"Internazionale,, per i quartieri?

"Internazionale,, per i quartieri? "Internazionale,, per i quartieri? A partire dalla prossima settimana, dall'8 al 10 marzo, Venezia e la Fondazione Cini saranno sede del convegno « Ambiente, partecipazione e qualità della vita », organizzata dal Consiglio d'Europa — con la collaborazione dell'Unesco — allo scopo di riunire vari rappresentanti locali e ricercatori europei. Punto di partenza: il progetto quadriennale — 1976-1980 — sulla partecipazione, che impegna le quattordici équipes interdisciplinari di ricerca del Ciedarl (Centro Internazionale per l'Educazione Artistica) di Venezia. Per l'occasione, le città di Venezia, Chioggia e lesolo organizzano, con l'aiuto della Regione e della Provincia, un grande forum popolare che riunisce gli abitanti dei loro quartieri. Sono stati anche invitati i Comitati di quartiere di numerose città italiane ed europee. Alcune personalità italiane affiancheranno Olaf Palme ed Henri Lefebvre nel corso di una tavola rotonda conclusiva, che si svolgerà la sera dell'11 marzo. A prima vista, niente sembra più contraddittorio di queste due manifestazioni, niente più insolito della scelta del luogo, niente più ambiguo che il tema dibattuto. Come conciliare l'azione di una grande istituzione intergovernativa con la democrazia di base? Come giustificare la scelta di una città « i cui splendori passati cadono in rovina »? Nel momento in cui proliferano le grandi società, come si possono pronunciare le parole « ambiente », « partecipazione », « qualità della vita », quando il primo non fa che peggiorare, la seconda sta tuttora compiendo i suoi primi passi e la terza si limita ad infiorare i discorsi demagogici? Il grosso pubblico ignora gli sforzi che il Consiglio d'Europa sostiene — a ragione — in questi campi. Possiamo citare ad esempio la « riabilitazione » delle vecchie città d'Europa, la volontà di renderle più vitali, più « a misura d'uomo », e di regolare i territori circostanti. Un'impresa ambiziosa: eppure, in quindici anni, il Consiglio d'Europa è passato dal patrocinio di un'operazione « di prestigio » (il restauro, proprio qui a Venezia, di una serie di palazzi — le « Case Lanza » — divenuti, dopo l'inevitabile diaspora dei suoi inquilini d'umili condizioni, proprietà riservata di alcune famiglie ricche), alla promozione dell'anno europeo del patrimonio architettonico, il 1975, che, nel corso dell'incontro conclusivo tenuto ad Amsterdam, ha solennemente proclamato la priorità del possesso pubblico su quello privato, dell'uomo sulla pietra. Il concetto di « conservazione integrata » definito ad Amsterdam (cioè: la conservazione « delle pietre » non si può realizzare se non mantenendo in loco la popolazione residente) entra nella vita quotidiana delle città di tutta Europa, in cui si fanno sempre più rari gli amministratori che s'avventurano in operazioni immobiliari antisociali. Venezia. Bisogna venirci fuori stagione, vederla vivere il suo ritmo quotidiano. La maggioranza del Consiglio Municipale — eletto nelle elezioni del giugno 1975 — conduce una ferma politica di decentramento del potere a favore dei quartieri. Da quest'anno, la legge-quadro nazionale sul decentramento e la partecipazione, varata nell'aprile scorso, insieme ai nuovi poteri deliberativi, attribuisce una nuova dimensione all'autonomia ed allo sviluppo dei quartieri. Venezia è una delle rarissime città policentriche del mondo che abbiano conosciuto sin dalle loro origini una vera vita di quartiere. I « sestieri », stretti intorno al loro « campo », collegati tra loro da « calli » e divisi da canali, hanno favorito lo sviluppo di una vera e propria vita autonoma, grazie anche ai vari commerci tipici ed ai loro servizi di ogni genere. L'idea di un forum aperto è nata da due realtà diverse e complementari. Da un lato, la presa di posizione del Consiglio d'Europa in favore della partecipazione della popolazione alle decisioni emersa nelle risoluzioni del Congresso di Amsterdam, della Conferenza di Bari (ottobre 76) dei ministri responsabili dell'assetto del territorio, e di quella svoltasi nel novembre '76 ad Atene fra tutti i ministri responsabili delle collettività locali. Dall'altro lato, la volontà della nuova municipalità veneziana di condurre una politica molto risoluta e decisa per decentralizzare il potere verso i quartieri. Testimonia tale precisa volontà la scelta coraggiosa dei tre temi proposti dal sindaco Mario Rigo, per il dibattito, e che costituiranno il fulcro delle tre giornate del convegno: 1) L'ambiente e la qualità della vita (Butano, 8 marzo); 2) L'industrializzazione e la qualità della vita (Mestre-Porto Marghera, 9 marzo); 3) La ricostituzione dell'habitat e la qualità della vita (Castello, 10 marzo). E' difficile trovare dei soggetti più « esplosivi » all'interno della realtà veneziana. Senza essere un'istituzione — e tanto meno proporsi di diventarlo — il forum si propone innunzi tutto di essere un punto d'incontro e di scambio di esperienze, un centro della solidarietà europea degli abitanti dei quartieri. Nell'epoca delle città ingovernabili e dei mass inedia locali sempre più in difficoltà, il convegno può porre a confronto le varie esperienze di base e fame pubblicità. Dan Bernfeld esperto di alTuri urbani presso il Consiglio di Europa coordinatore del Forum (tel. 041 - 28.589)

Persone citate: Butano, Henri Lefebvre, Mario Rigo, Olaf Palme