Un gruppo di magistrati: "Il blocco della scala mobile è incostituzionale,,

Un gruppo di magistrati: "Il blocco della scala mobile è incostituzionale,, Verrà presentato un ricorso al tribunale amministrativo Un gruppo di magistrati: "Il blocco della scala mobile è incostituzionale,, I motivi: impone una contribuzione a carico soltanto di una fascia di cittadini (cioè i lavoratori dipendenti), esentandone altre più agiate, e nell'ambito di questa fascia prescinde dalla capacità contributiva (Dalla redazione romana) Roma, 17 aprile. La Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della legge che ha bloccato gli scatti della scala mobile nella misura del 50 per cento per gli stipendi annui dai sei agli otto milioni e in modo totale per quelli superiori a quest'ultima cifra. Il ricorso ai giudici del palazzo della Consulta, che già definirono incostituzionale il cumulo dei redditi, è stato preannunciato dai magistrati della corrente di «Terzo Potere», che nello schieramento giudiziario occupa un posto di centro. La questione sarà sollevata a giugno, quando cioè sarà operata sui loro stipendi la prima trattenuta (per gli statali il calcolo della contingenza si fa semestralmente), e sarà il tribunale amministrativo regionale a stabilire se i motivi addotti possono essere ritenuti «non manifestamente infondati», nel qual caso l'intera faccenda dovrà essere sottoposta alla Corte Costituzionale. La tesi dei magistrati è molto chiara. Il decreto governativo, convertito in legge nel dicembre scorso, viola due principi costituzionali poiché provoca una disparità di trattamento tra cittadini (art. 3) colpendo solo i lavoratori dipendenti a reddito fisso e contravviene all'obbli¬ go secondo cui ognuno deve contribuire alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva (art. 53). La legge sarebbe dunque incostituzionale, imponendo una contribuzione ad una sola fascia di cittadini ed esentandone altre che hanno in moltissimi casi una capacità contributiva maggiore, come i professionisti, gli industriali, i commercianti; ed inoltre perché nell'ambito della stessa categoria dei lavoratori subordinati non si tiene conto della diversa capacità contributiva dei singoli, cioè dei redditi concorrenti, e della situazione familiare. Il fatto che le somme trattenute per il blocco della scala mobile debbano essere versate in rate semestrali alla Banca d'Italia, che provvederà a corrispondere entro il semestre successivo il corrispettivo in Buoni del Tesoro, non sembra sufficiente ad eliminare i dubbi sulla incostituzionalità della legge. «La non negoziabilità dei tìtoli per un perìodo di cinque anni — argomentano i magistrati promotori dell'iniziativa — rende evidente che si tratta di un prestito forzato, in parole povere di una espropriazione di denaro dietro promessa di restituzione a lunga scadenza. E poiché il legislatore ha espressamente dichiarato che il prelievo occorre per la "incentivazione delle attività produttive", e cioè per un fine pubblico, è indubbio il suo carattere fiscale». Di qui il contrasto con la Costituzione. I magistrati di «Terzo Potere» criticano il provvedimento anche dal punto di vista tecnico definendolo inutile perché da un lato non contribuirà a diminuire il costo del lavoro e dall'altro offrirà un gettito annuale di soli 288 miliardi che è irrilevante in una massa di investimenti produttivi prevista per quest'anno in 30 mila miliardi. Osserva¬ no però che la loro iniziativa tende «non già a sottrarre la categoria ad un sacrificio necessario ed utile nel pubblico interesse, anche se ciò è da dimostrare, bensì ad affermare la inderogabilità dei prìncipi di uguaglianza nonché ad invertire la deprecabile tendenza a sottoporre ai maggiori sacrifici le classi meno abbienti e più indifese di fronte all'apparato statale, mentre ad altre categorie sì concedono benefici, come il pagamento postioipato delle tasse».

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