Anche il Foggia paura al Milan

Anche il Foggia paura al Milan La squadra di Rocco ad un passo dalla sconfitta (e dalla serie B) Anche il Foggia paura al Milan I pugliesi "graziano" Albertosi (che, comunque, è stato il migliore in campo) - Senza idee, gioco ed orgoglio i rossoneri - Duina e Rivera non hanno assistito alla gara (Dal nostro inviato speciale) Milano, 17 aprile. Il crepuscolo del Milan provoca soltanto tristezza, non rabbia In chi vorrebbe protestare. La squadra ricorda un vecchio attore su una scena e in un ruolo che non sono più suoli, accentuando I contrasti e i rimpianti. Quando il Milan gioca come oggi, permettendo al Foggia di fare tutto quanto ha voluto, rischiando addirittura di perdere e provocando i propri tifosi al punto da invogliarli ad applaudire gli ospiti, criticare e polemizzare significherebbe infierire su una squadra e una società che esistono osltanto di nome e che col passato hanno appena una vaga parentela. Questo non è il Milan. Quelli visti a San Siro sono undici giocatori finiti per motivi, che noi tutti conosciamo (e che abbiamo più volte denunciato), davanti ad un pubblico talmente amareggiato da entusiasmarsi ai pochi tocchi di palla giusti e da non trovare il fiato per sostenere la squadra nei momenti cruciali, quando cioè l'urlo di cinquantamila persone può essere stimolante se non addirittura eccitante come una droga. Il Milan tira avanti sperando di elemosinare qualche altro punto ed augurandosi che i concorrenti continuino a sbranarsi fra di loro provocando ferite che non lasciano scampo: non esistono vie d'uscita, non si possono immaginare altre soluzioni quando il Milan accetta lo zero a zero cosi passivamente, quando concede al povero Foggia di dominare a San Siro, di trovare spazi, di creare triangolazioni, di cercare la via del gol con una connivenza che potrebbe fare gridare allo scandalo se non fosse accertato che i rossoneri non hanno più un briciolo di coraggio o di determinazione da gettare nella mischia. Togliete il prodigioso Albertosi, accantoniamo il generoso Biasiolo, anche Capello, fattosi coinvolgere suo malgrado nel naufragio (quante volte però ha lavorato il pallone e si è guardato vanamente attorno cercando il compagno per l'appoggio) e il solito Callonl (dal quale non si possono pretendere miracoli quando è lasciato solo dalla trequarti di campo in avanti, senza una spalla, oppure con un compagno di linea come Vincenzi che è sempre più presuntuoso ed impreciso) e avrete il quadro di una formazione lavorata ai fianchi con tranquillità dal Foggia e risparmiata poi nel momento del k.o. Se l'undici di Puricelli avesse alzato la testa e si fosse guardato attorno, avrebbe evitato di accontentarsi di un punticino lanciando forse un ponte verso la salvezza. Pretendere questo dal Foggia a San Siro probabilmente è troppo così come assurdo è in questo momento chiedere al Milan una prova di autorità e di coraggio. Verranno anche i venti favorevoli per la navicella rossonera: per ora deve accontentarsi della bonaccia. Un quadro davvero desolante! D'altronde, quando il presidente se ne parte per affari alla vigilia di una gara così importante, quando Rivera diserta la tribuna per i fatti suoi, come si può pretendere un pizzico di orgoglio da una squadra che nel carattere assomiglia sempre di più a quello dell'ex bambino prodigio? Buon per lei che il campionato sta volgendo alla conclusione: Marchioro non sapeva a cosa andava incontro quando firmava il contratto col Milano, abituato come era alla gente solida della provincia, cosi come Rocco non si immaginava, tornando nel suo piccolo -regno» di trovare una società in sfacelo e giocatori poco abituati a lottare all'arma bianca. Si potrebbe anche dire che oggi il Milan ha toccato il fondo, ma l'accostamento non è facile se si tirano in ballo quasi tutte le altre partite dell'ultimo periodo: I rossoneri In effetti hanno sempre giocato male, ma riuscivano a nascondere meglio le loro crepe, sull'intonaco c'era ancora una spruzzatina di vernice. Ora siamo proprio alla fase di cottura: alla fine il lamento era generale, chi aveva giocato con sufficienza imprecava alla sfortuna, tutti gli altri avanzavano alibi più o meno fasulli. Capello la contrattura, Mo rinl lo stiramento, Blgon la colite, Bet e Calloni la botta chissà dove, insomma un ospedale ambulante. Possibile che i malanni saltino fuori soltanto quando la squadra rimedia una figuraccia? Raccontare una gara come quella odierna non è facile essendo scontata sotto ogni aspetto: non è stata Interessante neppure agonisticamente anche se lo scontro fra due pericolanti poteva fare sperare in duelli scintillanti, In un cumulo di ammonizioni e di espulsioni. Macché, l'arbitro Bergamo — alquanto casalingo o forse intenerito da questo povero diavolo — non ha mai estratto il cartellino giallo, figuriamoci quello rosso. In senso tecnico ovviamente c'era poco da augurarsi. L'uni ca azione di rilievo l'ha realizzata Il Foggia, nella ripresa, con uno slancio volante, con una combinazione di intenti da fare gridare al miracolo e da indurre qua] cuno a commentare: « Ma è proprio questa la squadra destinata ad andare in B? ». Il pubblico ha fatto la sua parte accorrendo In massa allo stadio: quando ha intuito come stavano le cose ha cercato di rubare il pallone. L'operazione condotta dai commandos del reparto tigre è sfociata però nel fallimento per l'energico intervento di al- cune persone. E' mancata anche l'unica nota di colore. I colleghi nerazzurri, a quanto pare, sono meglio organizzati visto che a Pasqua hanno fatto sparire la sfera di cuoio. Le azioni più interessanti della partita? Dobbiamo proprio raccontarle? Il doppio corner tirato da Callonl, Innanzitutto, al 16' del primo tempo quando calciando dalla bandierina il centravanti ha costretto Memo nel giro di un minuto a salvarsi per due volte In corner. La grande occasione sprecata da Bordon (28') quando era solo davanti ad Albertosi e gli ha permesso di respingere: poi Maldera ha deviato di testa in angolo. Le occasioni sprecate ancora da Bordon, Bergamaschi, Ulivieri nella ripresa a raffiche contro Albertosi che cresceva a vista d'occhio. Anche Nicoli fra i migliori assieme a Memo, Pirazzlni, Bruschini, Bergamaschi. Scala, Del Neri, ha graziato nel finale il Milan dimenticando il suo passato interista. O forse l'ha fatto per questo. Se torna a casa vuol ritrovare il derby. Giorgio Gandolfì Milano. Per Albertosi complimenti da Puricelli

Luoghi citati: Bergamo, Milano