Ingrao: la democrazia corre seri pericoli di Gianfranco Franci
Ingrao: la democrazia corre seri pericoli Drammatico dibattito alla Camera Ingrao: la democrazia corre seri pericoli Roma, 13 maggio. Il ministro dell'Interno, intervenendo alla Camera sui nuovi sanguinosi disordini che hanno turbato ieri la capitale, è stato molto duro. Ha spiegato i motivi per i quali il governo non ha ritenuto di concedere deroghe al divieto di organizzare manifestazioni, ha difeso l'operato della polizia e ha parlato di «gravi atti di violenza compiuti con deliberata volontà provocatrice e di aggressione allo Stato da estremisti facinorosi». «Se vi è chi ha ritenuto cinicamente di fare la prova generale ver altre già preannunciate manifestazioni — ha ammonito Cossiga — spero che abbia compreso che non si intendono tollerare incidenti che possano aggravare la situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica a Roma e altrove e che il governo intende far rispettare l'ordine e la legalità con tutte le misure preventive e repressive consentite e con tutti i mezzi di cui le forze di polizia dispongono». L'aula di Montecitorio non è gremita come in altre occasioni simili. Molti deputati hanno già lasciato Roma per trascorrere il fine settimana nei luoghi di residenza o nei rispettivi collegi elettorali. Grava però ugualmente sulla assemblea una atmosfera di forte tensione. Nell'emiciclo sostano un gran numero di aitanti commessi pronti ad intervenire in caso di incidenti: una misura prudenziale che si è dimostrata fortunatamente superflua. Vi sono state interruzioni, anche vivaci, da parte di radicali e demoproletari, qualche - acceso scontro verbale tra comunisti e radicali e tra demoproletari e fascisti che hanno richiesto l'energico intervento del presidente Ingrao perché non si superassero i limiti di una corretta prassi parlamentare. Ma al di là di questo sembrava quasi palpabile la preoccupazione che l'attuale momento suscita in tutte le forze politiche responsabili. Se ne è fatto portavoce il presidente della Camera, Ingrao, in apertura di seduta. Dinanzi alla assemblea in piedi ha detto: «Voi ascolterete la parola del governo e darete le vostre valutazioni nelle Quali non spetta a me entrare. Io mi permetto di rivolgere un appello al senso di responsabilità di tutti, dinanzi ad uno stato di cose che ormai — adopero parole gravi e lo faccio meditatamente — contiene pericoli seri per il nostro regime democratico e cioè per quanto c'è di più prezioso per tutti. Dobbiamo stare attenti. C'è chi punta alla divisione e ad una spaccatura tragica nella reazione e spetta ad ognuno di noi avere oggi chiara coscienza di Questo pericolo». Cossiga ha quindi ricostruito la dinamica degli incidenti di ieri ribadendo la piena rispondenza del divieto di tenere manifestazioni pubbliche a Roma fino al 31 maggio alla esigenza di tutela dell'ordine pubblico. II divieto e fermamente mantenuto dal governo ed altre richieste di deroga sono state rifiutate . non Gianfranco Franci (Continua a pagina 2 in quarta colonna)
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