di superare quasi indenne la terribile esperienza. Non ha fornito una spiegazione al suo gesto, né agli agenti del carcere quando è stato In grado di parlare, né al magistrato quando ha conferito con lui. Seconda novità: l'altro giorno Valle ha inviato una lettera al sostituto procuratore Sciaraffa chiedendo di parlargli « per motivi di giustizia ». Il colloquio è avvenuto ieri pomeriggio alla presenza del difensore, avvocato Accatino. « Sono stato minacciato di morte da due individui che mi hanno costretto a scendere in cantina dove c'era il corpo di Mary senza vita — ha detto Valle —. Mi hanno obbligato a nascondere il cadavere nei sacchetti di plastica, costretto a salire su una 500, a trasportare il corpo fino sulla collina di Revigliasco, per poi gettarlo nella scarpata nel bosco in strada Maddalena ». Una versione completamente diversa da quella finora sostenuta. Ma quando il dottor Sciaraffa ha chiesto i nomi di questi due fantomatici individui Alessandro Valle ha detto di ignorarli. Non ha dato particolari sull'auto servita per il trasporto; né fornito altri elementi utili ad avvalorare la nuova versione. Insomma ha cercato di confondere una vicenda nella quale c'erano già altri dubbi da chiarire. Anche il tentato suicidio, che poteva essere dettato da un senso di colpa e da un bisogno di espiazlone, assume un significato ambiguo e contraddittorio, se confrontato al tentativo di scrollarsi di dosso il delitto attribuendolo a due sconosciuti senza volto. Il colloquio tra il Valle e il sostituto procuratore Soiaraffa è durato in tutto poco più di un'ora. Il magistrato si è limitato a dire, all'uscita dal carcere che l'inchiesta non ha fatto un passo avanti. Maria Pia Alparone, uccisa - L'assassino, Alessandro Valle, continua a contraddirsi

Persone citate: Accatino, Alessandro Valle, Alparone, Sciaraffa