Un uomo e una donna uccisi nello stesso modo Ritrovati l'uno a frana e l'altra a Revigliasco

Un uomo e una donna uccisi nello stesso modo Ritrovati l'uno a frana e l'altra a Revigliasco Si tratta di un unico, misterioso delitto oppure di una incredibile coincidenza? Un uomo e una donna uccisi nello stesso modo Ritrovati l'uno a frana e l'altra a Revigliasco Massacrati entrambi a colpi di pietra in testa, probabilmente nello stesso istante (tre o quattro giorni fa) e scaraventati dall'auto tra i cespugli senza documenti di identificazione - Tuttavia l'uomo è stato riconosciuto: un pregiudicato di Sinopoli (Reggio Calabria) - La sua famiglia era in guerra con un'altra: una faida sanguinosa Un cane che abbaia furiosamente ad un Involto di plastica affondato nel limo tra le sterpaglie, un passante che accorre incuriosito, scaccia l'animale, si china ad osservare da vicino il pacco ed arretra Impressionato. Cosi è stato scoperto ieri mattina, nel pressi di Revigliasco, il cadavere di una giovane donna uccisa a colpi di spranga o di pietra in testa. In serata il corpo di un uomo con il cranio sfondato è stato trovato abbandonato in un campo alla periferia di Trana, al polo opposto della cintura. Ohe ci sia un nesso tra i due delitti? Gli Inquirenti per adesso preferiscono non sbilanciarsi, l'Ipotesi però gode di un qualche fondamento: uguale la tecnica degli omicidi, un corpo contundente calato con forza più volte sul capo, più o meno uguali l'età delle vittime, entrambe sul 27-30 anni, all'inclrca contemporanee le morti. La donna è ancora sconosciuta: identificato invece l'uomo, un pregiudicato di Sinopoli (Reggio Calabria) la cui famiglia è in lotta sanguinosa con un'altra. « Le autopsie — dicono gli Inquirenti — saranno eseguite domani. Entrambi gli assassina risalgono a tre, quattro giorni fa. Certo, che ci sono alcune coincidenze, a dir poco, strane. I klllers hanno scelto località isolate, difficilmente accessibili, per sbarazzarsi dei cadaveri, solo il caso, come è avvenuto, poteva portare alle macabre scoperte in breve tempo. Inoltre, si sono premurati di privare i corpi di qualsiasi oggetto utile per l'identificazione. Via i documenti, via gli orologi, via eventuali anelli od altri ninnoli. Hanno lasciato soltanto i borsellini, con scarso denaro ». Il corpo della donna è stato scoperto In un anfratto erboso di strada Maddalena, la via collinare che da Revigliasco conduce al colle della Maddalena, un palo di chilometri prima del bivio che porta a Moncallerl, all'altezza delle villette al n. 110. Attorno alle 11,30 Giacomo Giangola, 62 anni, via Rovigo 12, esce dalla casa della figlia, si incammina verso Revigliasco. Pioviggina, la strada è deserta. L'attenzione di Ciangola è attratta da un cane che, distante una trentina di metri latra rabbiosamente sul ciglio alla foresta. « Si comportava in modo molto strano — racconterà al capitano Sechi comandante della compagnia di Moncallerl —. Abbaiava, sembrava voler gettarsi tra gli alberi, ma al tempo stesso ritraeva le zampe. Mi sono avvicinato, a fatica ho allontanato la bestia, ho cercato di vedere che cosa l'aveva attirata ». Scorge un Involto scuro, addossato ad un tronco, semiricoperto di limo. Giacomo Glangola si fa largo tra i rovi, scende il deolivo, arriva ad un passo dal pacco. Sobbalza, arretra inorridito: « Un mucchio di sacchi per i rifiuti, aperto verso l'alto. Sporgeva un volto sfigurato, chiazzato di sangue e limo ». Accorrono le « gazzelle » dei carabinieri, 1 necrofori, 11 pretore di Moncallerl, dott. Russo. Il macabro Involucro, chiuso a metà da alcuni giri di spago, viene disfatto. Dentro, rannicchiato, 11 cadavere di una donna, il cranio fracassato, 11 collo, le mascelle ed il naso lacerati dai topi. « Deve essere stato abbandonato tre o quattro giorni fa — notano gli Inquirenti —. Le intemperie non l'hanno danneggiato, purtroppo i roditori hanno fatto scempio della fisionomia, la poveretta potrà essere riconosciuta soltanto dagli abiti o dagli oggetti che gli assassini le hanno lasciato ». La giovane dimostra sul 27-30 anni, è alta un metro e 67 centimetri. Indossava una gonna bianca a pieghe, una camicetta lilla e rosa, ed una giacchetta jeans azzurrina. Calzava stivali di pelle. Un particolare strano: aveva due pala di mutandine. Niente anelli, orologio, catenina, nel suo sudarlo è stato trovato unicamente un borsellino di pelle, del tipo di quelli che si tengono annodati al collo, con 3500 lire; una madonnina di metallo, una chiave ed una medaglia conlata dal 1969 dalla Total con su una faccia uno scarabeo e sull'altra una miniatura del castello di Versailles. Chi potrebbe essere la sventurata? Per ora sono possibili tutte le congetture, ir Probabilmente — osservano 1 carabinieri — una donna abbastanza a mezzi: se era una prostituta, doveva esserlo di un certo qua! rango. Se ha avuto qualche noia con la giustizia sarà facile identificarla, attraverso le impronte dipi- tali. Se Invece era incensurata, ci troveremo alle prese con un bel rebus. 