Improponibile per il pretore il ricorso dell'lpra contro il blocco delle merci
Improponibile per il pretore il ricorso dell'lpra contro il blocco delle merci Vertenza per gli investimenti, l'occupazione e l'ambiente Improponibile per il pretore il ricorso dell'lpra contro il blocco delle merci L'azienda con sedi ad Alpignano e Torino aveva chiesto che il giudice si pronunciasse sulla illegittimità della forma di lotta, ma il magistrato ha dichiarato "estinto" il procedimento I dieci componenti del consiglio di fabbrica della Ipra sono finiti ieri davanti al pretore per una protesta sindacale attuata, tra l'altro, con il blocco delle merci. L'azienda voleva Infatti sancire U principio dell'illegittimità del « blocco » come strumendo di lotta e ottenere la sua immediata cessazione. Il problema comunque resta insoluto perché il magistrato non è entrato nel merito limitandosi a dichiarare « estinto » il procedimento. La vicenda ha Inizio il 25 marzo di quest'anno, quando 1 dipendenti dell'Ipra, la fabbrica che produce radiatori per autoveicoli (due stabilimenti: in via Spalato 68 a Torino, con 350 addetti, e a Pianezza con 1300 occupati), programmano scioperi articolati di un'ora al giorno per sostenere le rivendicazioni contrattuali. Gli obiettivi della vertenza sono: in. vestimenti, occupazione e ambiente. Su quest'ultimo tema, di particolare attualità, 1 lavoratori chiedono la « realizzazione a tem pi brevi dei libretti previsti dal contratto nazionale » relativi a dati ambientali, dati biostatistici e libretto sanitario di rischio individuale. Il braccio di ferro tra le parti continua per settimane finché il 4 maggio il rappresentante dell'Ipra, Mario Fornara, assistito dall'aw. Poesio, presenta ricorso ai pretore Burbatti segnalando che « tra le manifestazioni anomale dell'agitazione, lo sciopero viene attuato mediante ostruzione degli accessi allo stabilimento di Torino e blocco totale delle merci e delle materie prime ». Le fermate a singhiozzo e a scacchiera, spiega il legale dell'azienda, producono « un sicuro danno, grave e irreparabile, costringendo a interrompere il ci¬ clo produttivo anche prima e dopo i tempi di sciopero, con possibile pregiudizio degli impianti e sicuro detrimento della produzione ». « Ma assai più grave danno — aggiunge l'aw. Poesio — deriva all'Ipra dal blocco violento del materiale finito di cui è impedita l'uscita » e chiede al pretore di ordinare ai responsabili sindacali aziendali Betrone, Cuttano, Scaglione, Girasole, Malvasi, Jacona, Pastore, Olivato, Tilocoa e Pistillo « di desistere immediatamente dal blocco delle merci e del materiali di lavorazione ». Ieri, in udienza, 11 consiglio di fabbrica ha contestato la versione dell'azienda, accusandola di comportamento antisindacale, e ha sostenuto la legittimità dell'agitazione dovuta « ad un intollerabile e prevarìcatorio atteggiamento di rifiuto da parte del datore di lavoro di accettare, o addirittura di trattare, una serie di sacrosante richieste dei lavoratori ». Il loro difensore, prof. Bin, ha inoltre affermato che il ricorso è Improbabile e che comunque non si poteva concedere un provvedimento d'urgenza, in base all'art. 700 del codice di procedura civile, per fatti passati (attualmente infatti il « blocco » delle merci non sarebbe attuato). Il pretore Burbatti, come si è detto, ha accolto questa tesi e ha dichiarato estinto il procedimento, f. bu< Sulle Forze Annate — Stasera alle 20,30 all'Unione Culturale, via Cesare Battisti 4 B, per il ciclo su « Le Forze armate italiane, compiti e funzioni del moderno Stato democratico », tavola rotonda sul tema « Costituzione e Forze armate ». Introdurranno Salvatore d'Albergo, Francesco Sobrero, Luciano Violante, Gustavo Zagrebelskl. La sede torinese deli'Ipra, fabbrica di radiatori per autoveicoli, in via Spalato 68
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