"Se chiedevamo di migliorare l'ambiente minacciavano di lasciarci senza lavoro" di Francesco Bullo

"Se chiedevamo di migliorare l'ambiente minacciavano di lasciarci senza lavoro" Al processo delFIpca ieri si è parlato di "ricatto "Se chiedevamo di migliorare l'ambiente minacciavano di lasciarci senza lavoro" Questa la denuncia di un sindacalista dopo la drammatica deposizione di altri ammalati sul reparto della morte - Un sopravvissuto racconta : "Sentivo bruciarmi dentro" Ancora sorprese, ieri, al processo Ipca. La testimonianza di un sindacalista, precisa e puntuale, ha scatenato la reazione dei difensori e del patroni di parte civile che hanno presentato una serie di istanze. Alle 14 il presidente Jannlbelli, accogliendo le proposte del p.m. Witzel, ha rinviato l'udienza a stamane, riservandosi di decidere al termine del dibattimento. La settima udienza era cominciata con la sfilata di testi e parti lese. Il primo è stato Giuseppe Davico, 70 anni, diagnosi di cistite. Le avvisaglie del male nel '63, cinque anni dopo il peggio, ramento. Nel '72 a Natale le perdite di sangue. « Ho fatto vedere il boccettino con le urine a Franzo (il promotore di questa guerra alla " fabbrica del cancro "). Lui ne sapeva qualcosa ed ha telefonato al prof. Sesia. Ricoverato alle Molinette mi hanno messo il catetere per tre mesi. Il medico mi disse di curarmi bene ma di non farmi operare. Sa — spiega al presidente — il cuore non mi tiene tanto ». Il Davico si era sentito male la prima volta pulendo e riverniciando una caldaia. « Sentivo un bruciore dentro, finito il tur. no non ce la facevo ad arrivare a casa, mi mancava il respiro. Chiesi allora al dott. Calorio la qualifica. Mi rispose che se mi andava bene era così, se no di tornarmene a casa. Il giorno dopo l'ing. Ghisotti, Silvio, mi disse " ti perdono ". Se volevo, po. tevo tornare a lavorare ». Domanda: « Ha avuto contatti con Rodano? ». Risposta: « No, mai ». Poche domande a Decimo Merletta Lem a, 30 anni, figlio di una vittima dell'Ipca che ha lavorato nell'azienda dal '37 al '63, poi è la volta di Giuseppe Cat Genova, 57 anni, 24 anni passati nella fabbrica di coloranti, 15 in. terventl medloi. « Nel '68 andavo ancora a lavorare — spiega — ma stavo già male. I fumi c'erano, eccome. Ci saranno sempre se non si mettono gli aspiratori adatti ». Domanda: « Ha avuto contatti con Ghisotti o con Rodano? ». Risposta: « No, c'era il direttore, il dott. Calorio ». « E 1 I chi trattava per le condizioni dell'ambiente di lavoro? ». Teste: « Per quello c'era la commissione interna ». Gli avvocati insistono sugli aspiratori. « Qualche volta non funzionavano » ammette. Incalzano: « Li cambiavano subito? ». Risposta: « Sì, altrimenti non si poteva resistere ». Al momento di verbalizzare si scontrano gli 1 avvocati Mussa, difensore, e I Giordano, parte civile. Entra Lui. gi Stella, 51 anni, cinque passati nel « reparto intermedi ». Risponde alle domande: « Già allora lo chiamavano reparto della mor. te. Ho avuto infiammazioni e bruciori: quando ho visto che andava male ho cambiato lavoro. Non ho più avuto disturbi. Le condizioni di lavoro erano quelle che erano, mancavano aspiratori, cappe... Guanti ne ho avuti pochissimi, gli stivali me li compe¬ ravo, di tute ne ho avuta una pagandola ». Doccia? « C'era, ma il più delle volte andavo a farla a casa perché c'era la coda». Per ultimo viene sentito Rena, to Garino, membro della commissione Interna dal '62 al '71. Una deposizione precisa e drammatica. La cancelliere Plredda che verbalizza, a metà Interrogatorio si sente male ed è costretta ad uscire. Il presidente gli legge la testimonianza resa al pretore di Ciriè nel '72. « Ero a conoscenza di decessi di ope. rai provocati da inalazione di gas e vapori. Compilai un elenco di operai deceduti o malati di neoplasia vescicole, elenco incompleto per i casi in cui non c'era un riconoscimento dell'I, nail. Molte volte parlammo in commissione interna del problema. MI recai in direzione per sollecitare la bonifica dell'ambiente. Ogni volle Rodano diceva che non c'era da fare altro che chiù, dere i reparti. Ciò significava la interruzione dell'impiego per tanti capifamiglia. Di fronte al ricatto dovevo cedere, benché la chiusura dei reparti fosse più vantaggiosa che lavorare in quell'ambiente nocivo. Le nostre richieste erano indirizzate anche a Milano ai proprietari dell'azienda, rappresentati da Calorio ». Le accuse vengono ribadite e preci, sa te in aula. Viene fuori una velina, firmata Calorio, in cui rispondendo a richieste specifiche lo stesso direttore « si me. raviglla circa la richiesta di accertamenti sanitari sulle condizioni ambientali di lavoro, in quanto gli operai già percepivano l'indennità per i lavori nocivi ». Il teste chiama in causa anche Ghisotti e Rodano. « Nel '67 fu svolta un'indagine sulle condlzio. ni di lavoro dall'assessorato Igiene e Sanità della Provincia — continua Garino —; segnalammo anche la richiesta di sostituire il medico dt fabbrica, ultraottantenne. Mandarlo via cosi... ci aveva risposto Calorio ». E ancore: « In quelle risposte mettevamo in luce la pericolosità dell'ambiente: 422 infortuni in un anno. Per fare accogliere le nostre richieste ricorremmo anche allo sciopero ». Non è finita. « Tra il '63 e il '64 feci per. sonalmente tre denunce all'Ispettorato del lavoro chiedendo l'in, tervento immediato. Ma purtroppo senza esito ». Quando il teste finisce scattano gli avvocati. Masselli: « Nell'interesse del sindacato chimici toc. ciò istanza perché vengano sequestrati i documenti costitutivi e modificativi dello stato societario dell'Ipca fino ad oggi » e perché si pretenda « l'esibizione del questionario dell'assessorato Igiene della Provincia sulle condizioni dell'Ipca, inviato nel '67», questionario che sembra scomparso. Speranza: « Chiediamo anche il sequestro dei libri matricola e paga per chiarire la posizione dt Calorio ». Gianaria: « Vogliamo vedere i documenti commerciali relativi alle esportazioni dei prò. dotti nocivi all'estero, in particolare in quei paesi in cui era vie. tata la produzione». Replica l'avvocato Zaccone, difensore degli imputati: « Va benissimo per il questionario della provincia. Per quanto riguarda i documenti sociali, li abbiamo già esibiti. Chiedo invece che l'Ispettorato del lavoro presenti le tre denunce fatte da Garino sull'ambiente dt lavoro con 1 fascicoli riguardanti gli eventuali interventi disposti dall'Ispettorato ». E' una macchia d'olio destinata ad allargarsi e a coinvolgere precise responsabilità di uffici pubblici e amministrazioni locali. Il presidente dice: « Mi riservo di decidere a fine dibattito ». Francesco Bullo lllllllllllllKlillliiii t il ii 11 iì 11111111 r ; i min t iiiiiii > Gli operai Giuseppe Davico e Giuseppe Cat Genova in udienza durante la deposizione

Luoghi citati: Ciriè, Milano