Un ergastolano con 4 omicidi alle spalle capo della banda che sequestrò Navone di Claudio Cerasuolo

Un ergastolano con 4 omicidi alle spalle capo della banda che sequestrò Navone Il clan dei foggiani fa concorrenza all'anonima sequestri calabrese Un ergastolano con 4 omicidi alle spalle capo della banda che sequestrò Navone Secondo il magistrato, l'uomo, Vincenzo Parisi, 27 anni, si recò nell'ufficio dell'imprenditore con un complice (già identificato) mezz'ora prima del rapimento - In carcere 6 persone - In una cascina a Reagite la base dell'organizzazione L'anonima sequestri calabrese ha del temibili concorrenti: nuove bande criminali in cui militano delinquenti comuni che si dedicano alla lucrosa attività dei sequestri di persona. Ieri 11 giudice istruttore Sorbello ha spiccato mandato di cattura contro Vincenzo Parisi, 27 anni, capo indiscusso del « clan del foggiani », il quale avrebbe organizzato ed eseguito il rapimento del vicepresidente del Torino, l'imprenditore edile Giuseppe Navone, sequestrato 11 pomeriggio del 18 marzo scorso mentre parcheggiava la sua auto davanti al cinema «Fiamma» in corso Trapani e liberato 11 4 aprile dopo 11 pagamento di 600 milioni di lire. Secondo 11 giudice Sorbello, Vincenzo Parisi è il capo del « commando » che esegui 11 sequestro Navone. Mezz'ora prima del rapimento, 11 capo del «clan del foggiani» si recò negli uffici dell'Impresa dei fratelli Lodovico e Giuseppe Navone, in corso Montecucco 131 e chiese informazioni mostrandosi interessato all'acquisto di un appartamento. Con lui c'era un complice che è già stato identificato dalla polizia ma del quale, per 11 momento, si preferisce tacere 11 nome. Assicuratosi che Navone era partito da corso Montecucco diretto a corso Trapani, Vincenzo Parisi diede il via ai complici appostati nelle vicinanze del cinema « Fiamma », dove poco più tardi 1 fratelli Navone dovevano tenere una riunione di lavoro. Quattro uomini armati assalirono l'imprenditore mentre scendeva dalla sua « A 112 » e lo caricarono a forza su una « Bmw » rubata. La traccia che ha portato all'individuazione di Parisi e del complice, parte dall'arresto compiuto in Versilia, 11 22 aprile scorso, di quattro persone trovate in possesso di banconote « sporche » del riscatto Navone. Il benzinaio di un distributore all'uscita dell'autostrada Sestrl Levante-Livor- no riceve in pagamento una banconota da centomila lire dal quartetto che viaggia su una Fulvia coupé. Si Insospettisce e telefona alla polizia. Il « terminale » di Roma conferma che il biglietto fa parte dei soldi « pagati » dal parenti di Navone. La Fulvia viene intercettata poco dopo a Marina di Pletrasanta. I quattro occupanti, due uomini e due donne, recitano la parte dei turisti. Ma hanno In tasca altre 14 banconote da 100.000 lire che risultano della « partita » Navone e un libretto di assegni con versamenti di cifre considerevoli eseguiti 11 4 aprile, giorno successivo alla liberazione dell'Imprenditore. I versamenti sono a favore di un certo Walter Bordln. Ci vorrà del tempo e pazienti indagini per separare 11 vero dal falso. Uno dei due fermati si fa passare per Walter di Monte, 32 anni, foggiano. Un controllo delle impronte digitali consente di arrivare alla sua vera identità: è Giuseppe Iannelll, pregiudicato. Antonio Spanò, il secondo uomo del quartetto, ha 33 anni, è originario di Bronte (Catania) ma è vissuto a lungo a Foggia. Le due donne sono Angela Elvira Sperone, 22 anni, originarla di CarildrWac«PiSlè Cuneo e Caterina Lamparelli, 18 anni, di Monopoli (Bari). I quattro sono tradotti a Torino e interrogati, ma non parlano. Altri giorni di pazienti indagini sono necessari per scoprire che dietro 11 falso nome di Walter Bordln (ma a volte usava anche quello di Domenico Marchesane), si nasconde 11 capo del « clan dei foggiani », Vincenzo Parisi. Ha una condanna all'ergastolo inflittagli dalla corte d'assise di Savona 11 23 marzo scorso per un duplice omicidio in un night della Riviera 11 26 luglio del 1974 ed è sospettato di altri due omicidi a Foggia. II 14 maggio gli inquirenti hanno un altro grosso colpo di fortuna. In casa di Anna Maria Felizla. In via Sarre 5, trovano Vincenzo Parisi. I due sono stati processati una settimana fa dal tribunale per detenzione e porto d'armi e condannati. La donna a un anno, l'uomo a tre anni di carcere. Angelo Spanò risulta legato a Pier Carlo Grosso, 23 anni, studente universitario fuori corso, titolare di una piccola Impresa edile, detto « 11 conte ». E' proprietario di una vecchia cascina trasformata in « residence », In strada Forni e Goffi, che risulta affittata ad Antonio Spanò. Due vani sotterranei hanno un accesso che è stato ostruito di recente. Si cerca la cella del sequestrato. Ma sembra senza alcun risultato. La « cascina », è soltanto un punto di riferimento obbligato del « clan », luogo dove si può trovare sempre una « Bmw » o una « Kawasakl ». Ieri il giudice Sorbello ha cominciato una lunga serie di interrogatori. Dopo aver contestato a Parisi il ruolo di capo del « commando » che ha rapito Navone, ha Interrogato Spanò, che è stato tradotto dal carcere di Sai uzzo. Poi toccherà a Giuseppe Iannelll. Contro di lui c'è una accusa pesante: potrebbe essere il killer che ha freddato con cinque colpi di pistola Franco Imperio, nel ristorante « Baffone » di via Germanasca 37 /D, 11 22 maggio del 1976. L'elenco del complici facenti parte del « clan dei foggiani » è lungo, ma sembra che 11 giudice Sorbello stia per completarlo. Claudio Cerasuolo Giuseppe farinelli, Vincenzo Parisi, Antonio Spanò, Pier Carlo Grosso, Caterina Lamparelli e Angela Sperone: tutti in carcere per il sequestro dell'impresario Navone

Luoghi citati: Bari, Catania, Foggia, Roma, Savona, Torino