r di Renato Proni

r Pro-memoria per il "vertice,, di Londra La Nato: queste le cifre del confronto con l'Est (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 4 maggio. A pochi giorni dalla riunione atlantica di Londra con la partecipazione del presidente americano Jimmy Carter, i servizi di informazione della Nato hanno rilasciato le cifre ufficiali suir«equilibrio delle forze» tra i due blocchi militari. Come commento alle cifre, il quartier generale atlantico ha posto due domande di cui ha anche fornito le risposte. Eccole: la nostra sicurezza e la nostra libertà sono veramente minacciate? Sì. Siamo abbastanza forti perché non scoppi una grande guerra? Sì. Dalle cifre risulta che l'Unione Sovietica ha la parità nucleare strategica con gli Stati Uniti, la superiorità nelle armi convenzionali e chimiche e una inferiorità di uno a due nelle armi atomiche e tattiche. L'Occidente potrebbe sopravvivere ad un primo attacco, ma il margine resterà inferiore rispetto al passato almeno sino al 1980, quando le forze atlantiche disporranno di nuove armi strategiche. La Nato dispone attualmente di 1054 missili intercontinentali con basi terrestri, 720 missili termonucleari sui sommergibili e 387 bombardieri strategici. Il Patto di Varsavia ha 1500 missili intercontinentali con basi terrestri, 860 missili sui sommergibili e 140 bombardieri strategici. Queste cifre rivelano solo relativamente le forze strategiche dei due blocchi perché non tengono conto dei missili a testata multipla (Mirv e Maro). La Nato può mettere in campo 67 divisioni e undicimila carri armati contro 90 divisioni e 23 mila carri armati del Patto di Varsavia. Nell'Europa centrale il Patto di Varsavia ha una superiorità di tre a uno in carri armati e di due a uno in artiglierie. La Nato possiede 6800 avio getti da combattimento contro gli undicimila del Patto di Varsavia. Gli alleati occidentali, infine, hanno 122 sommergibili nucleari e 126 sommergibili non atomici, oltre a 430 navi di superficie. Il Patto di Varsavia ha 142 sommergibili atomici, 178 sommergibili non atomici, e 220 navi di superficie. Infine, l'Unione Sovietica spende per gli armamenti tra l'i 1 e il 13 per cento del suo reddito nazionale, mentre i Paesi della Nato spendono il 3,8 per cento. Al quartier generale dell'Alleanza, intanto, si stanno già redigendo le prime bozze del comunicato finale della riunione del 10 e dell'll maggio a Londra. Alla prima giornata dei lavori parteciperà anche Carter, ma le vere discussioni strategiche tra il presidente americano e i rappresentanti del Regno Unito, della Francia e della Germania, si svolgeranno in sede meno ufficiale. Alla Nato c'è una grande aspettativa per il debutto atlantico del presidente Carter, che a Bruxelles molti giudicano, frettolosamente, un «moralista». C'è un certo scetticismo sulla sua possibilità di risolvere, come ha accennato nelle recenti interviste ad alcune reti televisive e a quattro giornali europei tra i quali La Stampa, i problemi deìl'Awacs e del carro armato Leopard II sui quali i ministri della Difesa discutono da qualche anno. Tuttavia, a Bruxelles si crede di sapere che Carter porterà con sè da Washington alcune idee per rinnovare le strutture atlantiche, magari limitatamente al sistema delle consultazioni tra gli alleati, durante le crisi. Si prevede inoltre che l'andamento delle discussioni al vertice economico, sempre a Londra il 7 e l'8 maggio, avrà un impatto sul vertice Nato per quanto riguarda i bilanci militari, il problema della standardizzazione degli armamenti e il commercio bellico tra gli Stati Uniti e l'Europa. Un alto dirigente europeo della Nato ci diceva oggi che ogni nuova amministrazione americana, «crede di salvare il mondo, ma quella di Carter è sicura di avere creato il mondo». La battuta che circola negli ambienti della Nato a Evere riflette l'ansia che Carter vada a Londra come un «messia» poco attento alle reali condizioni e alla complessità dei rapporti EstOvest.. A Bruxelles, si esprimono apertamente preoccupazioni sulla discussione a Londra, sulla verifica degli accordi di Helsinki per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, che avverrà a Belgrado più tardi quest'anno. La diplomazia atlantica cerca i mezzi e i modi per conciliare il punto fermo della politica di Carter in difesa dei diritti umani in tutto il mondo con l'equilibrio politico strategico al di qua dell'Atlantico, evitando cioè che la campagna americana in difesa dei dissidenti possa anche minimamente intaccare la distensione mondiale. Si attende anche di vedere se Carter, martedì, e il segretario di Stato Vance, mercoledì, solleveranno il problema delle esportazioni di armi a Paesi non atlantici (che l'amministrazione americana vuo¬ le «regolare») e quello delle tecnologie nucleari suscettibili di essere sfruttate a fini militari, che Washington vuole pure severamente controllare. E' anche probabile che in maniera generale, a Londra, si parli dei problemi strategici di zone al di fuori dei limiti geografici dell'Alleanza, per esempio l'Africa. Non si prevedono, invece, importanti rapporti sui negoziati di Salt né su quelli per la riduzione equilibrata delle forze in Europa, anch'essi bloccati. Non sono previsti neppure progressi sul sistema di avvistamento radar (Awacs) , che deve essere riesaminato, o sulla standardizzazione e sull'interoperabilità degli armamenti. Il motivo di attesa maggiore è quindi il presidente Carter: i suoi interventi saranno vagliati con estrema attenzione, per verificare che la nuova amministrazione sia in sintonia con l'Europa sui problemi della difesa. Renato Proni

Persone citate: Jimmy Carter, Leopard Ii