Juventus, grande occasione fallita di Angelo Caroli

Juventus, grande occasione fallitaJuventus, grande occasione fallita Boniperti che non ha assistito al forcing bianconero dell'ultimo quarto d'ora elogia tutta la squadra - Presidente e trainer si complimentano con Cabrini per aver giocato come un veterano Ha lasciato, come al solito, la tribuna d'onore un quarto d'ora prima della fine, dirigendosi verso casa con la radiolina incollata all'orecchio mentre la Juventus sfoderava il finale da brivido, con il palo di Boninsegna, l'occasione fallita di un soffio da Causlo e la traversa su punizione di Boninsegna. Gianpiero Boniperti, dunque, si è perso II meglio espresso dalla Juventus in un derby che, pur essendosi chiuso In parità, interrompe la « serie nera > del club juventino e libera i suol tifosi dall'incubo granata. Un pareggio che lascia le cose come stanno, con la Juventus sempre sola al comando della classifica ma che tonifica il morale della squadra in attesa dell'intermezzo con l'Aek di Coppa Uefa e lo «sprint» che durerà sette giornate, salvo l'appendice di uno spareggio. ■ Non avendo assistito all'ultimo quarto d'ora — dice Boniperti che ha riacquistato la calma dopo la tensione della partita — non ho vissuto quel "momenti" che probabilmente mi farebbero recriminare sul risultato di parità. E' stato un magnifico derby e tutta Torino deve esserne orgogliosa. La Juventus mi è piaciuta: una bella Juventus che ha dato l'anima, senza complessi di sorta. I ragazzi debbono essere contenti della loro prestazione, così come lo sono lo. LI elogio in blocco, specialmente Cabrini che, pur essendo all'esordio nella sfida torinese, ha giocato con grande Impegno e determinazione. Il campionato è ancora lungo e aperto. La Juventus è In salute e non deve fare altro che continuare di questo passo ». Negli spogliatoi bianconeri l'atmosfera è serena anche se non mancano i rimpianti e c'è chi Impreca con la sfortuna. Trapattoni s'incontra a faccia a faccia con Radice davanti ai microfoni della Rai. I due trainerà si sorridono, sono amici. Trapattoni, che sperava in una rivincita dopo la sconfitta dell'andata, dice che, tutto sommato, è soddisfatto che la Juventus sia riuscita ad interrompere la tradizione negativa che durava da quattro derby. — C'è stato un momento in cui ha pensato di vincere? • L'Illusione si è fatta strada dopo II primo gol segnato da Causlo — risponde Trapattoni —, ma é durata poco meno di due minuti. Se non ci fosse stato lo svarione difensivo che ha favorito il pareggio di Pulicl, il derby si sarebbe messo su un binario diverso per noi. Al tirar delle somme, ci fosse una classifica a punti, la Juventus si sarebbe imposta per 51 a 49 ». — Come spiega che, sull'1-O, la Juventus non è riuscita ad organizzarsi in retrovia, chiudendosi per arginare la prevedibile sfuriata del Torino? • Tardetti ha perso II pallone, ma non ha Importanza chi sta stato. Alcuni difensori, già pronti a sganciarsi per la manovra offensiva, sono stati colti di sorpresa ed è venuto il gol ». — L'Iti, verificatosi troppo presto, ha condizionato le due squadre? « Non credo anche se è chiaro che nessuno vuole perdere II derby. Indubbiamente, lo ripeto, se Il Torino non rimontava Immedia¬ tamente lo svantaggio, forse I due punti non ci sarebbero sfuggiti ». — Il gol di Causlo, tuttavia, ha sbloccato psicologicamente I bianconeri che, nella ripresa, sono cresciuti di tono fallendo di un soffio II ■ match-ball »... « Non mi è parso che II Torino ci sia stato superiore nel primo tempo caratterizzato dall'equilibrio anche se i granata erano più determinati. Nella seconda parte della gara non sono certo mancate le emozioni per I