Misterioso voto di Amin in Europa per arrivare a Londra: ma dov'è? di Mario Ciriello

Misterioso voto di Amin in Europa per arrivare a Londra: ma dov'è? Il governo inglese non lo vuole al raduno Commonwealth Misterioso voto di Amin in Europa per arrivare a Londra: ma dov'è? Contraddittorie notizie: vuol scendere in un paese europeo e raggiungere l'Inghilterra con nave - La radio ugandese dice che "è arrivato", senza però precisare in quale località (Dal nostro corrispondente) Londra, 7 giugno. Alla fine di una giornata di annunci, di voci, di allarmi e di congetture, due cose soltanto sono sicure. Primo: il presidente Amin dell'Uganda è tuttora convinto di poter logorare i nervi del governo britannico. Secondo: questo governo è più deciso che mai, a non lasciarlo sbarcare in Inghilterra. Questa premessa era necessaria per comprendere lo scetticismo con cui sono accolte a Londra le notizie secondo cui il dittatore è partito, o sta per partire, da Rampala, è arrivato, o sta per arrivare, in Europa. Certo, è possibile: da un uomo come Amin, regista farneticante di una sanguinosa tragedia, ci si può aspettare di tutto. Ma si dubita. Si dubita, e si ride anche. Perché l'odierno thriller è cominciato in Irlanda, ed è quasi certo, stasera, che il governo di Dublino è scivolato non su una ma su diverse bucce di banana. Su altre bucce sarebbero caduti alcuni diplomatici europei a Rampa¬ la, la capitale dell'Uganda. Insomma, un pasticcio generale, che confonde ancor più la situazione perché, indipendentemente dalla spassosa vicenda irlandese, non sembra esservi dubbio che Radio Kampala ha annunciato la partenza di Amin, precisando che ha fatto scalo in un paese «amico». La commedia, quindi, non è finita. Si dovrà riparlarne. L'antefatto è noto. Amin dovrebbe essere a Londra, dove si aprirà domani il grande convegno dei capi di governo e di stato dei paesi del Commonwealth. Ma il governo britannico, con l'appoggio di quasi tutti gli altri leaders, ha comunicato al dittatore che la sua presenza sarebbe sgradita e che, in nessun caso, lo lascerà scendere su quest'isola. Nelle ultime settimane, la commissione internazionale dei giuristi ha inviato un rapporto all'Onu accusando Amin di aver assassinato in sei anni circa 100.000 persone. E l'ex-ministro della sanità Henry Kyemba, ora fug¬ gito in Inghilterra, sta rivelando nuovi spaventosi delitti paragonabili soltanto a quelli del regime nazista. Durante il week-end, radio Kampala informava che il presidente aveva rinunciato al viaggio a Londra: ma, ;ersera, annunciava che egli s'accingeva invece a partire. Non basta. Diceva che non avrebbe puntato subito verso l'Inghilterra, bensì verso un'altra destinazione europea, donde avrebbe raggiunto Londra via mare. L'avventura pareva confermata dal notiziario di questa mattina, quando radio Kampala segnalava che l'aereo di Amin era già decollato, da varie ore. E dava anche il nome di colui che avrebbe diretto il governo durante la sua assenza, il generale Mustafa Adrisi, vice-presidente e ministro della difesa. La scena si sposta a Dublino. Era mezzogiorno, e il governo irlandese stava per concludere una riunione, quando il premier veniva informato che l'aereo presidenziale era diretto verso la sua capitale. Allarme, confusione, panico. Un centinaio di soldati con sei autoblindo e robuste forze di polizia partivano subito per l'aeroporto. La notizia si diffondeva rapidamente, e verso l'aeroporto confluivano anche centinaia di curiosi. Dall'ufficio del premier giungeva questo comunicato: « Il governo non ha ricevuto nessuna richiesta ufficiale. Ha comunque vietato all'aereo di atterrare, a meno che non si trovi in difficoltà per mancanza di carburante ». Tutti questi sviluppi venivano riferiti a Londra al premier Callaghan, impegnato nelle celebrazioni per il « giubileo d'argento ». Ma dov'era il velivolo fantasma? Nessun radar lo aveva avvistato. Passavano i minuti, passavano le ore. A poco a poco, si ricostruiva lo straordinario «malinteso». Ad avvertire Dublino era stato — pare — un diplomatico occidentale a Kampala, che si era lasciato travolgere dal « troppo zelo ». A sua volta, il diplomatico sarebbe stato influenzato da altri colleghi. C'è di più. Verso le 14, la torre di controllo di Dublino diceva d'aver raccolto un messaggio proveniente da un Boeing 707 ugandese. Ahimè, poco dopo la torre doveva confessare un « errore » e spiegare che l'oscuro messaggio era stato trasmesso da un allievo pilota della linea nazionale, l'Aer Lingus. A questo punto, un giornalista irlandese ricordava che anche il pilota di Amin era irlandese, e decideva pertanto di scovarlo. Era in aria o a terra? Lo trovava per telefono ad Entebbe, mentre stava facendo il bagno. « Mi scusi, ne sa nulla lei di questo volo? » « No, nulla — rispondeva il capitano Ian Ferguson —. Come vede sono qui. E sono nudo ». E' una risposta che sembra porre fine a tutti gli allarmi, alle notizie di tentati atteraggi a Bruxelles, a Parigi e in altri luoghi. Ma il mistero non è del tutto dissolto. Radio Kampala ripete che Amin è partito, che è già tra "amici", che proseguirà domani, Alcuni cronisti hanno acuito la "suspense" informando che le autorità francesi sono disposte ad accogliere il tiranno. E' vero? E perchè? Come abbiamo detto all'Inizio, tutto è possibile. Mario Ciriello

Persone citate: Callaghan, Henry Kyemba, Ian Ferguson, Mustafa Adrisi, Rampa