Ritorna Benedetti Michelangeli

Ritorna Benedetti Michelangeli DOPO NOVE ANNI DI ASSENZA DALL'ITALIA Ritorna Benedetti Michelangeli Venerdì terrà un concerto in Vaticano - Ha posto alcune condizioni: niente interviste, poltrone non numerate, sarà di rigore l'abito da passeggio • Un enigma dietro il mito Roma, 24 aprile. Arturo Benedetti Michelangeli, che aveva giurato di non mettere più piede in Italia, torna per un concerto. Non ha saputo dire di no all'invito personale rivoltogli dal Quirinale dalla signora Vittoria Leone. 11 monaco della tastiera si è lasciato sedurre dalla prima cittadina della Repubblica. Ricordiamo l'antefatto: «il Maestro», caduto nell'ingranaggio di una complessa vicenda giudiziaria, si era visto sequestrare casa, pianoforti e persino il compenso di un concerto appena terminato. Il fallimento di una casa discografica, la BDM di Bologna, cui aveva incautamente prestato il suo nome come socio, l'aveva «spiumato come un pollo». In Svizzera Tremante di rabbia era riparato in Svizzera giurando a se stesso che per gli italiani non avrebbe suonato più. Era il 1968. Oggi, dopo nove anni di assenza, Benedetti Michelangeli ritorna per un concerto. Non proprio in patria, ma in Vaticano. L'incasso andrà a totale beneficio della Croce Rossa. Paolo VI ha «benevolmente» concesso la Sala Nerviana, capace di 6912 posti. L'appuntamento è per venerdì 29 aprile alle 20,30. Il programma: Brahms, ballato op. 10; Chopin, sonata in si bemolle minore op. 35; Debussy, 12 Preludi. La notizia del ritorno di Michelangeli, considerato unanimemente nel mondo il numero uno dei pianisti, ha lasciato Roma col fiato sospeso. E' iniziata prima una frenetica corsa alle prenotazioni, poi le giovani melomani adoranti hanno preso d'assalto i botteghini. Restano ancora pochi biglietti (da tren¬ ta, venti, e diecimila lire). Si prevede un «tutto esaurito» con un incasso che supera i 100 milioni, quasi si trattasse di una partita di serie A. Intanto, l'ufficio stampa della presidenza del Quirinale ha fatto conoscere le condizioni del Maestro: a) Michelangeli non concederà interviste; b) non verrà rivelato il suo nascondiglio romano; e) le poltrone in sala non saranno numerate («detesto trovarmi di fronte le solite befane che non capiscono nulla di musica ma fingono di svenire appena tocco il pianoforte»); d) sarà di rigore non l'abito da sera ma da passeggio. L'uomo che sulla tastiera incarna il mito dell'eleganza rarefatta ha nel suo guardaroba due soli vestiti, uno invernale, l'altro estivo; possiede anche un frac (firmato Prandoni) che l'ha seguito di concerto in concerto per diciott'anni e al quale ha cambiato le fodere dozzine di volte. Arturo Benedetti Michelangeli, il più chiuso e introverso dei concertisti, non ha mai concesso interviste. I suoi intimi, che si contano sulle dita di una mano, morirebbero pur di non tradirlo con un'indiscrezione. Non c'è personaggio che sia circondato come lui dalla fama del suo mito. Ha cominciato a suonare a quattro anni, non appena è stato in grado di arrampicarsi sullo sgabello di un pianoforte; a sei anni i primi concerti, a quattordici il diploma. A diciassette, la sua rivelazione, al concorso internazionale di Bruxelles; a diciotto il trionfo mondiale, quando vince il concorso di Ginevra e fa esclamare a Cortot: «E' nato un nuovo Liszt». A diciannove anni ottiene «per meriti insigni» la cattedra al conservatorio | di Bologna. L'insegnamento era la sua vocazione: ha insegnato a Bergamo, Arezzo, Bolzano, Merano. Certo non osservava gli orari, come l'ultimo dei burocrati. Faceva lezione quando l'estro lo ispirava. All'Accademia Chigiana di Siena gli allievi lo attendevano pazienti per tutto il giorno; il Maestro poteva capitare da un momento all'altro; oggi, domani o forse doman l'altro. Nel mondo rarefatto in cui vive Benedetti Michelangeli le ragioni e le esigenze degli umani non trovano comprensione. Nessuno è mai riuscito a capire se il suo estremo riserbo sia dovuto a timidezza oppure nasconda una punta di divertimento. Un critico musicale, che per ascoltarlo l'aveva raggiunto fino in vai Camonica, fu trascinato a 200 all'ora sulla sua Ferrari, gli occhi sbarrati sul quadrante, per vedere spuntare l'alba sul lago Trasimeno. Al ristorante Oggi Michelangeli, abbandonato il ruggito della Ferrari per una più tranquilla Maserati berlina, vive a Brusino, sul lago di Lugano. Ha 58 anni. Dopo 27 anni di matrimonio si è separato da Giuliana Guidetti. Ora lo si vede spesso, da solo, a pranzo «da Pestalotti», un ristorante analcolico dove si mangia con 1500 lire. Porta sempre il suo spezzato col maglione nero da cui sbuca il pallido viso lunare. Le tempie sono diventate grigie e due rughe profonde gli scavano le gote agli angoli della bocca. Ma il suo fascino è rimasto intatto. La sua personalità costituisce ancora un enigma. Qualcuno ha calcolato che in tre mesi potrebbe guadagnare quanto gli basterebbe per tutta la vita. Ma che gli importa del danaro? Ha sempre dato non più di trenta con¬ certi l'anno. Ora suona col contagocce e sono più gli impegni disdetti che quelli onorati. Le sue incisioni sono rarissime, anche se, per colmo d'ironia, milioni di suoi dischi-pirata invadono il mercato mondiale. Nei suoi rari concerti c'è sempre il pericolo di un microfono clandestino. Il suo compenso è il più alto esistente sul mercato musicale, ma le penalità che deve pagare tutte le volte che non si presenta sono altissime. E lui se non si sente in stato di grazia non suona. Altrettanto avviene per le incisioni. Non si è mai riconosciuto in un disco. Ha il terrore di lasciare dietro di sé l'esecuzione registrata di un pezzo che non sia la sua migliore. Un suo allievo dice: quando si vive nel mito, una nota sbagliata in pubblico ti porta al suicidio. La sua vita non è cambiata. Il suo mondo si è ancor più rarefatto, se questo è possibile. Suona di notte, all'alba lo vedono passeggiare esausto sul lungolago. In questi giorni, come ogni volta quando si avvicina la data di un concerto, è entrato in uno stato di esaltazione angosciosa. Non parla, non vede nessuno, si nutre quel tanto che basta per sopravvivere. Passa le giornate chiuso in una stanza col suo magico Steinway, ma senza toc care un tasto. Ripassa menta! mente la partitura e batte col piede il tempo. La notte camini na su e giù per ore, incapace di prendere sonno. Sprofonda in abissi di nevrosi, la nevrosi da virtuosismo. Per il concerto romano del 29 aprile sono previsti arrivi da ogni parte del mondo. Ma la domanda che tutti si pongono è: ci sarà Michelangeli quella sera in palcoscenico? Corrado Corradi