Parigi ricorda Lindbergh di Paolo Patruno

Parigi ricorda Lindbergh Parigi ricorda Lindbergh (Nostro servizio particolare) Parigi, 20 maggio. Domani sera saranno trascorsi 50 anni dalla prima trasvolata atlantica: alle 22,22 del 21 maggio 1927 atterrava all'aeroporto di Le Bourget Charles Lindbergh, con il suo Spirit of Saint Louis. L'anniversario viene ricordato con numerose cerimonie negli Stati Uniti e in Francia: un jumbo americano ripercorrerà domani il tracciato del viaggio in un volo di beneficenza; al salone aeronautico dei Bourget sarà esposta una copia dello « Spirit»; Giscard d'Estaing deporrà fiori dove Lindbergh atterrò. I parigini hanno sempre avuto un affetto caloroso per il «folle volante», per quell'aviatore che, sconosciuto alla partenza dagli Stati Uniti, era diventato una celebrità all'afe terraggio al Bourget. Questo affetto ha accompagnato sempre, lungo gli anni, la vita di Lindbergh. I giornali parigini abbondano in questi giorni di articoli celebrativi e di fotografie dell'arrivo a Parigi, ricordano, attingendo a pluridecennali testimonianze, quella serata memorabile: la marea di folla che in preda a una sorta di isteria collettiva convergeva verso il Bourget invadendo quasi il campo d'atterraggio, dove si stiparono più di 20 mila persone, mentre i ritardatari si accontentavano della collina di Montmartre, nella speranza di scorgere qualcosa di lassù. E ancora gli ultimi minuti di volo di Lindbergh, guidato dal faro della Tour Eiffel e poi dai proiettori che illuminavano a giorno l'aeroporto, la corsa folle della gente incontro al fragile apparecchio, Lindbergh difeso a stento da un cordone di militari, mentre nell'entusiasmo gli ammiratori s'accaparravano lembi dell'intelaiatura del pìccolo velivolo, e nella confusione spariva il diario di quelle 33 ore di viaggio. Le Figaro ha pubblicato oggi la testimonianza di un belga, a quell'epoca addetto militare a Parigi, e che fu il primo a scambiare qualche parola con Lindbergh, appena sceso dall'aereo: «Mi tese un foglietto, con l'indirizzo d'un albergo sconosciuto sulla Ri¬ ve Gauche e mi chiese: "Conoscete questo hotel? Non è mica troppo caro? "». L'indomani Lindbergh era diventato una celebrità mondiale, ma solo i parigini potevano goderselo da vicino, con il suo sorrìso giovanile, ì capelli scomposti, il vestito blu con la giacca a quadri che gli era stato prestato da un amico e che non fu quasi mai sostituì' to dall'uniforme inviatagli d'urgenza dagli Stati Uniti, I francesi hanno partecipato al suo dramma, quando nel '32 venne rapito e ucciso il suo primo figlio, gli hanno perdonato di aver accettato, nel '38, l'«Ordine dell'aquila germanica» dalle mani di Goering, si sono rallegrati quando nel '54 Eisenhower lo reintegrò nell'aviazione militare nominandolo generale della riserva. Charles Lindbergh è morto tre anni fa, settantaduenne, minato dal cancro, fallendo l'appuntamento del cinquantenario. Paolo Patruno (A pagina 13: Come Charles Lindbergh preparò il suo volo di Aldo Vite).

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