Capitani e generali di Mimmo Candito

Capitani e generali PORTOGALLO DAI GRANDI SOGNI ALL'AUSTERITÀ Capitani e generali Nel Consiglio della rivoluzione i capi militari moderati prevalgono sui giovani ufficiali "di aprile" Ma un netto spostamento a destra del governo potrebbe suscitare efficaci resistenze nelle forze armate (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, giugno. Otelo ha il divieto di dare interviste, Vasco Goncalves vive dimenticato in pensione, Fabiao è chiuso in un ufficio pieno di pratiche e di silenzi. I capitani d'aprile hanno perso. Esiliati o privati del comando, sono emarginati nel controllo del potere. Il « Mercato do Povo », dove le salsicce cotte sulla brace celebravano le feste del Movimento forse armate (Mfa), ora ha le baracche deserte. Nell'Alentejo, giovedì la Guardia Repubblicana ha fatto quarantun feriti tra i contadini che si opponevano a restituire la terra agli antichi padroni. Ramalho Eanes, il capo dello Stato, parla sempre più insistente di « nuove piattaforme politiche ». Non è difficile immaginare quali possano essere, con un governo minoritario costretto a cedere l'iniziativa al blocco del centrodestra. Il preambolo della nuova Costituzione democratica riconosce che il 25 aprile del '74 « ha rappresentato una trasformazione rivoluzionaria e l'inizio d'una svolta storica della società portoghese ». Ma il Portogallo non ha avuto una rivoluzione. La fine della dittatura è arrivata con un « golpe » militare, retto da una volontà — questa sì — rivoluzionaria e dalla fantastica utopia d'una Locietà terzomondista. Sfruttando entusiasmi e candori ideologici, la volontà ha potuto resistere fino a dar vita in qualche modo al suo progetto politico, la Costitucao del '76: vi è descritta « una società senza classi », e uno Stato che ha il compito di « assicurare la transizione al socialismo mediante la creazione di condizioni atte all'esercizio democratico del potere da parte delle classi lavoratrici ». E il socialismo? E' una Costituzione molto avanzata, la più moderna. Ma dell'Occidente. La perdita dei caratteri « terzomondisti» che ispirarono il socialismo dei capitaes de Abril non è solo la scelta d'un modello politico diverso, con la rinuncia a quella tensione originale ch'era alla base della elaborazione ideologica dell'Mfa. L'abbandono dell'Africa di Cabrai e dell'America del Che, e il « ritorno » alle barricate di Parigi e alle analisi tradizionali del marxismo, segnano il riconoscimento di una realtà e l'inizio d'una sconfitta. Questa Costituzione oggi è appena un quadro di riferimento istituzionale, il suo programma d'azione politica concreta s'è perduto nei meccanismi elettorali. La crisi della Revolugao, al di là degli aspetti economici e sociali, rivela una caratteristica politica ben definita: la incapacità della sinistra « civile » di essere lo strumento di realizzazione di quella convergenza antifascismo-antieurocapitalismo immaginata dalla sinistra « militare ». In termini realistici, la ricostituzione d'un equilibrio è ora dipendente solo dalla iniziativa della grande area moderata. La rivista dello stato maggiore dell'esercito — Nagao e Defesa — ha pubblicato nel suo ultimo numero uno scritto di Lucas Pires sul ruolo politico-costituzionale delle forze armate: scrive il deputato del cds che « le P.A. sono impegnate a garantire il fondamento della sovranità (la democrazia) e il suo obiettivo (la libertà) come un istituto posto in modo permanente a fianco del dettato costituzionale », ma « non debbono anche trasformarsi nel garante d'un ordine sociale, già esistente o ancora in fieri ». In realtà l'art. 273 comma 4 della Costituzione dice che « le fonie armate portoghesi hanno la missione storica di garantire le condizioni che permettano una transizione