I giornalisti del "Tempo" chiedono il fallimento dell'editore Caprotti
I giornalisti del "Tempo" chiedono il fallimento dell'editore Caprotti I giornalisti del "Tempo" chiedono il fallimento dell'editore Caprotti Incontro davanti al giudice Corradini - Vogliono gli stipendi arretrati da dicembre e la liquidazione - L'editore si è offerto di pagare in dieci anni Un gruppo di giornalisti, impiegati e poligrafici del settimanale Tempo che da mesi non viene più stampato ha chiesto 11 fallimento dell'editore Alberto Caprotti legale rappresentante della «Palazzi Editrice Spa». Ieri le parti si sono incontrate davanti al giudice fallimentare dottor Corradini il quale ha concesso all'editore una proroga di alcuni giorni. In questo lasso di tempo l'editore, per evitare il fallimento, dovrà presentare concrete proposte per saldare le spettanze del ricorrenti. L'udienza di ieri, non è che l'ultimo anello della travagliata storia della Palazzi e del settimanale diretto da Jannuzzl. Per sommi capi possiamo cosi riassumerla. Agli inizi del '74 finiva praticamente l'attività della «Aldo Palazzi» proprietaria della testata Tempo. Tra febbraio e maggio dello stesso anno Alberto Caprotti, editore in quel tempo a caccia di quotidiani e periodici (s'inserisce malamente nella vicenda della Gazzetta del Popolo) offre di acquistare macchinari, attrezzature e la testata di Tempo per 3 miliardi e 200 milioni. L'operazione va in porto quasi contemporaneamente alla «scissione» della direzione e redazione dell'Espresso e il gruppo dei transfughi confluisce a Tempo con il proposito di dare battaglia ai settimanali concorrenti. Al comitato di direzione viene affidata la maggioranza delle azioni della nuova società. La risposta del lettori all'iniziativa editoriale non appaga le aspettative: dopo un brillante avvio la tiratura e le vendite cadono e vengono a mancare anche le sovvenzioni dirette o Indirette su cui 11 comitato di direzione e l'editore contavano per risanare il bilancio sprofondato subito in un Incolmabile passivo. Venuti meno i finanziamenti e li gettito pubblicitario Alberto Caprotti sospendeva nel dicembre scorso il pagamento degli stipendi al dipendenti che in febbraio venivano licenziati: un mese dopo la cessazione delle pubblicazioni del periodico. I dipendenti reclamano quindi 11 pagamento degli stipendi arretrati, la liquidazione e ogni altra spettanza contrattuale. Non avendo visto un soldo hanno inoltrato la richiesta di fallimento dell'editore (il quale tra l'altro non è più proprietario della testata), dopo avere appreso che Caprotti era disposto ad estinguere il debito con una rateizzazione di 5 milioni mensili e cioè di saldare i creditori suppergiù in dieci anni. L'editore Caprotti
Persone citate: Alberto Caprotti, Aldo Palazzi, Caprotti, Corradini, Venuti
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