Senza questi blue-jeans saremmo "piccoli lords,,

Senza questi blue-jeans saremmo "piccoli lords,, Ma sono davvero tanto pericolosi? Senza questi blue-jeans saremmo "piccoli lords,, Calamity Jane, l'eroina del West, popolare protagonista di ballate e chitarrate attorno ai bivacchi dei mandriani, anche se le cronache dell'epoca non lo riferiscono, doveva soffrire di vaginite. Immagino infatti che anche lei, come i suoi colleghi maschi, assaltatori di diligenze, a cavallo ci andasse senza sottana ma con un bel paio di blue-jeans addosso. Peggio per lei. Poteva informarsi. Ormai i campanelli d'allarme squillano ad ogni secondo come nella caserma dei pompieri di Chicago durante il famoso incendio. Solo che è difficile trovare i vigili del fuoco capaci di estinguere le vampe. Mi hanno detto che l'aperitivo con il colorante mi porta alla tomba; del tabacco, poi, meglio non parlare. Avevo risolto anch'io certi miei problemi di vestiario con un paio di blue-jeans, debitamente stazzonati. Ora, sarò costretto a girare in mutande. Le grida manzoniane, aggiornate a questo maggio 1977 e valevoli per l'universo mondo, affermano che queste brache un po' grezze fanno male. Dunque: per le donne, vaginite in vista. Quanto agli uomini, che evidentemente sfuggono a questo malanno, essi corrono solo il rischio del tumore. Allegria! La malefica insidia si anniderebbe nei coloranti con cui viene trattata la telaccia nella quale infiliamo il sedere con le conseguenti appendici delle nostre due gambe. E pensare che i blue-jeans erano sbandierati come i feticci, i simboli della vita giovane e spigliata, buoni per tutti, per i ragazzi poco riguardosi della riga «à plomb» e per le contesse ultraottuagenarie che danno un party nelle ville di campagna, truccate da sculettanti sedicenni. Inutile, giovanetti! Dopo questo allarme, vi voglio vedere conciati come tanti scicchissimi piccoli lord, assettatuzzi e manierati, timorosi della macchiolina sul ginocchio, perché mamma è in agguato con i battipanni e lo straccetto imbevuto di trielina. Diamo anche l'addio, un po' tristi, a quei grandi ed eccitanti manifesti murali, dove (ondeggiavano pubblicitari glutei da leggenda, che magari, non senza qualche ragione, facevano inviperire le donne che ne erano sprovviste e quelle che giustamente vedevano il corpo femminile mercificato una volta di più. Se ci sfiliamo i jeans, con che cosa li surroghiamo? Non è una domanda da poco. Se faccio una gita in montagna o al mare, non me la sento di imbrachettarmi in un tweed, magari con i risvolti che battono sul piede. Si potrebbe magari pensare, se i soloni dell'indagine profilattica ci dimostrassero davvero che abbiamo ballato per tanti anni sull'orlo del crepaccio, ai calzoni alla zuava, come quelli indossati dall'ineffabile Tintin, il personaggio dei fumetti e del cartone animato che in queste settimane vediamo nel Supergulp televisivo. Danno, i calzoni alla zuava, un'aria in po' melensa a chi li porta, tra il piccolo esploratore e, appunto, lo zuavo pontificio. Però, come si dice, la salute prima di tutto. E allora (ma, per carità, solo nelle occasioni sportive) portiamoci pure a spasso questi pantaloni-mongolfiera, che stroncano le gambe a chi non è di coscia lunga ma nei blue-jeans si sentiva come Gloria Paul. Come l'eskimo, anche i blue-jeans erano diventati uno stendardo della democrazia. A Milano i sanbabilini, a Roma i pariolini: loro erano allergici a questo tipo di calzone, e adesso qualche medico appassionato di bizzarre statistiche ci viene a dire che sbagliavamo noi e avevano cento ragioni i fascisti, i ragazzini con il sedere nobile e le scarpe a punta, per mollare più incisive pedate negli stinchi degli avversari. La giovinezza, che è la sessualità tout court (e mi scuso con quelli della mia età che non vogliono arrendersi all'evidenza e defilarsi, almeno un poco, dai ranghi) trionfava nei calzoni stretti come il collo di un imbuto, fasciati quasi come una calzamaglia, ammiccanti nel gioco del «Ci vedi e non ci vedi». E' un puro caso se nessun magistrato di provincia li aveva condotti nelle aule della giustizia, come è avvenuto con minigonne e hot-pants, ormai al tramonto per altri motivi. Restavano questi simpatici straccetti, solitamente azzurri e sgualciti, a tenere in piedi l'idea di una vitalità da cow-boy, a renderci, magari illusoriamente, vecchi e giovani, un poco più eguali tra noi, malgrado certe barricate piuttosto difficili da saltare. Adesso, basta con i trucchi: tu, figlio mio, rivestiti come Lord Fauntleroy! Per me, in attesa, c'è una malinconica grisaglia scura. Carlo Della Corte Bella in jeans

Persone citate: Carlo Della Corte, Gloria Paul

Luoghi citati: Chicago, Milano, Roma