Grande offensiva contro i sequestri di Mino Maccari
Grande offensiva contro i sequestri Operazione setaccio; altri 27 arresti Grande offensiva contro i sequestri Dopo le retate in Toscana e in Lombardia, la settimana scorsa, una nuova vasta operazione è scattata in varie regioni italiane - Ventisette persone finite in carcere: altre sei ricercate Offensiva, su vasta scala — dalla capitale alle grandi città del Centro-nord, come Milano, Torino, Novara, Bologna ed in Sardegna (Nuoro e Sassari) — contro l'anonima sequestri. Nella notte di ieri i carabinieri hanno arrestato 27 persone; ordini di cattura, per complicità in rapimenti, sono stati notificati a 3 detenuti, mentre è ancora aperta la caccia a 6 banditi che sono riusciti a fuggire. L'operazione, scattata nella massima segretezza, con innumerevoli appostamenti, un centinaio di perquisizioni domiciliari e l'impiego di circa un migliaio di uomini, è ancora in pieno svolgimento. L'ordine di passare all'azione, per i carabinieri, è venuto dai magistrati romani che da tempo conducono le inchieste sui sequestri di persona (in particolare il giudice Pomarici) ed è il logico coronamento delle operazioni di «setaccio», compiute la settimana scorsa in Toscana (giorni 23 e 24 maggio) ed a Milano (mercoledì 24) contro le bande dei sardi che operavano a cavallo del Casentino e l'Umbria e contro le ramificazioni della mafia calabrese che ha messo le radici nel capoluogo lombardo e in Brianza. Quasi contemporaneamente i carabinieri di Milano infatti sgominavano due bande di rapitori (22 ordini di cattura, tredici persone fermate) mentre quelli di Siena ed Arezzo portavano in carcere sei sospettati per il sequestro dell'industriale milanese Marzio Ostini, scomparso dal 31 gennaio scorso da Cascina Bagni e del quale, nonostante il pagamento di un riscatto (si parla di tre miliardi) non si è avuta più notizia. Gli ar¬ restati a Siena, Viterbo e Grosseto, sono quattro sardi e due siciliani. Nel capoluogo lombardo l'offensiva dei carabinieri (siamo evidentemente di fronte ad una «presa di volontà ad intervenire» contro una malavita che si avvale di larghe complicità ed è pertanto difficile da individuare o più esattamente da «inchiodare» su precisi reati, anche perché si avvale di mezzi eccezionali e di denaro, praticamente inesauribile) ha permesso di sgominare due bande di rapitori che purtroppo hanno ancora in mano almeno due ostaggi: Angelo Galli, sequestrato l'8 maggio a Cesano Boscone e Giuseppe Scalari, rapito poco dopo a Trezzano sul Naviglio. Alle due bande milanesi che sarebbero propaggini della «n'drangheta», gli inquirenti attribuiscono i rapimenti di Clemente Vigna, Carlo Alberghini e Pietro Lazzaroni. Man mano che si scorre l'elenco degli arrestati, nelle tre operazioni, è facile intuire quali possono essere i collegamenti che ora, inquirenti e magistratura, dovranno approfondire. E' significativo, ad esempio, che nel «mosai- (Continua a pagina 2 in quarta colonna) co» trovi una precisa collocazione l'arresto, eseguito ieri a Bologna, di due studentesse universitarie, Perina e Rosanna Floris, 26 e 28 anni, sorelle dell'ergastolano Virgilio Floris, il rapinatore che uccise un carabiniere a Montelagoscuro di Ferrara. Le due studentesse avrebbero fatto da staffetta, fra l'anonima e il fratello, che aveva costituito a Caldonazzo. nel Trentino, con il bandito Giuliano Mesina, una nuova «cellula» per portare a termine rapimenti. Nella capitale, i carabir.iari hanno messo le mani, con azioni a ventaglio nelle borgate (Centocelle, Aurelio, Casalotti) e a Fiumicino, su elementi . fortemente indiziati per i sequestri del piccolo Claudio Chiacchierini ( 17 maggio a Torre in Pietra), dell'industriale calzaturiero Botticella (Camerino) e per altri episodi criminali. I collegamenti dell'aanonima» arrivano in Piemonte e Lombardia, s'innestano in Sardegna. E' nell'isola infatti che veniva reclutata numerosa «manovalanza». A Mamoiada, un centro il cui nome è divenuto tristemente famoso per la «faida» che in vent'anni ha fatto atrettante vittime e almeno una ventina di ferimenti, sono stati catturati personaggi legati a episodi recenti di criminalità e a due rapimenti risoltisi tragicamente, quello di Puccio Carta, il figlio dell'ex direttore dell'Alisarda, sequestrato tre anni or sono, ormai dato Omero Marraccinì Lei metta la firma, a dipingere ci pensiamo noi. (di Mino Maccari)
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