Assoluzione per colonnello e maggiore la colpa è del ministero della Difesa? di Francesco Bullo

Assoluzione per colonnello e maggiore la colpa è del ministero della Difesa? Nella causa intentata da sei obiettori di coscienza Assoluzione per colonnello e maggiore la colpa è del ministero della Difesa? I giovani avevano presentato domanda per fare il servizio civile - Hanno accusato gli ufficiali di averle trattenute - La difesa: "Ci sono montagne dì pratiche, manca personale" Il tenente colonnello Armando Richelml e 11 maggiore Mario Palma, responsabili fino all'anno scorso dell'ufficio reclutamento presso il distretto militare di Torino, sono stati assolti dall'accusa di omissione d'atti d'ufficio. La causa era stata promossa da sei di loro: Silvio La Valle, 24 anni; Angelo Andrione, 20 anni; Giosuè Spina, 20 anni; Davide Babboni, 26 anni; Lucio Manin, 23 anni ed Elio Loccisano, 22 anni, che ieri in udienza (pretore Casalbore, cane. Roggia), si sono costituiti parti civili, patrocinati dagli avvocati Zancan, Ferrari, Lenti, Mi Lione e Costanzo. « Avevamo presentato le domande per poter fare il servizio civile invece di quello militare — dicono — e i due ufficiali dovevano inoltrarle al ministero della Difesa che avrebbe dovuto rispondere entro sei mesi. Le hanno invece trattenute mettendo il ministro neZI'impossibilitò di decidere e impedendo a noi di trovare lavoro perché sotto leva. Una "dimenticanza " che ha un preciso significato: si vuole boicottare il servizio civile per scoraggiare gli obiettori e indurli ad accettare il servizio militare ». Gli imputati, difesi dagli avvocati Lageard e Matta (l'Avvocatura dello Stato aveva rifiutato il patrocinio) si giustificano sottolineando la mancanza di personale e l'aumentato numero delle pratiche. « / ritardi che si sono verificati — spiega Richelmi — non dipendevano da noi. Bisognava istruire la pratica e non sempre carabinieri e questura erano solleciti nel mandarci le informazioni. Altre volte era ti ministero che lasciava passare mesi prima di decidere sull'accoglimento delle domande ». Aw. Zancan: « Ma con la nuova legge sull'obiezione di coscienza che cosa avete predisposto per far fronte all'aumento delle pratiche? » Imputato: « L'abbiamo fatto presente ai superiori, abbiamo mandato lettere, senza risultati ». Aw. Zancan: « Le pratiche per il servizio civile sono state poche, circa 300 ». Imputato: « Non avevamo solo quelle. Ce ne sono, ad esempio, altre 12 mila all'anno di studenti che chiedono il rinvio del servizio miti tare ». Subito dopo viene interrogato ! Palma che spiega il meccanismo burocratico e le sue lentezze. Un discorso astruso: sigle, cifre, regolamenti. Pretore: « Lo dica in italiano, non in linguaggio militare ». Palma semplifica: « Prima che arrivino ì documenti passano due mesi. Altri due occorrono per riunire il fascicolo. Normalmente In tre o quattro mesi avevamo tutto pronto e lo spedivamo a Roma ». Avv. Ferrari: « Come si spiega ti caso Spina? Per mesi ha atteso una risposta e quando è venuto a chiedere notivie l'avete mandato a quel paese ». Imputato: « Ha sbagliato ufficio. Forse ha fatto confusione e ha presentato i documenti all'ufficio leva, non al nostro ». L'udienza riprende al pomeriggio con gli avvocati dell'accusa che rinunciano a presentare conclusioni sulle vicende relative a Spina, La Valle e Babboni (è emerso che 1 due ufficiali non hanno responsabilità) ma chiedono al pretore di valutare se vi siano responsabilità di altri. Per i restanti tre casi sostengono invece che gli imputati vanno condannati. « CI sono responsabilità certo maggiori — dicono — ma questa non è una giustificazione. Se un funzionario pubblico si camuffa da distratto e si difende dicendo " non me ne sono accorto ", non ci troveremmo mai di fronte al reato di omissione d'atti d'ufficio ». L'accusa non risparmia 11 ministero: « E' emersa chiara e inequivocabile dai documenti e dalle dichiarazioni la sua volontà di ostacolare il riconoscimento delle domande degli obiettori di coscienza. Il boicottaggio è prati¬ cato richiedendo documenti, non previsti dalla legge, per i quali occorre un tempo molto superiore ai sei mesi previsti dato ti caos burocratico. Bisogna mandare gli atti all'Inquirente perché giudichi il comportamento del mtnlstro ». 1 difensori chiedono invece l'assoluzione con formula ampia perché non è provato il dolo: « I due ufficiali — sostengono — hanno cercato di far funzionare l'ufficio, hanno segnalato le caren¬ z3m ze. Nonostante le difficoltà, su 300 pratiche circa, una sola, quella di Dianin, è rimasta ferma ». Anche il p.m. Paola chiede l'assoluzione per non aver commesso il fatto (casi La Valle, Spina e Babboni) o perché il fatto non costituisce reato. Il pretore accoglie questa tesi assolvendo però Palma per insufficienza di prove in relazione ai casi Andrione, Dianin e Loccisano. Francesco Bullo Il col. Richelmi. Due obiettori di coscienza firmano per costituirsi parte civile

Luoghi citati: Roma, Torino