Anche in Piemonte il pci propone un'alleanza di governo con la dc di Adalberto MinucciCarla Fontana

Anche in Piemonte il pci propone un'alleanza di governo con la dc Il discorso di Chiaromonte chiude il congresso regionale Anche in Piemonte il pci propone un'alleanza di governo con la dc La proposta è stata "frettolosamente respinta dai democristiani, ma andrà avanti" I sette punti della mozione conclusiva ■ Adalberto Minucci riconfermato segretario Con l'elezione dei 90 membri del comitato regionale e i 19 della commissione di controllo, la conferma di Adalberto Minucci alla segreteria, l'approvazione della mozione finale che fa proprie la relazione di Minucci e le conclusioni di Gerardo Chiaromonte (il tutto per unanime alzata di mano), sì è chiuso ieri il primo congresso piemontese del pei. Un congresso importante, anche se quasi interamente dominato dalla «linea berlingueriana». Tuttavia, pur con i limiti consueti del severo rituale comunista, i quattro giorni di dibattito hanno rispecchiato anche incertezze, difficoltà, problemi pratici, politici, ideologici. La mozione finale ne tiene conto, in modo molto sfumato, elencando in sette punti le «indicazioni per il necessario rinnovamento dell'Italia e del Piemonte»; difesa della legalità democratica con la costituzione di comitati aperti a tutti i partiti antifascisti; ricerca di maggioranze più estese, in particolare alla Regione Piemonte (è rinnovato l'invito alla de ad accettare la presidenza del Consiglio regionale); rafforzamento della classe operaia, riconoscimento del ruolo dei movimenti dei giovani e delle donne; politica di austerità verso nuovi modelli di vita, accompagnata da una politica di programmazione; priorità del Mezzogiorno; rapida costituzione di un governo di unità nazionale e antifascista, con l'apporto decisivo dei comunisti e dei socialisti; adeguamento del partito nelle strutture, nei metodi, nei rapporti di massa ai nuovi compiti che si impongono, che sono quelli di un pei «forza di governo». Alcuni di questi punti sono obiettivi a più lunga scadenza, stando alle stesse indicazioni emerse ieri. La prospettiva di una inclusione della de nella maggioranza regionale, o anche soltanto alla presidenza del Consiglio regionale, secondo Chiaromonte è stata rifiutata troppo frettolosamente dalla de ma resta «una proposta che andrà avanti». Così l'inserimento del pei nel governo di e- mergenza: resta come traguardo, ma se le altre forze non sono ancora pronte — dice Chiaromonte — il pei si accontenta di fare un passo avanti, concordando il programma e ottenendo garanzie per la sua attuazione. Il discorso conclusivo di Gerardo Chiaromonte spiega, ancora una volta, ai delegati piemontesi la strategia di Berlinguer (al quale è molto vicino, come del resto Minucci). La crisi dell'Italia è grave, non è solo economica ma anche sociale e politica. Il suo aggravarsi non giovereb- be — come la storia ha già provato — alle forze rivoluzionarie comuniste, bensì a quelle della reazione. L'Italia è il Paese più democratico fra i Paesi capitalistici (l'affermazione è sempre di Chiaromonte), ma questo è il frutto della lotta e della linea indicata da anni dal pei. Ed è possibile lottare per la soluzione positiva della crisi, che è oggettiva ma può essere sfruttata per portare divisioni nel popolo che possono aprire la strada a fenomeni di reazione. «La de non può governare senza il psi e il pei, ma nemmeno le sinistre possono governare senza la de». Da questa premessa nasce la proposta del governo di emergenza, i cui la de ha risposto di no. Ora c'è la questione del prò gramma concordato: «Noi siamo d'accordo ma chiediamo che rappresenti un passo avanti». Chiaromonte sollecita «la massima urgenza nel fare questi incontri e a giungere a risultati positivi» e chiede « garanzie che il programma sia poi attuato», soprattutto chiede che «il pei sia chiamato preventivamente per definire le decisioni». Il discorso di Chiaromonte ha dominato l'ultima giornata del congresso, mettendo involontariamente un po' in ombra altri autorevoli interventi, come quelli di Libertini, di Bajardi, di Gianotti. Un'annotazione meritano, comunque i lusinghieri apprezzamenti al capogruppo regionale della de, Adriano Bianchi, e eli applausi al suo intervento, molto dignitoso e anche molto aperto alla collaborazione pur «nella distinzione dei ruoli». Carla Fontana

Luoghi citati: Chiaromonte, Italia, Piemonte