sostenitori del Torino. La Juventus è stata presente sul campo per tutti I novanta minuti ». — Un punto perso, dunque, per la Juventus? • In media inglese è un punto... guadagnato mentre In classifica abbiamo conservato la lunghezza di vantaggio ». — Cosa c'è stato di diverso rispetto all'andata? ■ Tutto ciò che poteva capitare sul plano tecnico e tattico. E' stato un derby spettacolare, per agonismo e determinazione, senza mal un attimo di flessione da parte nostra. Complessi o non complessi, la Juventus esistei ». — Fra i granata qualcuno si lamenta per certe durezze. Che ne pensa? » Guardate le cosce di Benetti e Sclrea e poi traete le conclusioni ». — Come valuta I due episodi riguardanti i presunti falli da ri¬ gore di Morini su Graziani e di Danova su Boninsegna? « Speriamo che la "moviola" mi consenta di vederli ». — La sfida-scudetto continua. Come andrà a finire? • Abbiamo un calendario un po' più difficile, sulla carta, del Torino, ma Incontreremo le stesse squadre dell'andata quando arrivammo al "giro di boa" in testa alla pari con I granata. Uno spareggio è possibile tenendo conto che abbiamo gli impegni di Coppa Uefa. Se riusciremo a conservare l'attuale condizione di forma e l'entusiasmo, riusciremo ad assorbire la fatica del mercoledì e possiamo evitare uno spareggio. In questo momento ci battiamo sui due fronti con la stessa determinazione: non possiamo scindere due piatti tanto appetibili. Mercoledì affrontiamo I greci che dispongono di una rlfesa grintosa e di due o tre elementi fantasiosi negli altri reparti. La squadra dà garanzie e se si esprime su livelli normali non ha problemi e può assicurarsi un buon margine di vantaggio per il ritorno ad Atene. Piuttosto potrebbe accusare un po' lo sforzo a Firenze, ma spero che anche la Fiorentina risenta dell'impegno nella Mltropa Cup. Con l'Aek non potremo disporre di Furino che difficilmente sarà recuperabile anche in campionato-. Bruno Bernardi Boninsegna recrimina sui pali e sul negato rigore - Causio: "Meritavamo la vittoria" Poi, tutti concordi i giocatori bianconeri: "Abbiamo cancellato il complesso del derby" - Benetti: "Abbiamo dimostrato di non essere più deboli del Torino" La Juventus ha affrontato il 169° derby come se dovesse sedersi sul lettino dello psicanalista e ne pretendesse, fra luci schermate e atmosfere ovattate, la domanda protocollare e distensiva: • Si rilassi, Signora, è la prassi! ». La Signora ha domandato per novanta interi minuti, ha letto nel suo passato, ha Indagato, ha assecondato Il volere del medico, e si è liberata. Il campo, finalmente, ha emesso la diagnosi che la Signora cercava dall'or mai lontano 8 dicembre del '74, quando riuscì a bloccare I granata sullo 0 a 0. E quando Casarìn ha soffiato per tre volte nel fischietto, ci è parso di vedere il derby con Il camice dello psicanalista, che sussurrava alla Juventus: • Vada, Signora, è libera e bella. Non ha più complessi, pensi ad altro, si distragga, si concentri sull'A.E.K. o sulla Fiorentina, ad esempio ». // succo è questo. I bianconeri, in plebiscito, rifiutano il vassallaggio del Torino, la sua egemonia cittadina e sostengono che il complesso non c'è più, che I tempi sono cambiati. Non è venuta la vittoria, ma la media inglese è stata • congelata », a differenza di quella del Torino che ha subito un piccolo passo indietro. Boninsegna, ancora In accappatoio • verde mela - per via delle operazioni antidoping, blocca il passaggio dello spogliatoio e spie¬ ga i suoi due pali colpiti nel secondo tempo: • Sul primo Castellini era battuto e non ha neppure sfiorato la palla, sul secondo un granata ha deviato la traiettoria. Senza quell'involontario intervento ora staremo