pacifica e pluralista della società verso la democrazia e il socialismo ». La differenza non è piccola: Lucas Pires non solo cancella la parola « socialismo », ma chiede che i militari abbiano un ruolo neutrale nella lotta di classe. Il deputato esprime le posizioni del suo partito, e ne ha tutto il diritto; ma quando queste ricevono l'avallo della rivista ufficiale delle gerarchie militari, vuol dire che il mutamento del quadro politico è già una realtà. Il processo, tuttavia, trova ancora alcune resistenze. L'Mfa scoprì la propria sconfitta alla fine d'agosto del '75, con il dimissionamento di Vasco Gongalves; la ribellione dei paracadutisti, a novembre, completò la normalizzazione, riportando i militari in caserma. Da allora, la legittimità si trasferì prima ai militari « operazionali » e poi al potere politico (la Costituzione, approvata ad aprile del '76 dopo un lungo negoziato, registrava già i segni di questa sconfitta con l'approvazione di un testo assai ridotto rispetto alle formulazioni iniziali di Melo Antunes). Ma l'equilibrio impossibile risultato dal voto elettorale non ha ancora consentito la definizione di un quadro stabile di rapporti tra i partiti, il processo di transizione continua a mostrarsi soggetto ancora a un intervento potenziale delle forze armate. La persistenza di questa incertezza appare risolvibile oggi, a livello politico, solo in uno sbocco moderato: fuori gioco la sinistra rivoluzionaria e il partito comunista, in grave crisi interna e di collocazione parlamentare i socialisti di Soares, il governo si mostra sempre più soggetto alle pressioni del psd e del cds. Ma le tensioni sociali che deriverebbero da uno spostamento formale a destra dell'asse governativo finirebbero per chiamare in campo ancora le forze armate, o comunque quanto resta dell'Mfa all'interno del Consiglio della rivoluzione. E' logico, quindi, che tutta la lotta politica si svolga ora sul tentativo di neutralizzare queste forze residue. Uno scontro è avvenuto nella prima riunione di maggio del Consiglio della rivoluzione, su una proposta di censura a Melo Antunes per alcune sue dichiarazioni all'agenzia ungherese Mti. L'ex ministro degli Esteri, nell'intervista, aveva ribadito il carattere socialista della Costituzione portoghese, ed aveva affermato di credere che questo obiettivo è raggiungibile « soltanto con una alleanza tra le forze della sinistra e gli uomini del 25 aprile, che restano il lievito della rivoluzione ». Il voto del Consiglio doveva chiudere definitivamente lo scontro, preparando l'espulsione di Antunes. Voto a sorpresa Il risultato è stato di 11 voti a 8, ma contro il giudizio dì condanna. Gli undici che hanno difeso Antunes sono tutti i capitani d'aprile. Contro Antunes c'era tutto il potere militare: il presidente della Repubblica Eanes, il vicecapo di stato maggiore generale, Loureiro dos Santos, i tre capi di stato maggiore, dell'esercito Vieira, della marina Souto Cruz, dell'aeronautica Ferreira, e Garda dos Santos, Almeida y Costa, Cardoso. Una spaccatura verticale, che numericamente dà un risultato, ma che politicamente, e a livello di rapporti di forza, esprime la conferma dell'aggregazione di un blocco comprendente tutte le gerarchie militari (più il capo dello Stato). L'imprevista sconfitta nel risultato del voto impone una tattica più cauta a questo blocco, anche se non ne tocca l'egemonia: la compattezza dei quadri residui dell'Mfa fa prevedere forti reazioni in una parte dell'esercito, se gli si tentasse contro una prova di forza. Da 210 mila tre anni fa, le forze armate portoghesi sono state ridotte ora a poco più di 50 mila uomini; saranno 36 mila all'inizio del '78. La rigida cura di dimagramento imposta dalle circostanze storiche e politiche del « Portugal novo » ha