1 primi controlli tra tutte le donne scomparse negli ultimi mesi in Piemonte sono stati deludenti ». Dove può essere stato consumato l'omicidio? Gli investigatori allargano le braccia: «Impossibile dirlo: ma forse non molto lontano da strada Maddalena. Dal primi rilievi pare che il cadavere non sia stato compresso nel baule di un'auto, ma soltanto appoggiato, una volta avvolto nel sacco, sul sedile. Di sicuro, in questo caso, i killeis — non devono aver fatto molta strada prima di abbandonarlo. Chi si avventurerebbe mai a fare tanti chilometri con un simile passeggero sdraiato, dietro? ». Un'ipotesi destinata a cadere però se davvero il delitto di Revigliasco e Trana sono collegati. Ma, se le due morti sono opera delle stesse mani, come mai 1 cadaveri sono stati abbandonati in luoghi così distanti? « Forse — rispondono gli inquirenti — per confondere le piste, anche a costo di correre il rischio di incappare in un porto di blocco ». Il delitto di Trana, che pre¬ smlntmtfpddasmta senta molte analogie con 11 primo, è stato scoperto Ieri verso le 15 in strada Fianca di regione Belvedere: una località piuttosto Isolata che ospita abitualmente 1 picnic di famiglie in gita durante 1 weekend. Nel prato fradicio d'acqua giaceva 11 corpo di un uomo dall'apparente età di trent'anni, con il cranio sfondato a colpi di pietra; accanto alla vittima, priva di documenti, sono state rilevate tracce di pneumatici. Secondo 1 primi accertamenti medici la morte risale a quattro giorni orsono. Soltanto alcune ore dopo la ssaa(rlaacvrcolct scoperta del cadavere è stato possibile identificare l'uomo ucciso a Trana. E' un pregiudicato di 29 anni, Antonio Fllleti, di Sinopoli (Reggio Calabria), residente a Torino in via Sant'Agostino 17 con la famiglia; definito « delinquente abituale » aveva scontato già dieci anni di galera per reati diversi, ed era attualmente a Torino in soggiorno obbligato. Suo fratello Carmelo è ricercato come sospetto autore di due omicidi e di sequestri, ma forse la causa dell'ultimo omicidio, di cui Antonio Fllleti è stato la vittima, va ricercata più indietro nel tempo. Dalle prime indagini sembra infatti che una feroce faida abbia schierato a Sinopoli molti anni orsono, l'una contro l'altra, la famiglia Fllleti e quella degli Alvaro. Nel '69, quando stava per avere la peggio, tutto 11 clan del Fllleti si era trasferito al Nord: non è da scartare l'Ipotesi che a Trana sia ripresa la feroce faida Iniziatasi al Sud. La macabra scoperta di Ieri pomeriggio è stata fatta dall'operaio Fiorello Bertinetto, 43 anni, residente a San Bernardino In borgata Merlo e proprietario di alcuni terreni della zona. Stava controllando 1 danni causati dalla piena del Sangone quando ha scorto, vicino ad un cespuglio, nello spiazzo occupato dal gitanti durante 11 fine settimana, 11 cadavere di un uomo bocconi, col viso affondato nel fango fino alle orecchie. Terrorizzato, è corso ad avvertire il sindaco di Trana, Fernando Sada, che ha avvisato Immediatamente i carabinieri: sul luogo del delitto sono accorsi il maggiore Calisti, con 1 marescialli Severino e Alessandro, 11 pretore di Avlgliana, dott. Fulano, e l'ufficiale sanitario di Trana, dottor Venturello. Bruno, con corta barba e baffi, Antonio Fllleti vestiva calzoni di vigogna, scarpe marroni con suole di para, calze verdi, camicia a righe, pullover verde e giacca di velluto nero. Aveva in tasca soltanto diecimila lire un coltello a serramanico e un pettine; vicino alla sua testa sono state bravate due grosse pietre pesanti oltre venti chili l'una, certamente le armi del delitto. Numerose ecchimosi sul volto e una alla tempia sinistra, sommate alle tracce di pneumatici trovate accanto al cadavere, fanno pensare che la vittima sia stata stordita e poi condotta in auto sul luogo del delitto: nel prato nascosto di regione Belvedere l'assassino (o gli assassini) avrebbero quindi completato l'opera schiacciando freddamente il capo dell'uomo con uno dei pesanti massi. La bocca della vittima, piena di terrà, è un particolare che conferma insieme la spietata ferocia con cui l'ucciso è stato costretto al suolo e il fatto che Antonio Fllleti sia stato portato ancora In vita nel luogo dove è stato trovato. Identificata la vittima, manca ancora il movente: un regolamento di conti nel mondo della malavita, la vendetta di una banda coinvolta nelle imprese criminose di Antonio Fllleti o del fratello Carmelo, l'ultimo atto di una catena di sangue iniziatasi con la falda di Sinopoli? Servizio di Claudio Giacchino, José Leva, Roberto Reale li sacco con la donna sfigurata era sul ciglio della strada. Unici elementi trovati per l'identificazione il borsello, una chiave e una catenina