a parlare di un 2 a 1 in nostro favore ». Da//e retrovie si leva una voce: il fallo nei suoi confronti meritava gli estremi del penalty? E lei non ha brontolato troppo con il direttore di gara? Boninsegna ride con gusto. Poi precisa: • Quando mi è stato negato Il rigore, che per me era sa- I crosanto, il signor Casarin mi ha ' ammonito, giustamente. Però il rigore c'era. In due mi hanno tirato giù con le mani. Forse, l'arbitro non ha visto perché coperto. Ed ora lasciatemi dire che quel dannato complesso di Inferiorità dovrebbe essere sparito. Almeno si spera. Certo che nell'ultimo quarto d'ora abbiamo perso l'occasione di aggiudicarci il derby-scudetto. Due punti erano un'ipoteca, uno è poca roba ». Causio, in un angolo del vestibolo, ha radunato attorno al suo ginocchio contuso un manipolo di cronisti. Apprensione, poi sdrammatizzazione. Il • barone » sarà regolarmente sulla sua poltrona, in prima fila, mercoledì prossimo contro l'AEK. « Se c'era una squadra che doveva vincere era la Juventus. Ho dedicato il gol al pubblico. Certo che se avessimo battuto i cugini la festa sarebbe stata completa. Comunque, mi associo a Boninsegna. Abbiamo dimostrato di non subire più, come avete scritto voi, il condizionamento dei granata, di avere carattere e di non comportarci più da signorine. Il Torino? Solita stupenda squadra, che però noi abbiamo addomesticato un po' ». Roberto Bettega si annoda la cravatta quando gli chiediamo se è importante il passo avanti (per via del passo indietro del Torino) nella classifica silenziosa, quella che si riferisce alla media inglese: « Importantissima. Subito dopo c'è la soddisfazione del pareggio che addolcisce quell'amara abitudine che avevamo fatto alle sconfitte con il Toro. Abbiamo dimostrato di saperli controbattere sia sul piano tecnico che agonistico ». — Dunque, Juve perlomeno non più debole del Toro? « Veramente, sono stati loro a dichiararsi I più forti. E noi cosa dovremmo dire dopo il crescendo nella ripresa? Nonostante gli " straordinari " che dobbiamo sobbarcarci in settimana, abbiamo in corpo ancora tanta birra. Il risultato mi pare comunque giusto, poiché il Torino è stato superiore nella prima parte del match, mentre noi abbiamo prevalso nella ripresa, andando vicini al gol in più di una circostanza ». SI continua a puntare sul tema psicologico, su quella che era una evidente sudditanza nei confronti del granata. Morini, che ha dato vita ad un aspro duello con Graziani, dice: • Prima eravamo noi le pecore e loro I leoni. Ora ci siamo messi al passo, non soltanto sul piano tecnico ma soprattutto su quello agonistico. E' finito il " complesso del Toro "I ». Sull'atmosfera surriscaldata che circondava il derby e che però salvo sporadiche ed ininfluenti scaramucce, si è rivelata contenuta, Benetti esprime il proprio parere: • Faceva caldol Allora ci siamo adeguati, ai frastuoni ed a ciò che capitava in campo. Abbiamo seguito il Toro rilanciando la palla al volo senza fermarla e senza ragionare. Non è, questo, un gioco che ci si addice, però vedo che dà i risultati sperati. E se ci gira bene nel finale li lasciamo in brache di tela. Inutile nasconderlo, non siamo più deboli di loro ». Romeo pronuncia questa frase mostrando, appena sotto il gluteo destro una • rotala da tacchetto ». £ aggiunge: • Non chiedetemi chi è stato; si dice II peccato, non il peccatore. Sono cose che capitano ». Gentile, che ha seguito come un'ombra Sala, chiude le Interviste del dopopartita: • Ho dovuto attaccarmi come una sanguisuga a Claudio. Duello duro, ma leale. Almeno credo. Un tempo a loro ed uno a noi. Però quei pali di Boninsegnal ». Angelo Caroli

Luoghi citati: Atene, Firenze, Torino