Sanguinose sparatorie a Porto S. Giorgio e Civitanova

Sanguinose sparatorie a Porto S. Giorgio e Civitanova Sanguinose sparatorie a Porto S. Giorgio e Civitanova Altri 2 carabinieri caduti nella letta alla delinquenza: uccisi 4 banditi Gravissimo un capitano, ferito anche un brigadiere - Un bandito arrestato, un altro, forse il capo, è riuscito a scappare - Uno dei malviventi uccisi aveva preso parte, a Torino, all'assassinio del commissario Rosano (Dal nostro inviato speciale) Civitanova Marche, 18 maggio La lotta alla malavita sta diventando ogni giorno più sanguinosa, l'elenco deUe vittime fra le forze dell'ordine si allunga in maniera spaventosa: stanotte, in due conflitti a fuoco con la medesima banda, a Porto San Giorgio e a Civitanova sono morti altri due carabinieri (un appuntato e un maresciallo). Un capitano è stato colpito da diversi proiettili, è gravissimo, un brigadiere è ferito in maniera meno grave. A loro volta i militi hanno ucciso quattro banditi e ne hanno arrestato uno: un sesto è riuscito a fuggire. Il generale Carlo Terenzlani, venuto da Roma, dice: « Vicende come queste sconvolgono tutti. E' stata comunque una dimo¬ strazione di grande coraggio e di ardire. Questi nostri due caduti onorano il Paese e l'Arma ». La gente è profondamente impressionata: per le strade del centro si formano capannelli davanti ai manifesti a lutto già affissi al muro che annunciano la tragica fine dei carabinieri; uomini ben conosciuti nella cittadina, padri di famiglia, stimati per il loro lavoro che svolgevano per la sicurezza dei cittadini. I commenti sono feroci contro la malavita e contro le evasioni. Si sa che alcuni di questi delinquenti erano recentemente fuggiti dalle carceri, le considerazioni sono ovvie: non sarebbe successo nulla se le prigioni avessero saputo custodirli. La manifestazione più violenta di rabbia si è avuta al- l'alba, alle 5,30, nella prima vivida luce della mattina piovosa, sul piazzale della stazione di Civitanova, dove un'ora prima si era avuto il tragico epilogo della vicenda iniziatasi sulla mezzanotte a Porto San Giorgio. A terra c'erano i cadaveri dei tre banditi e un loro complice, quello arrestato, che era accompagnato dai carabinieri e dal pretore di Civitanova, ora vicino a un corpo ora vicino all'altro perché li riconoscesse. C'erano ammassate circa cento persone, per lo più abitanti della zona che erano stati svegliati dagli spari. Ad un certo momento, quando si sono resi conto che quell'uomo era uno della banda, hanno cercato di assalirlo per linciarlo. I carabinieri hanno faticato a proteggerlo e ad allontanare la folla esasperata. La banda, composta per lo più da catanesi residenti a Torino, era delle più pericolose, dedita agli omicidi, alle rapine, forse ai rapimenti. Uno dei morti, Angelo Santonocito, 27 anni, da Catania, aveva partecipato all'uccisione del commissario dottor Vincenzo Rosano, il 3 febbraio scorso, a Torino; arrestato, era evaso poco tempo dopo. Era evaso, dalle Nuove, anche il latitante Carlo Ale, 26 anni, da Chieti, ritenuto il capobanda. Gli altri sono: Antonio Rapino, da Ortona, l'arrestato; e gli altri morti: Giovanni De Luca, 27 anni, da Catania, residente a Torino; Domenico Di Rienzo, 33 anni, da Civitella Casanova (Pescara); Agatino Bonacorsi, 22 anni, nato a Catania e residente a Torino. Questi banditi, escluso il Rapino, il 28 aprile scorso fanno una rapina al Banco di Napoli a Pescara che gli frutta quattro milioni. Il 16 maggio, ancora a Pescara, assaltano il Banco Popolare di Teramo di Città S. Angelo, dove arraffano quaranta milioni, ma li devono abbandonare nella fuga. Avevano diverse basi nella provincia di Pescara, pare addirittura cinque appartamenti; uno è stato rintracciato questa mattina, a Francavilla a Mare; i carabinieri vi hanno fatto irruzione e vi hanno trovato un giovane che è stato fermato in attesa di accertamenti. La banda aveva intenzione di trasferirsi nella zona di Porto San Giorgio (Ascoli Piceno) che riteneva tranquilla e per questo si appoggiava al basista Antonio Rapino. Rapino va a ricevere i cinque alla stazione di Porto San Giorgio alle 22,30 di ieri. Sono reduci dalla rapina di Pescara che gli è andata male; hanno intenzione di rifarsi con altri colpi, forse anche rapimenti, a giudicare dagli attrezzi del mestiere che sono stati trovati in una loro valigetta. Da Pescara a Giùlianova viaggiano a bordo di una «500» rubata, da Giulianova a Porto San Giorgio in treno. Il loro arrivo è stato preceduto dai bagagli che Rapino ha già ricevuto e sistemato a casa della propria sorella, Derna, 43 anni, la quale ha anche preparato cinque brandine per gli amici del fratello (la donna è già stata arrestata, per concorso in omicidio). Rapino li fa salire sulla propria « Volvo », nel cui bagagliaio viene deposta la valigetta che contiene un fucile a canne mozze, parrucche, calzemaglie, cloroformio, alcune bombe a mano, undici candelotti di dinamite e pistole e munizioni. Ognuno di loro ha, addosso, Remo Lugli Civitanova Marche. Il piazzale della stazione dove è avvenuta la sparatoria: indicati dalle frecce due corpi a terra, un terzo non visibile è tra le due auto (Telefoto Ansa) (Continua a pagina 2 in terza colonna)