Ubera la piccola Patrizia Rapita dalla governante di Silvana Mazzocchi

Ubera la piccola Patrizia Rapita dalla governante Roma - Risolto felicemente il "caso Spallone,, Ubera la piccola Patrizia Rapita dalla governante La ragazza fu istigata dal marito (suo ex cameriere e già al servizio degli Spallone) - Rifugiatasi a Catania, è stata convinta dal padre a costituirsi e a rivelare alla polizia il nascondiglio della bimba sequestrata ( Nostro servizio particolare ) Roma, 24 aprile. Gonna blu e stivaletti rossi. Patrizia Spallone ha gli occhi lucidi, gonfi di sonno, ma sta bene. E' stata ritrovata questa notte, alle quattro, in una villetta sul mare di Torvaianica, a pochi chilometri da Roma. Era stata rapita dalla ex «tata» e da suo marito. I carcerieri — nelle cui mani è rimasta per due giorni — l'avevano avvertita: «Fra un po' verrà la polizia, sta' tranquilla». Poi erano fuggiti. Patrizia ha pianto, ha cercato di aprire la porta, ha chiamato la mamma, poi si è rassegnata ed ha atteso. Dopo un'ora sono arrivati gli agenti. Per la sua libertà non è stato pagato alcun riscatto. I suoi rapitori si sono costituiti. Sono state le indagini della polizia e l'identificazione avvenuta già ieri del proprietario dell'«Alfa Sud», targata Catania, con la quale la bimba fu rapita, a mettere alle strette la piccola banda che aveva sequestrato Patrizia. Protagonisti del rapimento sono Orazio Buzza, catanese, proprietario dell'auto, e una coppia: Alessandra Lo Sito, di 20 anni, e suo marito, Mario Carbone, 22 anni. La donna si è costituita per prima. Ha indicato alla polizia il rifugio dove era prigioniera la bimba. Ha poi avvertito i suoi due complici, che sono fuggiti per alcune ore, prima di costituirsi a loro volta. Alessandra Lo Sito e Mario Carbone erano stati, fino all'agosto scorso, camerieri nella casa degli Spallone in via Latina. Erano sposati da appena un anno. La vicenda di questo rapimento metterà probabilmente fine alla loro inconsueta «storia d'amore». Lei è figlia di un ingegnere, Giuseppe, di 46 anni, e di una oriunda polacca, Margarethe Hruschke, 45 anni, che abitano in una lussuosa villa a Valverde, a una decina di chilometri da Catania. Mario Carbone era il loro cameriere. I due giovani decisero di sposarsi, nonostante l'opposizione dei genitori. Dopo il matrimonio, scomparvero, senza più dare notizie. Alessandra si è rifatta viva, con una telefonata al padre, solo all'indomani del rapimento. L'uomo, saputo che la figlia era nei guai, è accorso a Roma con il suo avvocato di fiducia. Ha convinto Alessandra a seguirlo, con il primo aereo, a Catania. Qui la giovane si è costituita. Ai carabinieri ha detto di essere stata coinvolta dal marito nel rapimento. Quando si è resa conto che poteva finire molto male ed ha temuto per la sorte della piccola Patrizia, allora ha pensato di dover fare qualcosa. Questa, almeno, è la sua versione. Ora è rinchiusa nel carcere femminile di Catania, a disposizione dell'autorità giudiziaria di Roma. Mario Carbone e Orazio Buzza si sono costituiti stamane alle otto al commissariato di San Giovanni, a Roma. Sono già stati interrogati. Hanno detto di aver tentato il rapimento «per far soldi» (avevano chiesto mezzo miliardo di riscatto). Con Alessandra, avevano lavorato come camerieri, fino al mese scorso, in un ristorante della Val Gardena. Il loro tentativo di sequestro è miseramente fallito per un errore «da dilettanti». Per al¬ cuni giorni si erano appostati, con l'«Alfa Sud» nei pressi della casa degli Spallone. Un vicino, insospettito dal loro comportamento, aveva preso nota del numero della targa. Con questa indicazione, gli inquirenti non hanno avuto difficoltà a risalire al proprietario. Il terzetto aveva comunque poche possibilità di scampo: «Non li ho mai visti in faccia in questi due giorni — ha raccontato Patrìzia — perché a sorvegliarmi era il terzo uomo, ma dalle voci ho capito che si trattava della mia ex tata e di suo marito». La liberazione della bimba e l'arresto dei tre rapitori è stata dunque la logica conclusione di un sequestro «dilettantesco». La fine della vicenda è stata comunque accolta da tutti con un sospiro di sollievo. Il fatto che la bimba fosse la nipote del capo della Criminalpol, Macera, e di un ex deputato comunista, nonché dell'ex medico di Palmiro Togliatti, aveva fatto pensare ad un rapimento politico. Tra i telegrammi di solidarietà giunti in questi giorni in casa Spallone era stato commovente quello di Francesco De Martino: «Vivo il vostro dramma — aveva scritto l'ex segretario socialista — sono vicino nell'ansia per la bambina». Silvana Mazzocchi