Tacciono a Parigi i sequestratori del dirigente "Fiat,,

Tacciono a Parigi i sequestratori del dirigente "Fiat,, Tacciono a Parigi i sequestratori del dirigente "Fiat,, Più nessuno si è messo in contatto con la famiglia di Luchino Revelli Beaumont (Nostro servizio particolare) Parigi, 17 aprile. Anche la domenica è trascorsa in una vana attesa. Sono passati ormai quattro giorni e al riserbo degli inquirenti i rapitori di Luchino Revelli Beaumont contrappongono un assoluto silenzio. La polizia, la famiglia, l'avvocato Lemaire che potrebbe fungere da «canale», le fonti della Fiat a Parigi e a Torino sono tutti concordi nel sostenere che i rapitori non si sono ancora fatti vivi, che non è giunta ancora nessuna richiesta di riscatto. Il giorno dopo il sequestro presunti rapitori avevano chiesto un miliardo e mezzo e distribuzione di viveri e medicinali a lavoratori italiani. La tattica del silenzio adottata dalla banda che, mercoledì sera, ha sequestrato sotto casa il direttore generale della Fiat France sta cominciando a sortire i primi effetti: al quarto piano di Rue de la Pompe 183, nell'appartamento abitato dai Revelli, l'angoscia aumenta, ingigantisce ora dopo ora nell'attesa sfibrante di un segnale. Si comincia anche a prospettare l'ipotesi che la signora Maria Revelli Beaumont lanci un appello attraverso la radio e la televisione ai rapitori affinché rassicurino almeno la famiglia sulle condizioni del sequestrato. Ormai si parla di questa eventualità fra coloro che assistono in questo dramma la moglie dell'avvocato Revelli. Il legale incaricato dalla famiglia di seguire Io svolgimento dell'inchiesta, l'avvocato Jean Lemaire, oggi si è limitato a dichiarare «che non è stata presa ancora una decisione definitiva sull'opportunità di quest'appello». Al riserbo della famiglia, almeno per ora, si aggiunge quello della polizia. Oggi pomeriggio alla brigata criminale in Quai des Orfèvres un commissario ha scosso la testa dicendo: «Non c'è assolutamente nulla di nuovo». Fino a quando i rapitori non decideranno di passare allo scoperto, di dettare le condizioni del riscatto, l'inchiesta della polizia è destinata a segnare il passo nell'assenza di un'indicazione sul movente e quindi sulla possibile origine della banda. Questo lungo silenzio avvalora, comunque, la convinzione degli inquirenti che Luchino Revelli Beaumont sia vittima di un rapimento senza implicazioni politiche, i cui autori si propongono unicamente un grosso riscatto. L'autista di Revelli, che in definitiva è l'unico teste chiave per identificare i quattro rapitori, è stato impegnato per tutta la giornata di giovedì (prima di sparire dalla circolazione) nella compilazione dell'«identikit» degli assalitori e nell'esame di centinaia di foto segnaletiche tratte dagli archivi della polizia. Nessuna indicazione utile sembra sia scaturita da questo esame. D'altra parte, se i quattro non si sono curati per giorni di celare la loro presenza in Rue de la Pompe, questo significa che non temono di esI sere riconosciuti attraverso | gli archivi della polizia francese. L'unico punto sul quale tutti concordano è che i quattro autori del rapimento non parlavano francese. Si tratta allora di elementi giunti dall'Italia? Può darsi, ma le indicazioni sono molto imprecise. Per alcune delle persone che li avevano notati nei giorni precedenti il sequestro, i quattro parlavano portoghese, per altri spagnolo, per altri arabo. Insomma l'unica cosa certa è che non sembravano francesi. Ma è anche scontato che la banda deve avere un «basista» francese o almeno abitante nella zona di Parigi, dove deve essere stato predisposto il nascondiglio in cui si trova Luchino Revelli Beaumont. Dove potrebbe essere il covo della banda? La polizia ritiene che gli autori del sequestro abbiano potuto allontanarsi, magari dopo un cambio di auto, di parecchie decine di chilometri dalla capitale prima di correre il rischio di essere scoperti. Potrebbero i perciò essere nascosti nella sterminata periferia parigina oppure un po' più lontano, all'inizio della campagna, dove i vi sono numerose case usate | abitualmente soltanto nei weekend. p. pat. Maria Revelli Beaumont fotografata ieri mattina a Parigi; probabilmente lancerà un appello ai sequestratori

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