"Rifiutiamo la condanna a morte della Farmitalia,,

"Rifiutiamo la condanna a morte della Farmitalia,, Lavoratori scrivono al sindaco dì Settimo "Rifiutiamo la condanna a morte della Farmitalia,, Dopo la decisione di trasferire l'azienda dal centro della città, i 2000 dipendenti temono cassa integrazione o licenziamento «La giunta comunale di Settimo ha decretato la morte della Farmitalia». Così comincia una lettera indirizzata ieri al sindaco Cravero dai lavoratori dello stabilimento farmaceutico della Montedison iscritti al Gruppo di impegno politico (Gip) della democrazia cristiana. Il loro timore è di trovarsi ben presto di fronte alla prospettiva della cassa integrazione oppure al trasferimento o al licenziamento, dopo la decisione del Comune di togliere dal centro della città «il bubbone della Farmitalia». Il trasferimento dell'azienda a circa due chilometri di distanza per far posto — dice la lettera — ad una zona verde o residenziale, dpo avere consentito alla Farmitalia l'investimento di parecchi miliardi, facendo sperare ai lavoratori il mateniment noella f orza occupazionale, pregiudica direttamente l'esistenza dello stabilimento a meno di un "modus vivendi" tra la giunta comunale e la direzione Farmitalia, del quale i lavoratori non sono a conoscenza. Dopo *la constatazione che un insediamento industriale all'interno di una città non sia «urbanisticamente ed ecologicamente positivo», i lavoratori della Farmitalia «non credono che la sua estirpazione improvvisa e la ricollocazione in un'area limìtrofa alla città sia la soluzione ideale e sia facilmente effettuabile per i grossi problemi tecnici e finanziari che comporta». La lettera conclude ponendo tre interrogativi, che attendono dal sindaco «risposte positive e tranquillizzanti nel più breve tempo possibile». «Tenendo presente che la Farmitalia è in Piemonte l'unico stabilimento farmaceutico di un certo rilievo e l'unico a non appartenere alla Fiat, noi ci domandiamo: primo, la giunta ha tenuto conto delle implicazioni sociali, economiche e politiche che un suo allontanamento può provocare per i lavoratori? Secondo, se la Farmitalia non dovesse accettare il nuovo piano regolatore, quali saranno le sue decisioni? Terzo, i lavoratori della Farmitalia e le loro famiglie hanno la possibilità di imporre la propria volontà al¬ la direzione o per loro si presenteranno tempi duri (cassa integrazione, trasferimenti, licenziamenti)?». Il problema del trasferimento della Farmitalia riguarda circa duemila persone occupate nelle fabbrica o nelle aziende che eseguono lavori di manutenzione all'interno. «Non c'è nessuna sceita punitiva nei confronti della Farmitalia — ha detto in consiglio comunale l'assesso¬ re all'edilizia privata Rivoira — noi permettiamo che continui la produzione in altra sede, quindi non si pone il problema dell'occupazione». La direzione dell'azienda non scopre le proprie carte anche se dice che il trasferimento non rappresenta la soluzione ottimale. C'è però, da parte dei lavoratori, il timore di una fuga della fabbrica al Sud. p. gal.

Persone citate: Cravero, Lavoratori, Rivoira

Luoghi citati: Piemonte