L'uomo nudo non offende

L'uomo nudo non offende La guerra dei jeans anche sul fronte maschile L'uomo nudo non offende Un maestro di sci è il rivale delle fotomodelle: "Io sono naturale e pulito" In principio era Jesus, e l'idea di chiamare un paio di jeans cosi, dicono, fu di Maurizio Vitali. Poi ci fu la ragaz. za molto chinata in avanti di «Jeans Shop» versione Marcello Grande: la vedevamo da dietro, grandi occhi sbalorditi che sbucavano da mutandine di pizzo grandi come lenzuola. L'anno seguente Levi's fece scempio delia Cappella Sistina dove un Signore Importantissimo porgeva il fatidico indumento ad un progenitore senza la foglia di fico, ma pur sempre di Michelangelo. Ora siamo al posteriore nudo dell'ormai famigerato «Shop», questa volta versione Sergio Zanon. Cosi essi guadagnarono vituperio e vendite astronomiche e Torino la fama della Sodoma e Gomorra del manifesto pubblicitario. Accorrono da ogni parte d'Europa per apprendere l'avventurosa storia dell'ultimo gluteo. «Sterni», il settimanale tedesco che conta milioni di lettori, si è accaparrato su famelici rivali quella che abbiamo, con una perifrasi, definito «la guerra dei nudi». E commentava sdegnato l'esperto agente di una rivista di lingua inglese: «Mai si era verificata una simile sofisticazione». Perché Fiorenza Soave, 19 anni, che lunedi scorso aveva dichiarato alle turbe di essere il volto di queU'ormai celebre didietro, mentiva. Era stata sostituita ad un'altra fotomodella che taceva a causa di un furente fidanzato geloso. SI, anche Fiorenza aveva fatto i provini, ma il vero volto era quello di Maura Bini, 23 anni, anch'ella torinese. Il fotografo Marcello Di Viesto e il mercante confidavano che l'amore avrebbe trionfato, ha vinto la gloria. Abbandonato il «maschio sciovinista» che non ha inteso ragioni, Maura Bini dopo la rivelazione si accinge ad un tour fotografico internazionale. Le foto del posteriore, al momento, viaggiano separate dal resto sempre accuratamente ricoperto. C'è una dignità di mestiere da difendere, un rispetto verso mamma e papà e verso una bimba, perché la Bini è orgogliosamente ragazza madre. « Ho rifiutato il matrimonio a 18 anni — dice —. Ero già una donna con idee precise, ma non capisco le femministe che strappano il manifesto e scrivono che offendo la donna ». Obbiettivamente rimarca Giorgio Milanese: «E' la scelta pubblicitaria dell'impatto crudo, e ha sortito il suo effetto, proteste e clamori inclusi ». Il signore in questione ha diritto a spiegarsi, perché come responsabile della pubblicità del negozio « Sporting », ha tappezzato la città di manifesti dove, a sedere scoperto, ~i ammirano, oltre ad una ragazza, anche un bell'uomo e due bambini giustificati dallo slogan «Vestiti, per piacere vestiti». Dal momento che il manifesto è in varie versioni dove i protagonisti sono separati, eccoci al rivale di Maura Bini. E' un destino; i posteriori del nostro ludibrio si chiamano entrambi Mauro. E in un paragone sono ancora uguali, seppure opposti. Maura ricorda una versione bionda della Valentina dei fumetti disegnati da Crepax, quella che resta nuda ogni tre vignette; Mauro è, come vedremo, il Principe Valentino, cavaliere senza macchia e paura, con armature chi più ne ha, più ne metta. Ha anche un cognome in carattere: Anghilante. Ha 25 anni, è originario di Sampéyre di Val Varaita, abita a Torino e non fa il fotomodello: è maestro di sci a Limonetto. E' sposato, ha una bimba di due anni che ogni tanto, quando va a spasso, punta il dito e costruisce ridendo una frase che suona pressappoco così: « Quello è il culetto di papà». Il suo manifesto non offende nessuno, è sempre immacolato: «Perché è il nudo più pulito che ci sia — dice i) protagonista —. Non è ambiguo, è naturale. Mia figlia va e viene quando faccio il bagno, mi vede nudo com'è naturale che sia, e cresce con la giusta visione delle cose. Il resto distorce, fa leva sulla volgarità». Giorgio Milanese ha dunque inventato il nudo per famiglie. Seccato perché gli manca il tributo ufficiale ( « La Stampa » ha rifiutato la sua pubblicità e lui commenta: « Con quello che si pubblica nella pagina dei cinema... »), è contento dell'intervista, perché può finalmente convincere i moltissimi amici e conoscenti ohe, per il manifesto, non hanno posato lui e la moglie come si sostiene da ogni parte. E' toccato comunque ad un altro dilettante: « Perché un fotomodello non sarebbe stato naturale ». C'è dunque differenza tra un posteriore professionista e gli altri. Ecco, questi ultimi: « Danno un'immagine virile, sportiva. Familiare. Noi non abbiamo mai fatto affidamento sul sesso nella nostra pubblicità, non vogliamo strumentalizzare le manie della gente. La nostra famiglia è nuda, perché è agli albori della sua vita ». Dunque « Adamo » Mauro Anghilante si è tolto provvisoriamente la foglia di fico sólo per invitare gli altri a mettersela marca « Sporting ». Ha avvisato papà e mamma, poi la sposa. La famiglia ha annuito gravemente e lui si è trovato senza veli davanti ai flash del fotografo: « E' stato come quando l'ho annunciato, normale come andarsi a comprare un paio di scarpe ». Fa tenerezza come Yves Saint-Laurent, che pure si fece fotografare di fronte. E il suo virile posteriore non offende nessuno, tanto meno l'uomo. « Il sexy manifesto invece offende tutti, tanto l'uomo che la donna — dice Anghilante —. E' pornografia, perché si vede chiaramente che fa appello alle repressioni che ancora prosperano, come dimostra l'altissimo numero di pubblicazioni oscene che si vendono nelle edicole ». Non teme turbe di maschilisti alle calcagna: « Quello della donna è un discorso diverso. E' sempre stato il simbolo sessuale, non si può cambiare la situazione da un giorno all'altro ». E' molto contento della partner che gli hanno affiancato e retrodenudato. E dal chiarimento, ovvio, di Giorgio Milanese: « Abbiamo scelto una ragazzina pulita, anch'essa dilettante» si ha la conferma che anche il posteriore dilettante di genere fem¬ minile è infinitamente più casto di quello professionista. Ci assale il dubbio che sia cosi sensibilmente fotografato che, a parte gruppi familiari in transito compatto, non lo veda nessuno. Quanti torinesi si salveranno quando « la bestia che sale dall'abisso muoverà loro guerra » come per Sodoma e Gomorra? Emio Donaggio Maura Bini, 23 anni, è la vera protagonista del sexymanifesto: somiglia alla Valentina dei fumetti di Crepax

Luoghi citati: Europa, Torino