Fabbriche della morte
Fabbriche della morte Quante "Icmesa,, e "Ica,, ci sono in Piemonte? ! Fabbriche della morte In un convegno a Robella d'Asti si è puntato il dito su alcune aziende della cintura di Torino dove si lavora l'amianto - La malattia più diffusa è l'asbestosi che può provocare il cancro - Intervista col prof. Scansetti, dell'Istituto di medicina del lavoro SI dice Ipca e un'associazione di Idee collega la fabbrica di Ckriè ad un velenoso bubbone che espandendosi' provoca tra 1 lavoratori Infermità, atroci dolori, morte. Si dice 'icmesa-Seve. so-dtosstaa e giù con le accuse di irresponsabilità: «Basta con le Industrie che producono veleni, malattìe, distruzione ». Ma quante Icmesa e Ipca meno conosciute, ma altrettanto nocive, sorgono in Italia? L'ultimo campanello d'allarme è venuto recentemente da un piccolo -paese dell'Astigiano, Robella, doro s'è tenuto un convegno di delegati di fabbriche che lavorano l'aminato. Ih Piemonte gli addetti sono 5' mila, distribuiti in una' sessantina di aziende del settore tessile, cementiero, chimico. Ogni armo,'200-350 di quésti lavoratori sono colpiti da asbestosi, la tipica malattia, provocata dalle particelle di amianto che si depositano nel bronchi e nei polmoni. " Per chi lavora In queste fabbri; ohe la vita si riduce mediamente di 10-15 armi, elevato è 11 rischio di essere colpiti da tumore. «L'asbestosi — spiega | 11 professor Giovanni Scansetti dell'Istituto di medicina del lavoro al Cto — provoca l'irrigidtmento del polmone, difficoltà di respirazione, cianosi. La malattia è parente stretta della silicosi con una differenza: la silice non "provoca tumore, l'amianto sì. L'asbestosi inoltre, una' volta manifestatasi, non regredisce, è una malattia che noi definiamo enohttìoatì. Il Piemonte è la regione .con la maggior densità, in Italia, di lavorazioni d'amianto oltre ad avere la più grossa cava europea del materiale, a Belangero, dove si estrae 11 3,5 per cento della produzione mondiale di amianto bianco, n professor Scansetti è reduce da ima recente assise a Londra dove, insieme col professor Bobino, direttore dell'Istituto di medicina del lavoro al Cto, ha tenuto una reiezione sull'asbestosi In Italia, Unione Sovietica, Ca¬ nada e Sud Africa sono 1 maggiori produttori di amianto e anche In quel paesi la malattia è diffusa, ur. autentico flagello. Dome si può prevenirlo o combatterlo? «L'unica cosa da fare — dice il professor Scansetti — è ridurre al minimo l'esposizione dei lavoratori all'amianto. Gli scienziati hanno già fissato un tetto oltre il quale l'esposizione aumenta il rischio dell'atbestosi. Non tutte le aziende l'osservano, le più esposte sono le maestranze delle piccole industrie per una serie di motivi, più ridotte possibilità finanziarie, minori controlli, meno accentuata presenza sindacale». Nel convegno di Robella d'Asti, 1 delegati di fabbrica hanno puntato il dito su alcune aziende, Sia di Grugllasco, Pinati di Cirlè, Condor di Pinerolo, Riff e Sasbre di Torino, Amlantlfera di Balangero, Ages di Santena, Seca di Cavagnolo. Ma queste sono solo la punta emergente dell'iceberg. Il capitolo dell'Igiene sul lavoro in Italia e ancora tutto aperto, non solo per quanto riguarda l'asbestosi, ma per la silicosi, l'inquinamento, la rumorosità, la prevenzione Infortuni. Analisti e terapeuti, Istituzionalmente preposti, non mancano. In prima linea dovrebbero essere Ispettorato del lavoro ed Etapi (Ente nazionale prevenzione infortuni) ohe fanno quel che possono. Recentemente sono subentrati anche enti locali (Regione, unità sanitaria di base, Provincia) sul quali 1 lavoratori fanno molto conto. Mia la classo operala ha Incominciato a non delegare più ai tecnici la salvaguardia della propria salute, vuole autogestirla. I progressi, dopo l'opera di vigilanza dei lavoratori, sono notevoli. Accenniamo ai miglioramenti dell'ambiente di lavoro, ad esemplo alla Parmltalia di Settimo, negli stabilimenti Fiat, in alcune piccole e medie aziende dell'indotto auto e chimico-tessile. Quando 11 confronto lavoratori-Imprenditori sulla nocività nelle fabbriche non sortisce effetti, ecco l'intervento della magistratura. L'equipe di magistrati della pretura del lavoro à Torino è all'avanguardia In Italia per preparazione, pronto Intervento, organizzazione. E' suddivisa in quattro sezioni: lavoro, inquinamento, frodi alimentari, urbanistica. Particolarmente rilevante l'attività sull'igiene del lavoro. Spiegano i magistrati: «Slamo convinti che il problema della na¬ tività e della prevenzione infortuni non si risolve con il terrorismo giudiziario ma con azioni di tipo organico, coinvolgendo imprenditori, dipendenti, enti preposti, enti locali. Certo, la legislazione in certi cast è carente, vecchia, non segue di pari passo l'evolversi della scienza. In altri casi invece è sufficiente applicare le leggi vigenti che le parti sodali talora ignorano». Citano uno degli ultimi casi: In una fabbrica di carta da parati s'è registrata un'alta percentuale di radioattività, pericolosissima per l'Incolumità del lavoratori. Che cosa fare? Chiudere l'azienda? La magistratura, dopo aver sentito le parti In causa, ha preferito sensibilizzare l'imprenditore e indurlo ad Installare 1 dispositivi previsti. I dipendenti non hanno perso un giorno di lavoro, la fabbrica si sta mettendo a posto. «Bisogna puntare sulla prevenzione — aggiungono 1 pretori —. / datori di lavoro hanno l'obbligo di informare i dipendenti sui rischi derivanti da certe lavorazioni, ad esempio dai rischi del contatto con l'amianto. Ma questo significa anche che gli imprenditori devono tenersi aggiornati sui pericoli individuati dalla sciènza e predisporre le attrezzature adeguate. Quanti lo fanno? Quanti antepongono l'Interesse privato alla salute del lavoratori?». Nel casi.più gravi,.l'Intervento repressivo della magistratura di venta d'obbligo. Sul tavoli della Pretura del lavoro, le inchieste giudiziarie aperte per violazioni o reati concernenti l'igiene del lavoro, sono una cinquantina. Tra queste ce n'è una riguardante la Sasbre di Torino, guarnizione per freni e frizioni, dove si lavora l'amianto. Le conclusioni si conosceranno tra qualche settimana. Ma ammende o pene detentive o risarcimenti non potranno certo restituire l'Integrità fisica agli asbestoslci. Guido J. Paglia li prof. Giovanni Scansetti
Persone citate: Belangero, Giovanni Scansetti, Riff, Robella, Scansetti
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