Il modello della Monaca di Monza

Il modello della Monaca di Monza MANZONI LO TROVÒ IN UN ROMANZO DEL '600? Il modello della Monaca di Monza Nei numerosi articoli apparsi in questi giorni su problemi di critica manzoniana, si accenna tra l'altro all'episodio della monaca di Monza e alla sua probabile fonte: La Religieuse di Diderot. In effetti, questa ispirazione è stata più volte sottolineata e variamente commentata dagli studiosi che si sono occupati dell'argomento, e costituiva fino ad oggi un punto fermo nella critica manzoniana. Tuttavia, proprio in questi giorni, presso l'Istituto di francese della Facoltà di lettere di Torino è stata ultimata una ricerca che aggiunge, a questo proposito, nuovi elementi. I risultati verranno presto pubblicati in « Studi francesi »; gli articoli apparsi invitano ad anticipare le nostre conclusioni. Il primo ispiratore dell'episodio della monaca di Monza non è probabilmente Diderot, bensì Jean-Pierre Camus (1584-1652), coi due romanzi Petronille e soprattutto Dorothée. Non è il caso di dilungarsi su chi sia J.-P. Camus: basterà dire in succinto quali sono i motivi per cui sembra valida l'ipotesi secondo cui questo autore francese sarebbe il primo ispiratore dell'opera manzoniana. In entrambi i romanzi francesi ricorre il tema letterario della « mal monacata »; J.-P. Camus è uno scrittore dell'epoca barocca, di quel primo Seicento che Manzoni volle fare rivivere nella sua opera; inoltre, Camus è uno scrittore cattolico (era vescovo di Belley) e nei suoi romanzi vive lo stesso spirito religioso che anima / Promessi Sposi. Ancora, tanto Camus quanto Manzoni hanno, nei riguardi delle protagoniste, un atteggiamento simile, ugualmente commisto di benevola accusa e di umana comprensione. A questi parallelismi si aggiunga tutta una serie di brani che presentano indubbie corrispondenze tra le opere dei due autori. Alcuni passi di J.-P. Camus trovano riscontra solo nel Fermo e Lucia, e scompaiono poi nei Promessi Sposi, altri rimangono anche nel testo italiano definitivo. In alcuni brani il richiamo è più evidente, in altri più velato; in alcuni la somiglianza riguarda temi, motivi e concetti, in altri precise espressioni. Pare opportuno segnalare qui, come esempio, un passo significativo, in cui l'analogia espressiva avvalora l'identità tematica. Si legge in Dorothée: « A mesure qu'elle avance era àge, croissent ses perfections, et d'esprit et de corps... ». Analogamente, in Fermo e Lucìa: « A misura ch'ella si avanzava nella puerizia, le sue forme si svolgevano in modo che promettevano una avvenenza non comune agli anni della giovinezza... ». Merita ancora aggiungere un altro passo, in cui entrambi gli autori esprimono perplessità sulla convenienza di narrare una vicenda troppo ardita, e avanzano dubbi sulla sua utilità per il lettore. Questo a dimostrare come l'impostazione stessa della narrazione abbia attinenze nei due scrittori, e come in essa si trovi la spiegazione di un certo stile. Scrive Camus in Dorothée: « L'on y dira qu'il eust mieux valu ensevelir ton Histoire dans le tombeau du silence, que de faire voir à la lumière du jour une désobéissance filiale... ». Manzoni, in Fermo e Lucia, esprime la stessa perplessità: « Avremo, dico, lasciato di pubblicare tutta questa storia, e ciò per non offendere coloro ai quali il rimettere nella memoria degli uomini certe colpe... sembra uno scandalo inutile... ». Già Manlio Duilio Busnelli e Luigi Russo, che si erano occupati del problema delle fonti della monaca di Monza, e del legame tra Manzoni e Diderot, rilevavano che, in questo accostamento, salta agli occhi la profonda differenza di « indole » e di « arte ». Questa differenza non si riscontra, invece, tra Manzoni e Camus; non può negarsi una vera affinità di « indole » e di « arte » tra i due scrittori. Alla luce di questa nuova fonte, l'eventuale accusa a Manzoni d'avere ridotto l'episodio diventa discutibile; pur ammettendo che Manzoni si sia parzialmente ispirato anche alla fonte di Diderot, pare meno giusto affermare che egli abbia troncato la narrazione, in quanto, probabilmente, era sollecitato da un'altra fonte più consona con la sua spiritualità e, più in generale, da una precisa tradizione letteraria di provenienza cattolica. Elena Boggio Quallio La Monaca di Monza in una incisione ottocentesca

Luoghi citati: Fermo, Monza, Torino