Casa per guardie e per "semiliberi"

Casa per guardie e per "semiliberi" L'ex caserma Lamarmora Casa per guardie e per "semiliberi" Lo stabile ristrutturato (spesa un miliardo) ospiterà anche un centro culturale di quartiere Lo Stato contribuirà con un miliardo, il progetto lo pagherà la Regione, il Comune stanziera i fondi per il centro civico: entro l'estate dovrebbe partire la ristrutturazione dell'ex caserma Lamarmora, una tenuta con parco e caseggiato deU'800 fra le vie Blxio, Bogglo ed i corsi Vittorio e Ferrucci. Ospiterà 90 guardie di custodia del carcere, 150 reclusi ammessi alla «semilibertà» ed un centro culturale (con biblioteca) e d'Incontro per gli abitanti dei quartieri Olt Turin e Cenisia. Tutto ciò hanno annunciato ieri in una conferenza stampa, il presidente Viglione, il sindaco Novelli, l'assessore Vindigni e il progettista, architetto Deorsola. Novelli ha spiegato il lungo iter per realizzare, oltre che una decorosa sistemazione per le guardie delle «Nuove», ora alloggiate in un seminterrato della prigione, il proseguimento della politica comunale di recupero di beni architettonici, per restituirli alla città sotto forma di servizi sociali. La convenzione, siglata con il ministero di Grazia e Giustizia, affida infatti una parte dello sta. bile (quello destinato alle guardie ed ai «semiliberi») allo Stato per 10 anni: nel peggiore dei casi entro l'88-'89 verrà restituita alla cìvica amministrazione che potrà destinarla ad altri usi. Se invece, ad esempio, la caserma per le guardie annessa al nuovo carcere delle Vallette fosse terminata prima, il Comune potrebbe riscattare l'ala della Lamarmora. Il progetto del Comune, ha spiegato l'architetto Deorsola, è ambizioso: consentirà, tra l'altro, di «reinserfre» reclusi per reati non gravi, mettendoli a contatto con la realtà del quartieri: essi, alla sera, potranno incontrarsi con la gente nel centro culturale annesso alle loro camere che saranno al massimo di tre letti con servizi. Il presidente Viglione ha illustrato 11 significato del progetto: «Tutto ciò che cade sul territorio della nostra comunità deve trovare raccordo nella Regione. Non siamo un ente avulso dallo Stato, ma, in autonomia, vogliamo contribuire a far crescere il Paese. In materia di carceri, diciamo al governo che il Piemonte ha già molti edifici per reclusi: sarà quindi sufficiente far funzionare quelli esistenti senza costruirne altri. I soldi stanziati per Alba e Biella, ad esempio, potranno servire a scopi diversi. Perché, invece del carcere, lo Stato non fornisce, con ricerche e fondi adeguati, a:qua alle Langhe?». Entro l'autunno '78 90 guardie carcerarie e 150 «semiliberi» potranno abitare in alloggi conforte, voli, in una «casa albèrgo» la quale, a parere dell'assessore Vindigni, segna una tappa importante nel recupero del patrimonio cittadino, che proseguirà (come lo stesso Vindigni aveva annunciato in un'intervista a La Stampa) con la ristrutturazione dell'ex sede Riv di via Nizza (diverrà una scuola) e di altre opere. Tutto questo lavoro si Inserisce nel risanamento del centro storico (alcune parti dell'ex Lamarmora sono cadenti, 11 muro di cinta verrà abbattuto e sostituito con una recinzione a rete con siepi verdi), nel riadattamento di vecchi edifici. La politica del beni culturali troverà la propria verifica in un convegno che in autunno chiamerà a Torino altre amministrazioni italiane, esperti ed urbanisti. g. san.

Luoghi citati: Biella, Piemonte, Torino