inciso fortemente sui settori e sui reggimenti considerati « gauchistes », ma la « epurazione » non è stata completa. E' più probabile, dunque, che il prossimo scontro sia solo indiretto. Se ne conosce già l'occasione: il giudizio a carico d'una cinquantina tra i più celebri ufficiali del « Movimento das Forcas Armadas ». L'accusa è «incapacità professionale e violazione dell'etica militare»: in concreto, avrebbero abusato del loro potere sbattendo in carcere nel periodo caldo seguito al « golpe » decine di cittadini solo sospettati di « comportamento antirivoluzionario »; alcuni prigionieri sarebbero stati anche torturati. Non appare affatto improbabile che qualcuna delle accuse sia fondata, ma è certo che la gran parte perde ogni credibilità, essendo sostenuta soltanto da noti fascisti e agenti della dittatura. Il « processo » si trascina da un anno e mezzo, la con¬ clusione dell'istruttoria fu resa pubblica in una circostanza che suscitò molte polemiche: la vigilia delle elezioni dì dicembre. Le parole «tortura» e «maltrattamenti» furono usate con dovizia dalla propaganda elettorale non solo dì psd e cds, ma anche dei socialisti di Soares: nella battaglia per la conquista dei voti, si rimetteva in discussione l'immagine pubblica dell'ala rivoluzionaria dell'Mfa tentando di coinvolgervi tutte le forze « politiche » che in qualche modo le si richiamassero. L'obiettivo dell'ala destra dell'esercito, che dal 25 novembre s'è conquistata il controllo delle forze militari, si salda all'obiettivo dei gruppi politici più moderati. Melo Antunes protesta: «Siamo indignati che i nostri compagni del 25 aprile siano giudicati da organi non rivoluzionari, come il Consiglio di disciplina, che sono le vestigia d'una gerarchia classica e di un'epoca cui la rivoluzione ha posto fine». Il riflusso è totale. Un altro « eroe » del 25 aprile, il capitano Figueiro Maia, sì dimette dal posto che occupa nel reggimento di cavalleria di Santarem, « per non partecipare a un altro 28 maggio » Cil golpe che mise fine alla prima repubblica, nel '26, conferendo i poteri a Salazar). Maia è turbato da due fatti molto sintomatici: la promozione a generale di brigata di un alto ufficiale che egli stesso aveva arrestato dopo il putsch spinolista dell'll marzo '75, e la designazione a comandante del reggimento di cavalleria di Oporto d'un colonnello che, nella notte di Grandòla Vila Morena, s'era opposto alla ribellione al regime di Caetano. Sono segni inquietanti, il clima politico è cambiato. Il tribunale civile incaricato di giudicare le responsabilità e i colpevoli del putsch spinolista ha stabilito che il tentativo di rivolta era « legittimo »; anzi, era « un dovere » a causa « delle violazioni dei principi costituzionali e del programma dell'Mfa » commessi in quel tempo dal potere politico. Un solo « crimine » hanno trovato questi giudici, nella condotta dei militari imputati: l'uso non permesso di due elicotteri, per portare in salvo in Spagna il generale Spinola e alcuni suoi gregari. Soares resiste, continua a dire: « Al mio governo non ci sono alternative ». Ma il generale Firmino Miguel, considerato da sempre uomo di Spinola, è il nuovo ministro della Difesa. Nella sfilata del 25 aprile, i soldati tradizionalmente « gauchistes » del Ralis avevano i garofani rossi infilati nella canna del fucile, nonostante il divieto delle autorità militari; quando sono passati davanti al palco di Eanes e delle gerarchie dello stato maggiore, hanno strappato i garofani dall'arma e li hanno lasciati cadere a terra. Tutti hanno visto il gesto, non c'è stato nessun commento ufficiale. Mimmo Candito Lisbona. Una dimostrazione di solidarietà con i militari rivoluzionari nel 1975

Luoghi citati: Africa Di Cabrai, Lisbona, Oporto, Parigi, Portogallo, Spagna